Categoria: Sport

  • Challenger Atp di tennis. vince il portoghese Pedro Sousa

    Challenger Atp di tennis. vince il portoghese Pedro Sousa

    La premiazione del torneo comasco

    Un corpo a corpo a rete tra Pedro Sousa e Marco Cecchinato, decide la 12esima edizione del Challenger Atp “Città di Como”. E ancora una volta l’Italia, che non vince questo torneo stregato per gli azzurri dal 2006 (Simone Bolelli al termine di una combattutissima finale con l’indimenticato Federico Luzzi), rimane a bocca asciutta.

    Ad alzare al cielo il trofeo lariano è stato il portoghese Sousa, testa di serie numero 4, che quest’anno aveva già battuto Cecchinato in semifinale a Francavilla. Anche allora la partita era stata decisa in tre set proprio come oggi, con il punteggio conclusivo di 1-6 6-2 6-4.

    Un match combattuto soprattutto nell’ultima frazione, in cui l’azzurro era avanti di un break (3-1). Sousa, come del resto in tutta questa settimana, non ha mollato un punto, è risalito 3-3 e nel braccio di ferro finale l’ha spuntata con il break proprio all’ultimo, quando Cecchinato sul 4-5 serviva per rimanere nel match.

    Applausi dunque al portoghese, che allunga la striscia di successi sulla terra a dieci match (ha vinto in Repubblica Ceca a Liberec e ora a Como), quattordici su quindici se si considera la finale persa a Tampere in Finlandia. Sousa, insomma, sta attraversando il miglior momento della sua carriera.

    Una vittoria non banale visto che il tabellone aveva riservato al lusitano, tifosissimo del Benfica, una marcia complicata: il “caldo” Elias Ymer all’esordio, poi l’idolo di casa Andrea Arnaboldi, il campione uscente Kenny De Schepper e, ieri, l’astro nascente Corentin Moutet. In tre incontri tra l’altro, finale compresa, Sousa ha vinto in rimonta dopo aver perso il set iniziale. Segno di una solidità mentale notevole.

    “Voglio congratularmi comunque con Marco Cecchinato per questa finale – ha detto Pedro Sousa al termine – E’ stata una settimana meravigliosa, in un posto bellissimo che mi ha accolto e in cui spero di poter tornare anche l’anno prossimo”.

    “Grazie per avermi tifato per tutta la settimana”, ha invece commentato Cecchinato rivolto al pubblico e poi, scherzando, guardando il direttore del torneo Paolo Carobbio, si è scusato per aver perso la seconda finale in due anni. “Questo Challenger secondo me è uno dei migliori, per questo voglio ringraziare tutte le persone che ci lavorano. Speriamo un anno di riuscire anche a vincere. Complimenti a Sousa”.

    Alla premiazione era presente il sindaco di Como, Mario Landriscina: “Grazie a chi da anni rende possibile questo torneo – ha commentato il primo cittadino – ma grazie anche al pubblico, ai giocatori, e ai tanti ragazzi e bambini che ho visto presenti in questi giorni”.

    “Di solito in questi momenti si ringraziano gli sponsor – ha chiosato il presidente del Tennis Como, Chiara Sioli – Ma oggi voglio invece ringraziare tutti voi che avete riempito gli spalti. Lavoriamo duro per portare avanti questa tradizione, e la vostra risposta di oggi ci emoziona e ci spinge ad andare avanti”.

    Grandi eventi, Como capitale dello sport

  • Due turni al termine: domani Como-Varesina e Caronnese-Gozzano

    Due turni al termine: domani Como-Varesina e Caronnese-Gozzano

    «La speranza è che la situazione possa volgere a favore del Como, ma non condivido gli appelli alla Caronnese e al massimo impegno. Gli azzurri hanno avuto un sacco di occasioni per superare il Gozzano ma non le hanno mai sfruttate». Nino Balducci, storico opinionista di Etv e del Calcio Como, commenta così la volata per il primo posto nel girone A.Il Gozzano guida con due punti di vantaggio sui lariani che domani, alle 15, allo stadio Sinigaglia attendono la pericolante Varesina. La capolista, invece, è ospite della Caronnese, terza in classifica.A due turni dal termine della regular season a Como sperano in un successo della Caronnese. E in settimana sono mancati gli appelli a «onorare il campionato» come ha detto l’amministratore delegato azzurro Roberto Felleca.Concetto che Nino Balducci non condivide. «Ribadisco – spiega – che questa squadra più che pensare agli altri avrebbe dovuto sfruttare le tante occasioni che ha avuto».La presentazione completa sul Corriere di Como in edicola domenica 29 aprile

  • ESCLUSIVO – «Soldi e garanzie per vendere   Cantù».   Dopo lungo tempo esce allo scoperto il patron Dmitry Gerasimenko. L’intervista

    ESCLUSIVO – «Soldi e garanzie per vendere Cantù». Dopo lungo tempo esce allo scoperto il patron Dmitry Gerasimenko. L’intervista

