Categoria: Notizie locali

  • Ex Trevitex: il nuovo volto di Camerlata in aprile

    Ex Trevitex: il nuovo volto di Camerlata in aprile

    Il rendering del sovrappasso di via Badone

    Lavori al via in ottobre e cantiere finito – almeno per la prima parte – ad aprile. Sono i tempi di intervento sulla zona ex-Trevitex, il progetto che rivoluzionerà Camerlata: oggi il Comune di Como ha stipulato la convenzione con i privati. In sostanza, Esselunga aprirà un centro commerciale e in cambio dovrà anche realizzare una serie opere pubbliche nel quartiere per oltre cinque milioni di euro. Nella zona ex Trevitex nascerà un centro commerciale da 3.800 metri quadrati e un’area cinema/spettacolo altrettanto ampia; 800 metri quadrati sono destinati ai servizi, e altri 1.000 ai negozianti della zona con un canone agevolato. Secondo le stime del Comune, il nuovo centro commerciale creerà 130 posti di lavoro.  Oggi, come detto, la firma della convenzione, in Comune: il mese prossimo partiranno i lavori per il sovrappasso ciclopedonale di via Badone, la piazza pubblica nell’area della palazzina Ex Fisaac e l’allargamento di via Badone in corrispondenza dell’intersezione con via Paoli. Oggi, scattano anche 12 mesi di tempo per la presentazione dei progetti degli altri interventi sul quartiere, tra i quali la riqualificazione di via Varesina e di via Giussani.

    Tratto daEspansione TV

  • Google ha contato le gite dai parenti e amici sul Lario a dicembre e gennaio

    Google ha contato le gite dai parenti e amici sul Lario a dicembre e gennaio

    Durante le feste i comaschi hanno drasticamente abbassato gli spostamenti verso uffici, parchi, supermercati o stazioni, ma hanno incrementato la mobilità verso le zone residenziali per visitare parenti o amici. È quanto emerge da un’analisi di Google, il Rapporto sugli spostamenti della comunità. Il colosso digitale dei big data ha monitorato tramite gli smartphone la variazione negli spostamenti.

    «Lo scopo di questo set di dati – spiegano da Mountain View – è mitigare la diffusione del COVID-19. Non deve essere usato per finalità di diagnosi, prognosi o cure mediche. Non deve inoltre essere usato per avere indicazioni relative a piani di viaggio personali».

    I software di Google hanno confrontato gli spostamenti da domenica 29 novembre a domenica 10 gennaio a un valore medio di riferimento calcolato sull’inizio del 2020.Rispetto a questo valore, tra dicembre e gennaio in provincia di Como sono diminuiti del 64% gli spostamenti verso ristoranti, bar, centri commerciali, cinema e musei. È calata drasticamente – meno 52% – anche la mobilità verso le stazioni di trasporto pubblico (autobus, treni, metropolitane). Lievemente più contenuto ma comunque importante – 46% – il calo nella frequentazione di alimentari e farmacie.

    La tendenza a visitare e sfruttare i parchi è calata del 36%. Sul fronte lavoro, si nota un calo del 25% di mobilità verso gli uffici e i luoghi di produzione. Queste percentuali negative sono evidentemente l’effetto delle misure restrittive. Ma c’è un dato, uno solo, con segno “più”: è lo spostamento verso le zone residenziali, aumentato tra dicembre e gennaio del 14% rispetto al periodo.

  • Google ha contato le gite dai parenti e amici sul Lario a dicembre e gennaio

    Google ha contato le gite dai parenti e amici sul Lario a dicembre e gennaio

    Durante le feste i comaschi hanno drasticamente abbassato gli spostamenti verso uffici, parchi, supermercati o stazioni, ma hanno incrementato la mobilità verso le zone residenziali per visitare parenti o amici. È quanto emerge da un’analisi di Google, il Rapporto sugli spostamenti della comunità. Il colosso digitale dei big data ha monitorato tramite gli smartphone la variazione negli spostamenti.

    «Lo scopo di questo set di dati – spiegano da Mountain View – è mitigare la diffusione del COVID-19. Non deve essere usato per finalità di diagnosi, prognosi o cure mediche. Non deve inoltre essere usato per avere indicazioni relative a piani di viaggio personali».

