Categoria: Cronaca

  • Decreto Dignità, rischio occupazione nel legno-arredo. L’allarme dell’onorevole Alessio Butti (FdI)

    Decreto Dignità, rischio occupazione nel legno-arredo. L’allarme dell’onorevole Alessio Butti (FdI)

    Sono pronti 100 emendamenti al Decreto Dignità di Luigi Di Maio. A presentarli il gruppo di Fratelli d’Italia.Un’opposizione voluta «non per mettere i bastoni tra le ruote o per chiedere la fiducia al Governo ma perchè molte delle norme contenute nel testo avranno, se approvate, effetti devastanti sul tessuto economico. A partire proprio da quello comasco e della Brianza, che rappresento».Queste le prime parole dell’onorevole di Fratelli d’Italia Alessio Butti che questo pomeriggio ha voluto spiegare nel dettaglio il perchè questo Decreto vada assolutamente modificato.Troppi i punti rischiosi e certamente deleteri per l’economia, a partire dal settore del legno arredo. «L’insieme delle disposizioni, da quella sul ridisegno dei contratti a tempo determinato ai voucher e altro, rischiano di mettere in gioco 10mila posti di lavoro nel comparto – spiega Butti – Questo perchè nel settore, fino al 2020 erano previste, in base a proiezioni effettuate dagli esperti, assunzioni di diverse tipologie di figure professionali. Adesso però il rischio concreto è che, i paletti inseriti dal decreto possano intervenire spazzando via molti di quei posti di lavoro potenziali e creando una crisi importante nel settore».

    I ragionamenti del deputato di Fratelli d’Italia fanno seguito a una serie di numerosi incontri con imprese della zona e con le associazioni economiche dei territori. «Tutti mi hanno espresso con forza le perplessità e i timori per questo decreto e dobbiamo assolutamente lavorare per far capire che il vero problema è la carenza di lavoro e il bisogno i far girare l’economia». Altro tema: il contrasto alla ludopatia che in base al decreto prevede di vietare qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse manifestazioni sportive, culturali o artistiche, trasmissioni televisive o radiofoniche, stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet. E da primo gennaio divieto di sponsorizzazioni. «Non è questo il modo corretto. Facendo così ad esempio si mette in crisi, sul nostro territorio, il casinò di Campione d’Italia. Abbiamo chiesto un’audizione al ministero per l’amministratore unico della casa da gioco ma invano – spiega sempre l’onorevole Butti – Si deve ragionare in termini diversi. Ad esempio si potrebbe istituire una commissione ad hoc, con i rappresentanti di tutte le categorie interessate, per capire come fare questo tipo di comunicazione. Studiano orari adatti e formule che non siano deleterie».

  • Decreto sicurezza, primo caso “comasco”

    Decreto sicurezza, primo caso “comasco”

    Sarà espulso dall’Italia un nigeriano che aveva presentato domanda di protezione internazionale per evitare il rimpatrio. Il primo caso di applicazione del “decreto sicurezza” è comasco, ad annunciarlo il ministro dell’Interno Matteo Salvini su Facebook. Che scrive: «Aveva presentato domanda di protezione per scongiurare l’espulsione già decisa nei suoi confronti da prefetto e questore di Como: per effetto del Decreto Salvini un nigeriano, J. G., ha ricevuto il decreto di inammissibilità della sua richiesta. Tecnicamente, si tratta della “domanda reiterata in fase di esecuzione di un provvedimento di allontanamento”».

  • Decreto sicurezza, stasera il dibattito. Opinioni a confronto a “Nessun Dorma”

    Decreto sicurezza, stasera il dibattito. Opinioni a confronto a “Nessun Dorma”