    Dmitry Gerasimenko esce allo scoperto. Dopo lungo tempo il proprietario della Pallacanestro Cantù torna a parlare a tutto campo della sua squadra e, soprattutto, delle trattative di vendita. «Appena qualcuno mi dimostra davvero di poter prendere il controllo della società la vendo immediatamente. Ma deve darmi le necessarie garanzie per il futuro e per la continuità del club».L’offerta di Tic«Ho ricevuto una lettera da un gruppo chiamato Tic, Tutti Insieme Cantù (si tratta della cordata americana supportata da un gruppo di imprenditori brianzoli che fanno capo, appunto, a Tic, ndr). Mi hanno offerto zero euro per le quote del club e 400mila euro per il palazzetto da pagare in otto anni. La struttura non mi ha convinto e ho rifiutato».«Io voglio cedere a chi ha soldi, capacità progettuale, rispetto per la storia e la capacità di mantenere il rispetto degli accordi con le necessarie garanzie».L’offerta svizzera«C’è poi una seconda proposta dalla Svizzera. Non ho raccolto informazioni si questo gruppo. Mi hanno offerto 300mila euro per il palazzetto. A loro ho chiesto come mai volessero acquistare il club, su quali basi, e se fossero capaci di guidare una società di basket senza esperienza e conoscenza. Per il palazzetto ho speso una cifra ben più alta. Mi chiedo se l’intenzione di questi interlocutori sia quella di gestire il club o soltanto acquisire la proprietà. Per la gestione non mi sembra abbiano esperienza e mi chiedo come possano sviluppare il club e farlo crescere».Il patron perentorio«Quello che interessa a me è il futuro del club perché è parte della mia vita, della mia anima del mio cuore. L’obiettivo è salvarlo. Io sono disposto a darlo a zero euro; sento dire che è pieno di debiti, ma la cosa non risponde al vero. Servono i soldi per la gestione e per pagare gli stipendi. Chi lo vuole ne deve preservare la storia. Non voglio persone che uccidano la Pallacanestro Cantù o sconosciuti a cui poco importa, in realtà, di un progetto nel basket».«Se ci sono dei soldi, che vengano messi sul tavolo non per me, ma per il club – aggiunge Gerasimenko – Io voglio garanzie per il futuro, anche regalando la società. Ma non voglio che vada a finire che dopo aver acquisito il club tutto vada a finire male. Chiedo rispetto anche per il progetto del palazzetto, che deve andare avanti, perché è una pietra miliare nella storia del basket canturino e non solo».I rapporti con il territorio«La Brianza purtroppo non mi è stata molto vicina, a parte qualche gentleman, che mi ha dato una mano. Poche brave persone. Ma per il resto ho avuto soprattutto richieste di biglietti gratuiti per seguire le partite nei settori più prestigiosi del palazzetto di Desio. Il basket è uno spettacolo, se vai al cinema, paghi il biglietto, invece a Cantù le richieste sono soprattutto per avere i biglietti gratis».«Come possiamo stare sul mercato in questa situazione? Malgrado tutto sto andando avanti e in classifica lottiamo con squadre che hanno milioni di budget, ben più importanti del nostro».Gerasimenko non nasconde la sua delusione. «Non ho avuto nemmeno un grazie. Ho dovuto diminuire continuamente il budget, purtroppo. Ma ho messo milioni e non ho avuto rispetto nei miei confronti. Con pochi sponsor come è possibile andare avanti contando solo sulla vendita dei biglietti, visto che peraltro le persone vogliono pure entrare gratis al palazzetto? La prima volta che sono venuto al Pianella a vedere Cantù ho pagato il biglietto».La vicenda PashutinNon manca una battuta sull’addio a sorpresa di coach Evgeny Pashutin. C’è anche chi ha dato al patron la colpa per la fuga in Russia. «Mi ha chiamato dall’aereo e mi ha detto che stava andando in Russia e che aveva deciso così. Che cosa potevo fare? Ne ho presto atto. Eppure ho letto che la colpa era tutta mia».