    I software di Google hanno confrontato gli spostamenti da domenica 29 novembre a domenica 10 gennaio a un valore medio di riferimento calcolato sull’inizio del 2020.Rispetto a questo valore, tra dicembre e gennaio in provincia di Como sono diminuiti del 64% gli spostamenti verso ristoranti, bar, centri commerciali, cinema e musei. È calata drasticamente – meno 52% – anche la mobilità verso le stazioni di trasporto pubblico (autobus, treni, metropolitane). Lievemente più contenuto ma comunque importante – 46% – il calo nella frequentazione di alimentari e farmacie.

    La tendenza a visitare e sfruttare i parchi è calata del 36%. Sul fronte lavoro, si nota un calo del 25% di mobilità verso gli uffici e i luoghi di produzione. Queste percentuali negative sono evidentemente l’effetto delle misure restrittive. Ma c’è un dato, uno solo, con segno “più”: è lo spostamento verso le zone residenziali, aumentato tra dicembre e gennaio del 14% rispetto al periodo.

  • Gravedona ed Uniti, nasce il Comune

    Gravedona ed Uniti, nasce il Comune

    Voto a favore del consiglio regionaleDefinitivo via libera del consiglio regionale alla fusione dei tre paesi altolariani Gravedona, Germasino e Consiglio di Rumo (nella foto). Il nuovo maxi-comune si chiamerà Gravedona ed Uniti. Voto contrario della Lega favorevole al rispetto della volontà popolare.Leggi l’articolodiCampanielloinCRONACA

  • Hockey Como in trasferta:  sul ghiaccio a Merano contro la capolista

    Hockey Como in trasferta: sul ghiaccio a Merano contro la capolista

    Ultimo impegno del 2019 per l’Hockey Como. La formazione lariana di Italian League oggi alle 19.30 è impegnata in trasferta con il Merano, squadra prima in classifica, a quota 42 punti, alla pari con il Varese. I lariani sono invece noni e terzultimi. Nell’ultima gara disputata i biancoazzurri hanno perso in trasferta per 8-4 con l’Unterland Cavaliers. Nelle scorse ore il Como ha peraltro annunciato l’ingaggio del difensore Mauro Grisi, che già aveva militato con i lariani negli anni ’90.