    Decreto sicurezza: il provvedimento diventato legge a fine novembre spacca l’Italia. Da una parte, i sindaci – perlopiù di centrosinistra – che annunciano la disobbedienza civile, dall’altra amministratori che appoggiano l’operato del ministro dell’Interno Matteo Salvini.Da Nord a Sud sono molti i sindaci e i presidenti di Regione che hanno deciso di opporsi e che criticano, in particolare, il divieto di iscrizione all’anagrafe comunale per i richiedenti asilo, ritenuto indice di disparità di trattamento e provoca difficoltà di accesso ai servizi sanitari.Sul fronte del “sì”, 400 sindaci italiani (tra i quali Mario Landriscina di Como) hanno firmato una lettera a sostegno del decreto sicurezza.L’argomento sarà al centro della puntata di questa sera di Nessun Dorma, il talk show di Etv in onda ogni venerdì alle 21.20. In studio, tra gli ospiti, Roberto Corti, sindaco di Desio ed esponente del Pd, Anna Camposampiero, della rete No Cpr, che ha duramente protestato contro il decreto, e Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, che si è speso a favore del decreto. Per assistere in diretta alla puntata si può prenotare gratuitamente un posto chiamando lo 031.33.00.61 o scrivere un messaggio email a nessundorma@espansionetv.it.

  • Degrado ai giardini di via Anzani. I controlli di polizia e carabinieri portano alla denuncia di sei persone

    Degrado ai giardini di via Anzani. I controlli di polizia e carabinieri portano alla denuncia di sei persone

    Servizi mirati di polizia e carabinieri nella zona dei giardini di via Anzani a Como, dopo le ripetute segnalazioni di degrado denunciate dai residenti per la presenza costante di bivacchi di persone spesso ubriache o sorprese ad assumere sostanze stupefacenti.Per tutto il mese di settembre, le forze dell’ordine hanno effettuato interventi mirati di prevenzione e repressione. Gli agenti della polizia di Stato di Como hanno controllato un centinaio di persone e di queste venti sono state accompagnate in Questura per accertamenti.Al termine delle verifiche, i poliziotti hanno denunciato 2 persone per possesso di droga e 4 perché non avevano i documenti in regola. I poliziotti hanno inoltre sequestrato 150 grammi di marijuana nascosti in diverse zone dei giardinetti. Controlli quotidiani anche dei carabinieri.I militari dell’Arma hanno esteso le verifiche ai locali della zona, accertando e sanzionando alcune irregolarità a livello normativo nei bar. Segnalato poi in prefettura come consumatore di droga un uomo trovato in possesso di 0.6 grammi di cocaina. I controlli delle forze dell’ordine continueranno anche nelle prossime settimane.Il questore di Como Giuseppe De Angelis invita i cittadini a segnalare le situazioni di disagio nella sicurezza, assicurando in tutti i casi un intervento della polizia.La zona di via Anzani e dei giardini presenti ormai da molto tempo è sempre più spesso uno dei luoghi dai quali arriva il maggior numero di segnalazioni dei cittadini per la scarsa sicurezza dell’area.

  • Cronaca

    Cronaca

    Sedici anni di pena per il delitto del Don Guanella. E’ la decisione presa questo pomeriggio dalla Corte d’Assise di Como dopo tre ore di camera di consiglio. Antonietta Pellegrini, 80 anni, è stata dunque riconosciuta colpevole dell’omicidio di Dolores De Bernardi, che risale al 24 settembre 2017.

    Quella sera, intorno alle 18.3o di domenica, la vittima fu trovata soffocata in camera con due guanti di lattice infilati in bocca. Il movente, secondo il pm Simona De Salvo, sarebbe da ricercare nelle lamentele della signora, 91 anni, che infastidivano gli altri ospiti della casa di riposo.

    L’imputata si trovava al Don Guanella per accudire il marito degente che nel frattempo è venuto a mancare. Il pm, al termine della propria requisitoria, aveva invocato 28 anni senza le generiche che invece la Corte d’Assise ha concesso. La difesa – avvocati Fabrizio Lepore e Michele Monti – aveva invece chiesto l’assoluzione.

    Maggiori dettagli sul Corriere di Como in edicola domani, sabato 14 luglio.

