Categoria: Notizie locali

  • Doppia traversata del lago per Alveare e Sociolario

    Doppia traversata del lago per Alveare e Sociolario

    Il progetto di raggiungere a nuoto l’Isola d’Elba da Piombino è stato nuovamente rinviato, ma i due “maratoneti benefici” del nuoto, Michele Bottinelli, cartolaio olgiatese di 47 anni e Alberto Ghielmetti, pasticcere 46enne, non riescono proprio a stare fermi. Da tre settimane stanno preparando con intensi allenamenti nelle acque del Lario una nuova impresa. Una doppia traversata del Lago di Como, come doppio è l’obiettivo solidale, ovvero aiutare come in passato l’Alveare onlus di Olgiate, ma anche la Cooperativa Sociolario di Como.

    Si tratta di due realtà che promuovono da sempre il benessere e l’inclusione sociale dei disabili. «Non volevamo fare la stessa cosa dell’anno scorso – spiega Bottinelli – così raddoppiamo: da Cernobbio a Blevio e ritorno a nuoto, trainando l’imbarcazione con i due equipaggi delle associazioni».L’appuntamento non è così vicino, l’impresa è fissata per il 19 settembre, ma l’operazione solidarietà è partita proprio in questi giorni. «Per la traversata dell’Elba avevamo pensato al progetto “un euro al metro”, lo faremo anche sul lago – dice ancora Bottinelli – Chi vuole può accompagnare le nostre traversate con un contributo, di un euro ogni metro, per gli oltre 5mila che faremo a nuoto». Ma quota 5mila euro da destinare alle due associazioni non è l’ultimo traguardo.

    «Abbiamo anche realizzato dei braccialetti con i colori delle associazioni: si possono acquistare nei nostri negozi con un contributo, vogliamo che siano in tanti a nuotare idealmente con noi per l’Alveare e Sociolario», conclude. Sulla pagina Facebook “uneuroalmetro” si trovano tutte le indicazioni dell’iniziativa e di come diventarne protagonisti con Michele e Alberto.

  • Ecolario, il festival dell’ambiente sbarca a Como

    Ecolario, il festival dell’ambiente sbarca a Como

    Tre giorni di laboratori, conferenze, escursioni, pulizia del verde e film

    Dodici associazioni uniscono idee e forze per “Ecolario”, il primo festival dedicato all’ambiente organizzato a Como. Da oggi a domenica, tre giorni di laboratori, conferenze, escursioni, interventi di pulizia, proiezioni cinematografiche ed eventi dedicati alla cultura della sostenibilità per riflettere insieme sul tema ambientale.Si comincia questa sera, alle 20, con la conferenza introduttiva in piazza Cacciatori delle Alpi a Como (in presenza con ammesse massimo 150 persone, oppure online su Twitch e Facebook). Saranno presenti tutte le realtà che hanno partecipato alla realizzazione di Ecolario. Dopo le presentazioni, il racconto del Festival e il coinvolgimento del pubblico, sia da casa che da remoto.Domani, dalle ore 8, si animerà il mercato dei produttori di Rebbio nel Parco dei Missionari Comboniani, in via Salvadonica 3. Un mercato che si tiene tutti i sabati mattina a Rebbio da ormai più di dieci anni e che, in occasione di Ecolario, si è arricchito con due appuntamenti: alle 9.30 e alle 10.30, il laboratorio “Il sentiero del clima” per bimbi dai 3 ai 10 anni a cura di Wwf – Oasi del Bassone (iscrizione obbligatoria alla mail mercatoproduttoricomorebbio@gmail.com). Alle 11, ci sarà una tavola rotonda con i produttori locali che raccontano gli effetti del cambiamento climatico sulle colture, prendendo spunto dal libro Terra Bruciata di Stefano Liberti, presentato da Giacomo Magatti.In contemporanea, alle 9.30, ci sarà una biciclettata con partenza da Villa Olmo, arrivo al Parco Negretti e ritorno. Al Parco Negretti sarà allestito un punto di ristoro.Alle 10, ai Giardini di fronte al Tempio Voltiano, a Villa Geno e in viale Varese, ci si riunirà per pulire alcune aree pubbliche di Como, mentre, alle 15, sono previsti un laboratorio fotografico nel Parco Regionale della Spina Verde e un’escursione lungo il Cosia.Alle 21.30, nello Spazio esterno del Cinema Gloria, in via Varesina, verrà proiettato il film Plastic River di Manuel Camia, incentrato sull’impegno annuale di un ragazzo milanese che, a bordo del suo kayak, risale i laghi e i fiumi lombardi ripulendoli dai rifiuti di plastica.Gli eventi continueranno anche domenica 27 giugno, a partire dalle 9, con un laboratorio del riuso in piazza Martinelli, una passeggiata per pulire i sentieri della Spina Verde e una divertente caccia al tesoro nel centro storico di Como.Dalle 15 alle 17, a Palazzo Terragni, è in programma una conferenza sulla moda sostenibile a cui presenzierà anche Raffaele Cattaneo, assessore all’ambiente e clima della Regione Lombardia.Infine, alle 21.30, al Museo Garibaldi, in piazza Medaglie d’oro, il film Più forti dell’acciaio prodotto da ManiTese.Il racconto di tre persone, tre vite diverse, tre luoghi distanti, tutti legati da un unico filo conduttore: l’acciaio. Saranno presenti vari ospiti, tra cui una dottoranda dell’Università degli Studi dell’Insubria e realtà che si occupano di Economia Circolare.Tutti gli eventi sono gratuiti. È però necessaria la prenotazione del biglietto tramite il sito www.ecolariocomo.com/biglietti.