  • Anche la politica locale si interroga sulla tragedia

    Il consiglio comunale di Como ieri si è fermato in segno di rispetto per don Roberto. E anche per invitare tutti a una pausa di riflessione. Ma se l’assemblea cittadina ha deciso di spegnere le luci per qualche ora, i politici, sebbene tutti scossi dalla tragedia, affrontano il delicato dibattito che ruota sui temi dell’accoglienza, dell’inclusione e del dovuto rispetto delle leggi, dividendosi. E subito c’è chi invoca una presenza maggiore dello Stato. «La tragedia è immane e non ci sono parole. Quello che invece si può dire è che è necessario applicare le leggi – afferma il consigliere di Fratelli d’Italia, Sergio De Santis – Gli irregolari non devono rimanere sul territorio. Lo sforzo maggiore deve essere quello di far rispettare le disposizioni in vigore. A partire dal nuovo regolamento di polizia locale che prevede i Daspo. Detto ciò, è ovvio che si debba aiutare chi è in difficoltà, prevedendo ad esempio un dormitorio anche diurno, sempre aperto, che permetta a chi vive per strada di avere un porto sicuro». Ma il consigliere è anche categorico sulla necessità di dare un messaggio dopo una simile tragedia. «Forse già da martedì o in questi giorni sarebbe un segnale se le autorità mettessero in essere un’azione di alleggerimento, intervenendo per portare fuori dal territorio quanti sono irregolari».Articolato il ragionamento dell’ex assessore Bruno Magatti (Civitas). «Don Roberto ha testimoniato la direzione in cui deve muovere un cristiano di quelli che non si accontentano di sventolare simboli di appartenenza. Soprattutto un cristiano che opera nella politica – dice Magatti – È alle istituzioni che affidiamo il compito di dettare le “regole” e di far sì che queste siano applicate con imparzialità, trasparenza e umanità. Le regole, ed è lo spazio della politica, possono e devono cambiare in ragione delle mutate condizioni. Ci sono le responsabilità, e qui c’è un primo fallimento, di chi è chiamato ad applicare le norme e c’è, altrettanto grave, quella di chi deve saper proporre norme lungimiranti in grado di farsi carico in modo diverso della complessità generata da un mondo che non si ferma dinanzi allo schioccare delle dita di qualcuno». Profondamente colpito da quanto accaduto il capogruppo di Forza Italia in consiglio, Enrico Cenetiempo. «Non ci sono parole, si tratta di qualcosa che sfugge a una normale comprensione – dice Cenetiempo – Ovvio che si debba cercare di intercettare con maggior puntualità i bisogni di chi vive per strada. Come altrettanto vero è che debba cambiare qualcosa anche a livello legislativo per quanto concerne i provvedimenti da usare per i rimpatri e le espulsioni». Parte dalle parole del vescovo invece Stefano Fanetti (Pd). «Monsignor Cantoni è stato chiaro al termine del rosario: “O ci salviamo insieme o ci danniamo insieme”. Da tempo Como è una città spaccata dalla questione dei senzatetto. Una realtà che richiede una soluzione condivisa da tutti per dare un’esistenza dignitosa a chi è costretto a vivere per strada e, allo stesso tempo, la totale sicurezza dei cittadini. Nella tragedia, dobbiamo trovare una determinazione ancora più forte per risolvere le circostanze di gravissima marginalità che abbiamo davanti ai nostri occhi ormai da troppo tempo – dice Fanetti – Non possiamo solo limitarci a parlare di dormitorio sì o dormitorio no ma si deve puntare anche e sempre di più sull’assistenza sociale e psicologica per evitare che i soggetti più problematici facciano male a se e agli altri». Infine il Movimento 5 Stelle. «Innanzitutto non bisogna strumentalizzare quanto accaduto. Il momento è di massimo dolore e accanirsi non serve anche perché non è certo quello che avrebbe voluto don Roberto – dice il capogruppo pentastellato Fabio Aleotti – Fa ovviamente riflettere il fatto che l’assassino non dovesse essere in Italia. È necessario avere norme più chiare e certe ma al tempo stesso più inclusive. Dobbiamo puntare sull’apertura più che sulla chiusura».

  • Bonaccini, governatore dell’Emilia:  «Tifo Cantù per Marzorati»

    Bonaccini, governatore dell’Emilia: «Tifo Cantù per Marzorati»