  • Delitto Molteni, le richieste: «Confermate le condanne»

    Delitto Molteni, le richieste: «Confermate le condanne»

    Richieste confermate: 20 anni per Daniela Rho, ergastolo per il commercialista Alberto Brivio. Giornata lunghissima ieri a Milano per il processo d’Appello dell’omicidio di Alfio Molteni, l’architetto di Carugo freddato con un colpo di pistola la sera del 14 ottobre 2015. Stava andando a prendere il figlio in stazione, fu ucciso sul cancello della propria abitazione.In aula, per la prima volta dopo tanto tempo, si sono seduti uno di fronte all’altra quelli che per la pubblica accusa furono gli amanti che architettarono il delitto.Doveva essere un atto intimidatorio, per mettere in cattiva luce Molteni di fronte ai giudici del tribunale di Como chiamati a decidere sull’affidamento dei figli.Il colpo di pistola invece, esploso dopo una breve colluttazione da parte degli sgherri che per l’occasione erano stati assoldati (anche loro ieri a processo con la richiesta di conferma della pena) finì per uccidere per dissanguamento il marito della Rho.La donna ha preso la parola con dichiarazioni spontanee. Aveva parlato nel corso dell’incidente probatorio in fase di indagine. Ieri però ha voluto «chiedere perdono ai famigliari della vittima».«Non volevo togliere il papà alle mie figlie», ha aggiunto l’imputata che, lo ricordiamo, ha seguito una via processuale differente, quella del rito Abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. Brivio, al contrario, aveva scelto di andare di fronte alla Corte d’Assise. «Pensavo di dare due schiaffi ad Alfio, bucargli le gomme dell’auto, non volevo che finisse così. Abbiamo giocato con le nostre vite», ha concluso la Rho.Anche Brivio ha ripreso la parola, con spontanee dichiarazioni volte a puntare il dito contro la famiglia della donna, che avrebbe concordato i piani di disturbo e gli agguati.Poi la parola è passata alla pubblica accusa per le richieste conclusive che hanno confermato quanto rimediato dai due imputati in primo grado a Como: venti anni per Daniela Rho, ergastolo per Alberto Brivio. In aula, ad ascoltare le richieste, c’erano i legali di parte civile (Ivana Anomali, Daniela Figini e Giovanni Ceola) e anche quelli degli imputati a partire da Giuseppe Sassi per la Rho e Aldo Turconi per Brivio. Si torna in aula domani per la seconda udienza. La parola passerà in apertura proprio alle parti civili e in seguito al primo avvocato della difesa.Una ulteriore udienza è fissata per il 7 febbraio e molto probabilmente in calendario dovrà essere inserita una nuova data. La sentenza, insomma, non arriverà prima della fine di febbraio.

  • Derby blindato tra Mariano e Varese. La Prefettura ha imposto misure straordinarie

    Derby blindato tra Mariano e Varese. La Prefettura ha imposto misure straordinarie

    Una partita del campionato di Eccellenza, ovvero un torneo regionale, che diventa un evento a rischio dal punto di vista dell’ordine e della sicurezza pubblica. Le informazioni ottenute dalle forze dell’ordine sui possibili attriti tra le tifoserie hanno spinto il prefetto di Como Ignazio Coccia, in accordo con il questore Giuseppe De Angelis, a predisporre un dispositivo mirato per garantire la sicurezza.La sfida a rischio è quella che vedrà di fronte Mariano Comense e Varese, in programma domani allo stadio della cittadina brianzola. Più che i precedenti tra le due squadre, sono i noti rapporti tra gli ultras dei capoluoghi a tenere in allerta le forze dell’ordine.In previsione della partita, il prefetto, d’intesa con il questore, proprio alla luce degli scontri avvenuti in occasione di Como-Varese nel gennaio scorso, con la città messa a ferro e fuoco, ha deciso di intervenire con misure straordinarie. «In base agli elementi acquisiti, compresa una determinazione del 27 novembre scorso dell’Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive – si legge in una nota della Prefettura di Como – abbiamo ritenuto di indicare la manifestazione come evento connotato con particolari profili di rischio».Il prefetto ha quindi definito una serie di misure di sicurezza. Allo stadio di Mariano saranno ammessi soltanto 24 tifosi ospiti. I biglietti dovranno essere venduti dalle ricevitorie indicate dal Varese Calcio, solo con la presentazione di un documento di identità.I tagliandi dovranno essere venduti entro le 18 di domani, sabato 8 dicembre, e entro le 19 la società dovrà comunicare alla Questura di Como i nomi degli acquirenti. La Prefettura ordina inoltre al Mariano di disporre almeno 5 steward per controllare la situazione allo stadio, ai quali dovranno affiancarsi almeno due operatori del Varese Calcio. La sorveglianza in tutta Mariano sarà potenziata. Per un altro derby, quello del basket, tra Cantù e Milano (a Desio), non sono invece previste limitazioni.