  • Giro di Lombardia, partenza da Como il 9 ottobre

    Giro di Lombardia, partenza da Como il 9 ottobre

    La notizia è stata comunicata agli organizzatori locali da Rcs Sport: il Giro di Lombardia 2021, in programma sabato 9 ottobre, scatterà da Como e arriverà a Bergamo. Dopo quattro anni di arrivi sul Lario, gli organizzatori hanno dunque optato per un cambio di percorso.«Faremo di tutto per far sì che anche questa volta, come negli anni scorsi quando la corsa terminava in piazza Cavour, l’appuntamento con il Giro di Lombardia, uno tra i più importanti eventi ciclistici, sia appagante per tutti gli appassionati e dia, come sempre, grande visibilità al nostro territorio», spiegaPaolo Frigerio, coordinatore dell’organizzazione locale per il Lombardia.È una delle cinque “classiche-monumento”, quindi una delle cinque corse più importanti a livello mondiale. Le altre sono il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix, la Milano-Sanremo e la Liegi-Bastogne-Liegi.Nei prossimi giorni Frigerio incontrerà l’amministrazione cittadina per iniziare a pianificare la partenza del Giro in città. Come già in passato, potrebbe essere confermato il via dalla zona di piazza Cavour-portici Plinio con i suggestivi passaggi in centro sotto il Duomo, in via Vittorio Emanuele e a Porta Torre. Tra i “sogni” anche quello di creare una sorta di villaggio del Giro di Lombardia in piazza Volta.Gli ultimi vincitori del Lombardia a Como sono stati Jacob Fuglsang (2020), Bauke Mollema (2019), Thibaut Pinot (2018) e Vincenzo Nibali (2017).

  • A Gravedona un rarissimo “Cristo con la gonna”