    «Quando vorrà, e si potrà, ospiteremo ben volentieri il presidente Bonaccini al PalaDesio». L’invito arriva dal presidente della Pallacanestro Cantù Roberto Allievi al governatore dell’Emilia Romagna.In un dialogo su Facebook con appassionati di basket, Stefano Bonaccini stava parlando del rientro in Italia di Marco Belinelli con la maglia della Virtus Bologna. E ad un interlocutore che lo credeva fan delle “Vu nere” la risposta è stata secca: «Per la verità tifo Cantù fin da bimbo per via di Marzorati».Bonaccini è nato nel 1967 e da giovane seguace della pallacanestro ha vissuto gli anni migliori del club canturino, con i successi non soltanto in Italia, ma anche a livello internazionale. Di quella squadra il capitano era appunto Pierluigi Marzorati, all’epoca play dei brianzoli e della Nazionale. Presidente era invece Aldo Allievi, scomparso nel 2011 e papà dell’attuale numero uno, Roberto. Quest’ultimo ha ovviamente letto con piacere il messaggio del politico e ha colto la palla al balzo: «Ci fa molto piacere scoprire che il presidente di Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, non solo sia appassionato di basket ma anche nostro tifoso – è il messaggio di Allievi – Ovviamente lo attendiamo al PalaDesio per tifare insieme la nostra amata Pallacanestro Cantù, non appena le norme lo consentiranno». Le partite, infatti, per il Covid, si svolgono a porte chiuse.La squadra di casa nostra in quel periodo aveva sicuramente un grande appeal non soltanto sui canturini. Lo testimonia la dichiarazione di Bonaccini, che è originario di Modena e aveva come “vicine di casa” due formazioni di grande tradizione come la Virtus e la Fortitudo Bologna. Ma la sua scelta è stata per Cantù. Non a caso, un altro politico nato in quel periodo, Enrico Letta (classe 1966) è pure appassionato di basket e della compagine brianzola.«Perché sono diventato tifoso di Cantù? Perché quando ero piccolo mi sono innamorato delle imprese della squadra con Pierluigi Marzorati e Antonello Riva. Era un periodo in cui pensavo di essere anche un buon giocatore», ha detto Letta in una intervista all’epoca in cui era presidente del consiglio.«Quando ero giovane giocavo a basket nel Cus Pisa e avrei voluto essere come Marzorati – ha aggiunto l’ex premier – Ma siccome ero il più alto mi avevano messo a fare il pivot: non ho imparato bene a palleggiare e i fondamentali. Così ho smesso, perché non ero all’altezza».Tra gli altri tifosi noti dei brianzoli spicca il giornalista Massimo Marianella, che quest’anno ha tra l’altro presentato la rosa nell’incontro che ha aperto la stagione al lido di Villa Olmo.Anche l’ex prefetto di Como Bruno Corda, ora a Cagliari con lo stesso ruolo, si faceva vedere spesso al palasport Pianella, all’epoca sede degli incontri della squadra. Appena arrivato non aveva nascosto la sua soddisfazione di essere nella città capoluogo della provincia di cui fa parte Cantù. «Non lo dico perché sono qui – aveva dichiarato – Da sempre sono un fan di Cantù».Tra i personaggi che negli anni si sono visti al palasport anche esponenti del mondo dello spettacolo legati a qualche cestista.La showgirl Paola Barale, amica della famiglia di Antonello Riva, era sempre in tribuna a Cucciago quando il giocatore era tornato in Brianza negli anni finali della sua gloriosa carriera.Il comico Enzo Jacchetti aveva conosciuto Giuseppe Bosa al mare e ogni tanto compariva negli anni ’90 per sostenerlo, come aveva raccontato in una intervista dell’epoca.

  • Calcio Como, accordo per Cicconi, ora tocca a H’Maidat

    Calcio Como, accordo per Cicconi, ora tocca a H’Maidat

    Anche nella nuova stagione Manuel Cicconi giocherà con la maglia del Como, la società in cui è cresciuto e in cui in passato è stato protagonista suo papà Massimo.Una notizia che era praticamente scontata, visto che il talentuoso giocatore domenica era partito con il resto della squadra per il ritiro di Arona. Ieri la conferma dell’accordo con la Virtus Entella: si tratta di un trasferimento a titolo temporaneo, un prestito secco per il campionato 2020-2021.«Sono molto contento, volevo fortemente continuare la mia esperienza in azzurro e so che il direttore Carlalberto Ludi e mister Marco Banchini credono molto in me – ha spiegato Manuel – Conosco l’ambiente e i compagni quindi la cosa che dobbiamo assolutamente fare è giocare bene e migliorarci giorno per giorno per fare un altro salto di qualità».La formazione lariana ha appena iniziato il lavoro di preparazione sulle rive del lago Maggiore, con base ad Arona e sede degli allenamenti a Borgomanero. Domenica prossima la compagine è attesa dalla prima amichevole, anche se per ora non è stato definito l’avversario, visto che, al di là di un discorso puramente agonistico, tutto deve essere organizzato seguendo i protocolli per il Covid-19.Mentre i giocatori e lo staff tecnico sono al lavoro, il direttore Ludi, con la supervisione di Dennis Wise – consulente della società sempre più coinvolto nel progetto azzurro – sta procedendo nel lavoro per rinforzare la rosa. Il prossimo passo sarà il prolungamento del contratto con Ismail H’Maidat, elemento giunto sul Lario un anno fa e atteso dal salto di qualità definitivo. Rimane caldissima la pista che porta al 26enne Tommaso Arrigoni, centrocampista cresciuto al Cesena, nell’ultimo torneo in forza al Siena.