  • Devastante incendio a Sorico: il rogo partito da un barbecue. Due denunciati

    Devastante incendio a Sorico: il rogo partito da un barbecue. Due denunciati

    I carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del gruppo Forestale di Como, congiuntamente con i colleghi delle stazioni di Gera Lario e Pellio Intelvi, hanno denunciato due persone per il reato di incendio boschivo colposo in merito al devastante rogo verificatosi nel comune di Sorico nella giornata di domenica 30 dicembre 2018.

    I due facevano parte di un gruppo di amici che intendeva trascorrere la fine dell’anno presso una baita della zona. E’ stato accertato che l’evento ha avuto origine in corrispondenza di un barbecue limitrofo ad una baita in località Fordeccia, presso il quale si stava preparando il pranzo del giorno in cui si è sviluppato l’incendio.

    Le condizioni climatiche della giornata, caratterizzate da un vento intenso, hanno fatto sì che la brace utilizzata per la cottura provocasse l’innesco delle fiamme presso la vegetazione secca di un prato adiacente all’abitazione. In pochissimi secondi la combustione si è propagata alle aree limitrofe trasformandosi in un incendio incontrollabile.

    L’evento, che a causa del perdurare delle condizioni di vento intenso si è protratto per diverse settimane ed è stato dichiarato estinto soltanto nella giornata di ieri, ha comportato la distruzione di una superficie di circa 1000 ettari di bosco di cui 350 ettari di conifere, per lo più pinete di pino silvestre, e 650 ettari di latifoglie (carpino, castagno e faggio).

    L’intensità delle fiamme ha cagionato anche il danneggiamento e la distruzione di diversi fabbricati, il ferimento di una persona e lamorte di decine di animali (pecore, conigli, ecc) custoditi presso alcune stalle della zona.

  • Dieci chili di marijuana in dogana: due arresti a Chiasso-Brogeda

    Dieci chili di marijuana in dogana: due arresti a Chiasso-Brogeda

    Due arresti – un cittadino montenegrino e una cittadina serba, entrambi 31enni residenti in Serbia – alla dogana di Chiasso-Brogeda.  La donna e l’uomo, alla guida di una vettura con targhe serbe in entrata in Svizzera, sono stati fermati dalle Guardie di confine al valico autostradale. A seguito della perquisizione sono stati rinvenuti a bordo dell’auto circa 10 chili di marijuana. Dopo l’interrogatorio da parte della Polizia cantonale i 31enni sono stati arrestati. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico ticinese Roberto Ruggeri.

  • Diffamazione su “Il Comasco”. Assolti direttore e giornalista

    Diffamazione su “Il Comasco”. Assolti direttore e giornalista

    Non ci furono affatto «affermazioni diffamatorie» e non fu lasciato intendere alcun «comportamento illecito» o «scorretto». Il direttore responsabile del mensile “Il Comasco”, Efrem Bordessa (44 anni, residente a Coldrerio, in Canton Ticino) e il giornalista Paolo Molteni, 61 anni, sono stati assolti dai giudici dell’Appello di Milano dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa. Una sentenza, quella meneghina, che ha ribaltato quanto era stato deciso in primo grado a Como con la condanna ad una pena rispettivamente di 4 mesi e 6 mesi.

    I fatti per cui si è finiti a processo fanno riferimento a un articolo datato dicembre 2009. In quel pezzo si lasciavano intendere presunti accordi tra un giornale e il comune di Erba per l’incarico di addetto stampa, che furono la base per una denuncia querela da cui partì la vicenda. Anche a Como, in un primo momento, il pm aveva chiesto l’archiviazione.