    Un dipinto in attesa di restauro come il luogo che lo custodisce, in una parete laterale, collega il Lario alla Spagna e alla Sicilia.L’oratorio gravedonese della Madonna (o Beata Vergine) della Soledad, edificio barocco che si affaccia sulla piazzetta dell’antico molo di Carale, attuale piazza Mazzini, appartiene alla famiglia Motti.Fu voluto come oratorio gentilizio e con dedica alla Madonna della Soledad (Nuestra Señora de la Soledad) dal gravedonese Giovan Battista Giovannini (Gravedona 1636-Madrid 1691), diventato in Spagna chirurgo personale di Giovanni d’Austria, figlio naturale di Filippo IV.Un inventario riferisce che in questo oratorio gravedonese fosse un tempo conservato in adeguata teca di piombo il cuore di Giovanni d’Austria, prelevato dopo l’autopsia.Ha studiato questo luogo lariano – che non è aperto al pubblico ed è in attesa di essere promosso come luogo del turismo culturale – e il dipinto originalissimo che esso ancora ospita, Paolo Militello, docente di storia moderna all’Università di Catania, in un articolo della rivista culturale “Altolariana”, periodico della omonima società storica gravedonese.Il saggio intitolato Sulle tracce del Cristo di Burgos. Storie di uomini e dipinti del Seicento tra Castiglia, Lombardia e Sicilia è stato poi riedito nel volume dello stesso Militello Storie mediterranee edito da Carocci con una autorevole postfazione di Maurice Aymard, storico, successore di Fernand Braudel alla direzione della Maison des Sciences de l’Homme e directeur d’études presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Che sottolinea come la ricerca di Militello individua nel triangolo “Madrid-Gravedona-Scicli” «la struttura spaziale del dominio spagnolo sul Mediterraneo occidentale».In questo oratorio gravedonese, ecco il perno della storia: c’è un dipinto senza firma né data raffigurante il “Cristo di Burgos” di provenienza spagnola e quasi sicuramente, si legge nel saggio, donato dallo stesso chirurgo Giovannini.Gesù vi si staglia dal fondo scuro in croce vestito solo di un panno bianco, impreziosito da una fascia di merletto, che lo copre dai fianchi fin quasi alle caviglie. Un “Cristo con la gonna” simile al Cristo di Burgos di Scicli venerato nella chiesa di San Giovanni Evangelista.Ma la storia parte dal Trecento, nella ricostruzione di Militello.Un mercante si salva da una tempesta in mare grazie a una statua che raffigura Cristo, rinvenuta in una cassa galleggiante. Un Cristo snodato, particolarmente realistico.Un segno della benevolenza divina, che il mercante riconoscente donerà ai frati agostiniani di Burgos, dando così il via al culto fonte di miracoli nella Cattedrale della città. Semplici fedeli, ma anche santi e regnanti, giungeranno da tutta la Spagna per venerare il “Cristo di Burgos”, compresa la regina Isabella di Castiglia.E Gravedona? Come ricorda Militello, nel Seicento era parte dei domini spagnoli periferici, e si caratterizzava per un importante movimento migratorio: operai, artigiani, artisti, commercianti, andavano a cercar fortuna dal Lago di Como giù in Sicilia (soprattutto a Palermo). Da parte sua il Cristo venerato a Burgos dopo lo scampato naufragio aveva dato vita a una fiorente iconografia pittorica. «Fra i modelli iconografici, particolare successo ebbe quello realizzato nei decenni centrali del Seicento – dice Militello – da Mateo Cerezo el Viejo, pittore attivo tra il 1636 e il 16791, padre del più celebre Cerezo el Joven e autore di un’immagine del Cristo di Burgos riprodotta da decine di suoi allievi o imitatori, più o meno anonimi. Tra questi ci sentiamo di annoverare anche i nostri due dipinti, molto simili tra loro, che del modello “cereziano” sembrano riprendere le linee generali».Il Cristo di Burgos venerato a Scicli del 1695 si deve alla mano del pittore castigliano Joan a Plazin.«Allo stato attuale delle conoscenze sono gli unici attestati in Italia» sottolinea nel suo saggio Militello parlando dei dipinti di Scicli e Gravedona ispirati dalla statua castigliana «e – prosegue – la particolarità della presenza, in due città agli antipodi del territorio italiano, di un’iconografia a prevalente diffusione ispano-americana. Cosa, o chi, ha portato i due quadri a Scicli e a Gravedona? Per mancanza di fonti documentarie non siamo ancora stati in grado di dare una risposta certa a questa domanda, ma abbiamo potuto segnalare le due opere d’arte, finora poco conosciute, e formulare delle ipotesi sulle loro storie e i loro spostamenti, basandoci sulle tracce e sugli indizi che esse ci hanno lasciato».Il saggio di Militello non è che un esempio della ricca messe di ricerche che la rivista ha prodotto in questi anni: indagini di archivio che svelano i retroscena dei tesori d’arte dell’Alto Lario e che spesso si possono leggere come avvincenti avventure di scoperta. “Altolariana” fa sapere Pieralda Albonico Comalini, anima della società storica gravedonese, ha pronto il nuovo numero di oltre 500 pagine e festeggia i suoi primi 10 anni di attività.