  • Ciclismo: l’ex tecnico azzurro Antonio Fusi torna operativo

    Ciclismo: l’ex tecnico azzurro Antonio Fusi torna operativo

    Antonio Fusi torna in prima linea. Il Team Colpack Ballan di ciclismo ha annunciato infatti l’inizio della collaborazione con il tecnico di Lurago d’Erba, che si affianca a Maurizio Mazzoleni quale responsabile della performance.La formazione bergamasca gareggia nella categoria Elite ed Under 23, ed dal 2019 è Uci Continental Team: i suoi corridori gareggiano dunque nelle prove “Open” con i Professionisti.Il comasco Fusi, a sinistra nella foto, nella sua carriera ha ricoperto il ruolo di Commissario tecnico delle Nazionali di ciclismo, Under 23 e Juniores dove ha raccolto titoli mondiali e medaglie, sia in linea che a cronometro. Tra i risultati più importanti quello del Mondiale di Lugano del 1996 con quattro atleti che hanno monopolizzato le prime posizioni nella prova Under 23, nell’ordine Giuliano Figueras, Roberto Sgambelluri, Luca Sironi e Paolo Bettini.Non soltanto, nella rassegna iridata elvetica l’Italia conquistò l’oro e argento nella crono (con Sironi e Sgambelluri).Paradossalmente l’unico a tornare senza medaglie fu Paolo Bettini, l’unico di quegli atleti che sarebbe stato destinato a una carriera di altissimo livello, con – tra le altre – la vittoria di due Mondiali, nella corsa in linea alle Olimpiadi di Atene e di due Giro di Lombardia con traguardo a Como in piazza Cavour.Antonio Fusi ha guidato anche la Nazionale maggiore tra il 1998 e il 2000; il miglior risultato il bronzo del toscano Michele Bartoli ai Mondiali in Olanda, a Valkenburg aan de Geul.«Quello di Fusi era l’innesto che ci voleva – afferma Antonio Bevilacqua, team manager della Colpack Ballan – è un uomo di grande esperienza e ancora ricco di entusiasmo e passione per il lavoro. Il suo compito è quello di seguire i ragazzi anche negli allenamenti e fare in modo che tutti siano supportati al meglio».Fusi commenta così il suo rientro: «Sono felice di lavorare con un team organizzato e serio come Colpack Ballan. Dal canto mio credo di poter portare, in sinergia con Mazzoleni, la mia professionalità. Lui è uomo di analisi numerica e con un curriculum importante, io amo stare sul campo e quindi ci completiamo bene».«Ritengo che i ragazzi vadano seguiti anche in allenamento perché in questo modo puoi vedere da vicino come lavorano e raccogliere le loro sensazioni – aggiunge Antonio Fusi – Inoltre, essendo io un insegnante da poco in pensione, credo di poter portare anche il mio contributo educativo. Il fatto di essere rientrato in questo ambiente mi fa sentire bene, felice come se fossi un ragazzino».

  • Classi troppo numerose, soprattutto nella primaria

    La scuola comasca e lombarda ha problemi strutturali e di affollamento delle classi. Secondo un’analisi diffusa ieri dalla società Das Italia, le classi meno affollate si trovano in Calabria, Basilicata e Molise.A fronte di una media nazionale di 20,34 alunni per classe, l’Emilia Romagna è la regione con la più alta densità di alunni (21,86) seguita da Lombardia (21,44) e Toscana (21,24).

    In Lombardia si registra un maggiore affollamento nella scuola primaria con una media di 20,15 alunni per classe che collocano la regione al secondo posto assoluto in Italia con 412.089 studenti distribuiti in 20.456 classi. Gli altri ordini scolastici fanno rilevare, invece, una densità di studenti più bassa. Nella scuola dell’infanzia la media lombarda è di 22,48 alunni per sezione (106.683 iscritti e 4.746 sezioni). Per la scuola media la densità è di 21,66 alunni per classe, alle spalle di Emilia-Romagna (22,44) e Toscana (21,86). Per quanto riguarda gli istituti superiori 386.862 studenti sono suddivisi in 17.155 classi con una media di 22,55 alunni per ogni classe, che collocano la Lombardia dietro Emilia Romagna (22,99) e Veneto (22,65).