  • A Villa Olmo domenica “Procedura penale” di Buzzati con musiche di Chailly

    A Villa Olmo domenica “Procedura penale” di Buzzati con musiche di Chailly

    Il Conservatorio “G. Verdi” porta in scena domenica nel salone d’onore di Villa OlmoProcedura penale, opera buffa in un atto di Luciano Chailly su libretto di Dino Buzzati.La preziosa proposta musicale rientra in “900 in camera”, il nuovo progetto del Conservatorio nato da un’idea del Maestro Stefania Panighini, regista e docente di Arte scenica presso il medesimo Conservatorio. Pensato su un arco di programmazione triennale, 900 in camera ha come oggetto la realizzazione di opere da camera del ‘900 italiano, pressoché dimenticate. Lo spunto nasce dalla tradizione musicale di Villa Olmo, che negli anni sessanta diede vita a un Festival di teatro musicale, portando alla ribalta musicisti come Luciano Chailly (1920-2002), Raffaello de Banfield (1922-2008) e Bruno Bettinelli (1913-2004). Nel 1958 infatti Giulio Paternieri, allora sovrintendente del Teatrino di Villa Olmo, commissionò a Chailly un’operina che avrebbe dovuto far parte di un trittico di lavori contemporanei insieme a quelli di Bettinelli (La smorfia) e di de Banfield (Colloquio con il tango), e per la quale il libretto sarebbe stato scritto da Dino Buzzati. Chailly avrebbe voluto come soggetto il racconto Il mantello, ma Buzzati gli propose Quarto grado, che sarebbe poi diventato Procedura penale. “Siamo in una casa elegante, borghese, si parla del più e del meno, le solite cretinate (potrebbe essere anche un pranzo, o un cocktail party). Poi ecco arriva l’invitata. Convenevoli, eccetera. La fatua conversazione prosegue. Senonché a un certo punto all’invitata fanno una domandina apparentemente indifferente, e poi un’altra e poi un’altra. In breve, con progressione che stringerà sempre più i tempi, l’invitata subisce un interrogatorio serratissimo dal quale lei risulterà colpevole di un orribile delitto. E i membri della famiglia che la ospitano si muteranno via via in accusatore, poliziotto, giudice, testimone e così via. Finché all’epilogo, quando la condanna a morte sembra inevitabile e la concitazione del dialogo e della musica ha raggiunto il massimo, tutto il funesto incanto si rompe e, senza soluzione di continuità riprende, come se nulla fosse accaduto, il banale tranquillo dialogo iniziale”. Così Buzzati raccontò la trama in una lettera al compositore. Due diversi cast di cantanti si alterneranno, uno nella rappresentazione delle 17:00, e l’altro nella replica delle 18:30. Protagonisti dell’opera la contessa, l’imputata, interpretata dai soprani lirici Park Khumyun e Chiara Negretti; le gemelle, interpretate dai soprani Elisa Amedei, Bo Ruan e Yanni Liu, Giulia Bevilacqua; Titti, interpretata dai soprani lirici Carolina Facchi e Yoo Soyeon; Paola Isoscele, interpretato dal mezzo soprano Benedetta Mazzetto; Giandomenico, interpretato dal baritono Shuao Zhang; Polcevera, interpretato dai tenori Masaya Habu e Ye Teng. I cantanti saranno accompagnati da una piccola orchestra diretta dal Maestro Bruno Dal Bon: violini, Elena Zibetti, Emanuele Caliguri, Ludovico Carangi, Maria Grokhotova; viole, Gaia Malandrin, Letizia Ricciardi, Massimiliano Broserà; violoncelli, Matilde Pesenti, Chiara Maffeis; contrabbasso, Marco di Francesco; flauto, David Monge; saxofono, Lorenzo Peccedi; timpani, Ginevra Palo; batteria, Samuele Marelli; pianoforte, Gaia Gervasini.

    INTERVISTA ALLA REGISTA STEFANIA PANIGHINI.

  • Al via ieri la movida con “silenziatore”

    Al via ieri la movida con “silenziatore”

    In centro città Il piano del Comune impegna i gestori dei locali a controlli rigorosiIn piazza Mazzini stop alla musica alle 23. Molte le novitàPiazza Mazzini sperimenta la movida con il silenziatore. Secondo il piano messo a punto dal settore Attività produttive del Comune di Como, e in vigore da ieri sera, i gestori dei locali dovranno controllare con maggior severità il comportamento dei loro clienti. Non verranno servite bevande a chi non sia seduto ai tavoli degli esercizi. Stop alla diffusione della musica alle 23 e apparecchi di condizionamento spenti alle 23.30.Leggi l’articolo…Fabrizio Barabesiin CRONACA

  • Al via il progetto  musicale “Cartapesta” che coinvolge quattro atleti della nazionale olimpica

    Al via il progetto musicale “Cartapesta” che coinvolge quattro atleti della nazionale olimpica

    Parte “Cartapesta”, un progetto pop che nasce qualche mese fa dalla collaborazione tra il cantante Roberto Colzani, comasco classe ’96, e due ragazzi monzesi del ’98, Riccardo Diecidue, musicista, e Carlo Banchelli, autore.Il 4 giugno, dopo la pubblicazione a novembre del primo singolo “Rimani” (https://www.youtube.com/watch?v=QwmhVynzckU), uscirà il loro secondo brano, dal titolo “Quello che si perde”, una canzone che racconta della paura di fallire, del timore di perdere quei sogni che inseguivamo da bambini, della forza di non mollare per “andare insieme a toccare le stelle”.Il 7 giugno uscirà poi il videoclip relativo che vede la partecipazione di quattro atleti della nazionale olimpica: il campione italiano di salto in alto Gianmarco Tamberi, la karateka campionessa mondiale Sara Cardin, il campione del mondo di Skating Lorenzo Guslandi e la medaglia d’oro europea di ginnastica artistica Enus Mariani. Lo sport come metafora della perseveranza e della capacità di superare gli ostacoli della vita.«Quello che si perde è un brano che parla d’amore, di coraggio e di speranza – dicono gli artisti –Nella vita capita di sentirsi smarriti, persi tra la necessità di trovare una strada sicura e il desiderio di inseguire i nostri sogni. Da bambini ci crediamo più legittimati a fantasticare. Crescendo, la paura del giudizio altrui e le insicurezze ci allontanano dai nostri desideri. Ma forse è proprio da grandi che meritiamo di darci la possibilità di sognare. Quando siamo pronti ad affrontare il mondo con la giusta maturità e la consapevolezza degli adulti».

  • Alessandro Martire, arrivano i remix

    Sarà il duo elettronico MATHAME a inaugurare, con “Breath” il 16 aprile (presave: https://orcd.co/breathmathameremix), l’uscita dei remix di quattro brani del pianista e compositore comasco Alessandro Martire, contenuti nell’album “Share the world”, uscito esattamente un anno fa per Carosello Records, ispirato al tema del viaggio e della condivisione.

    Quattro in tutto le uscite previste, una a settimana, a partire dal 16 aprile. Dopo “Breath”, a cura dei Mathame, infatti, è prevista l’uscita del remix di “Shadows of desire”, firmato dal duo emiliano Havoc & Lawn (23 aprile), di “Truth”, a cura dell’americano BLR (30 aprile) e infine di “A turn of the page”, firmato dal catalano John Talabot (7 maggio).

    E così la musica di Martire diventa sequenze talora dance, talora più marcatamente elettroniche. Le melodie di Martire a volte restano riconoscibili, altre volte si fondono e si confondono nelle operazioni visionarie dei dj.

    “Al primo ascolto è stato strano riascoltare i miei brani in queste nuove vesti – spiega Alessandro – Subito dopo però è prevalso l’apprezzamento per questi remix che alla fine penso rivelino una natura sommersa intrinseca a queste melodie, della quale io stesso non ero del tutto consapevole. Ho scoperto con piacere che il mio genere di musica, oltre a essere particolarmente adatto a utilizzi cinematografici, ben si sposa con il mondo dell’elettronica e della musica dance. Collaborare con dj fama internazionale poi è stato molto gratificante. Era un tipo di collaborazione che desideravo da tempo.”Martire è famoso per i suoi concerti in luoghi inusuali come quello sul lago di Como a bordo di una piattaforma galleggiante o sulla superficie di un lago ghiacciato.

  • Alvaro Molteni a Villa Leoni. Binomio d’arte tutto comasco

    Alvaro Molteni a Villa Leoni. Binomio d’arte tutto comasco

    Pittura e architetturaAstrattismo e Razionalismo dal 26 giugno a OssuccioAccoppiata d’eccezione di Astrattismo e di Razionalismo, da giovedì 26 giugno. Compie 70 anni Villa Leoni, lo storico edificio di Ossuccio, una delle perle del Razionalismo lariano, situata nell’incantevole contesto della “Zoca de l’Oli”, di fronte all’Isola Comacina. E per celebrare l’anniversario, la proprietà della Villa ha scelto di esporre alcune opere del decano degli astrattisti comaschi, Alvaro Molteni, classe 1920.La mostra, aperta nei giorni 26, 27, 29, 30 giugno e 1, 2,

    3 luglio con visite guidate su prenotazione (costo euro 15), propone un breve ma significativo percorso attraverso le principali tappe della ricerca dell’artista, oggi 94enne.Una dozzina di opere (tra le quali un polimaterico del 1947, mai esposto al pubblico) racconta lo sviluppo dalle prime sperimentazioni astratte nell’ambito dell’influenza del Gruppo Como (Molteni ha frequentato assiduamente i grandi maestri comaschi), all’espressione polidimensionale, fino al rigore lirico dei dipinti più recenti.Il felice connubio tra gli ambienti di Villa Leoni, progettati dall’architetto Pietro Lingeri, e le opere di Molteni ripropone oggi un soffio dell’atmosfera ricca di fervida creatività che animava Como negli anni Quaranta.«Da tempo desideravamo organizzare un evento culturale, aperto al pubblico, per far vivere questo esempio di architettura razionalista, affinché possa essere riscoperto non solo da turisti e professionisti ma da chiunque ami queste zone – affermano Chantal Forzatti e Alessandro Galbiati, architetti e appassionati d’arte, oggi proprietari di Villa Leoni – Siamo felici di festeggiare i settant’anni della villa con le opere di un maestro che rappresenta un’alta espressione del territorio comasco ed è interprete di quella stessa corrente progettuale e artistica da cui è nato l’edificio».Eccezionalmente saranno visitabili anche gli interni della Villa, commissionata all’architetto Pietro Lingeri da Raffaele Leoni e dalla moglie Diana Peduzzi, industriali nel settore dolciario, che proprio sulle sponde del Lario avevano voluto la propria residenza estiva.Progettata negli stessi anni delle case per artisti sull’Isola Comacina, Villa Leoni a Ossuccio segna per Pietro Lingeri un’ulteriore tappa in quella ricerca di un’architettura razionalista e mediterranea, caratteristica comune dell’architettura italiana tra le due guerre.Nel 1941 Alberto Sartoris la inserisce infatti nella prima edizione della sua Encyclopédie de l’architecture nouvelle, a testimonianza della vocazione del Razionalismo a farsi mediatore di un equilibrio tra astrazione e natura.Commissionata nel 1938, viene iniziata nel ‘41 e terminata nel ‘44.È con l’ultimo restauro appena concluso che la villa, vincolata ai Beni Culturali poiché classificata come monumento storico, è tornata al suo antico splendore e al territorio cui appartiene.Oggi Villa Leoni è inserita in un programma di valorizzazione territoriale, con lo scopo di far riscoprire a professionisti e turisti un raro esempio di architettura razionalista perfettamente mantenuto ed inserito in uno dei paesaggi più suggestivi del Lago di Como.Alvaro Molteni si è formato alla Scuola d’Arti e Mestieri “Gabriele Castellini” e durante gli ultimi anni scolastici ha lavorato come apprendista nello studio del pittore Pietro Persicalli. Ottenuta la qualifica di disegnatore professionale, è passato allo studio Sala e Galli, dove ha conosciuto Aldo Galli.Ha lavorato subito dopo nello studio di Carla Badiali iniziando a frequentare con sempre maggiore assiduità Manlio Rho e sviluppando la propria formazione artistica sotto la guida dei grandi astrattisti comaschi.Sue opere sono state inserite nella mostra “Astrattismo storico italiano, il caso Como”, a cura di Luigi Cavadini.

  • Andrea Branzi ospite al Melotti di Cantù

    Andrea Branzi ospite al Melotti di Cantù

    Prosegue al Liceo artistico “Fausto Melotti” di Cantù il ciclo di incontri “Le officine dei sensi”, percorso didattico ed esperienziale a cura dei docenti Daniela Cairoli e Alfredo Taroni. Questa settimana è stato protagonista lo scrittore e medico comasco Andrea Salonia, formatosi al Collegio Gallio e docente all’Università San Raffaele. Il 27 aprile sarà la volta del grande architetto e designer Andrea Branzi che incontrerà studenti e docenti insieme con la moglie Nicoletta Morozzi, sempre in videoconferenza.