  • Football americano: la firma di Giorgio Tavecchio con gli Oakland Raiders

    Football americano: la firma di Giorgio Tavecchio con gli Oakland Raiders

    Una nuova opportunità per Giorgio Tavecchio. Il giocatore di football americano di origine comasca ha infatti firmato un contratto con la squadra degli Oakland Raiders. Una nuova opportunità, dunque, nel football che conta per l’atleta lariano, che gioca nel ruolo di kicker.Per fare un paragone con il calcio nostrano, lo si potrebbe definire un “rigorista specializzato”, l’uomo a cui vengono affidati i calci da fermo. La notizia della firma è stata ufficializzata dalla formazione californiana.Tavecchio farà dunque con i Raiders tutta la parte che precede l’inizio della stagione, fissato per la fine dell’estate. Poi la società deciderà cosa fare, visto che solitamente ogni team tiene nella sua rosa soltanto un kicker, e nei Raiders in questo ruolo c’è uno dei giocatori più forti, Sebastian Janikowski.Ma allo stesso tempo Tavecchio, classe 1990, ha dimostrato di avere carattere. Già in passato ha firmato per la pre-season e poi è stato tagliato, ma lui non si è mai arreso e ha continuato a inseguire il sogno di giocare nella Nfl americana, il campionato di football più importante del mondo.In passato Giorgio ha già indossato le maglie di 49ers San Francisco, Green Bay Packers, Detroit Lions e, brevemente, per gli stessi Raiders, che ora lo hanno ingaggiato di nuovo. Si tratta di una delle formazioni più amate e seguite, con un curriculum prestigioso.Giorgio Tavecchio è nato a Milano nel 1990 da padre comasco (originario dell’Erbese) e mamma di New York (con papà cremonese).Quando viveva in Italia ha giocato a calcio nella scuola del Milan ed è anche sceso in campo – fatto curioso – a San Siro con la maglia rossonera, lui che ha sempre tifato per l’Inter.Poi, dopo il trasferimento negli Stati Uniti con la famiglia, si è avvicinato al football americano, sport che in origine non gli piaceva.Massimo Moscardi

  • I lariani Gilardoni, Vozzo e Ferrara al Rally Targa Florio

    I lariani Gilardoni, Vozzo e Ferrara al Rally Targa Florio

    Il pilota comasco Kevin Gilardoni

    Comaschi pronti per la Targa Florio, terza prova del Campionato italiano rally 2018. La corsa scatta domani dalla centralissima Piazza Massimo a Palermo, mentre l’arrivo è previsto sabato alle ore 21 nel cuore di Cefalù, in piazza Garibaldi. In programma 16 tratti cronometrati sulle Madonie, le montagne alle spalle di Palermo. Lario rappresentato dal pilota Kevin Gilardoni (nella foto) su Ford Fiesta R5, e dai copiloti Marco Vozzo e Michele Ferrara, rispettivamente a fianco di Andrea Nucita (su Hyundai I20) e Damiano De Tommaso (su Peugeot 208 R2).

    Da sinistra, Michele Ferrara e Damiano De Tommaso

  • Jacopo Cerutti dominatore: terzo scudetto Motorally

    Jacopo Cerutti dominatore: terzo scudetto Motorally

    Ennesima conferma ai vertici nazionali per Jacopo Cerutti: il centauro comasco, infatti, ha conquistato il suo terzo titolo tricolore di Motorally. La certezza è arrivata dopo la settima gara, disputata a Pietralunga, in Umbria.Per il lariano, che gareggia con una Husqvarna, la soddisfazione è doppia, visto che ha vinto tutte le prove finora disputate.«E nel prossimo fine settimana a Selva di Cadore c’è l’ultima corsa del 2017 – spiega il centauro – Il mio obiettivo? Centrare il successo pieno: sarebbe bello concludere con il primo posto in tutte le corse».Come detto, per Jacopo Cerutti è il terzo titolo tricolore nei Motorally (2015, 2016 e 2017). Nel suo palmares vi sono anche quattro scudetti Enduro, tra Junior e Senior e il titolo continentale di Enduro Senior nel 2014.Tra i suoi exploit più rilevanti, il 12° posto assoluto, migliore della truppa italiana, alla Dakar del 2016.Nel 2017, invece, la sua partecipazione alla massacrante corsa sudamericana non è stata molto fortunata, con una caduta nelle fasi iniziali e la frattura ad una mano che gli ha impedito di continuare. In quel momento il comasco era al 24° posto nella classifica riservata alle moto.Ora nel mirino di Jacopo Cerutti c’è l’edizione 2018 (in calendario dal 6 al 20 gennaio). A supportarlo in questa nuova avventura il team della Repubblica Ceca Moto Racing Group.«Il mio obiettivo per il 2018 alla Dakar? Ovviamente finirla – spiega il pilota comasco – La prossima edizione sarà ancora più dura rispetto al 2017. Partiremo dal Perù e ci saranno subito cinque giorni di prove speciali su sabbia finissima e di caldo pazzesco. La scelta, dunque, è di fare selezione fin dal via».M.Mos.

  • La Dakar 2018 nel radar di Jacopo Cerutti

    La Dakar 2018 nel radar di Jacopo Cerutti

    Con il suo exploit alla Dakar 2016 (dodicesimo assoluto e migliore italiano fra i centauri), Jacopo Cerutti, 28 anni il prossimo 11 novembre, è di fatto in questo momento l’esponente di punta del motociclismo di casa nostra.In un 2017 che a lui ha già riservato cocenti delusioni (il ritiro alla Dakar per una caduta con la rottura completa del tendine estensore dell’anulare destro) e soddisfazioni (la doppia vittoria nelle prime due prove del Tricolore Motorally), Jacopo seguirà con curiosità il Mondiale della MotoGp, che scatta questo fine settimana con la corsa in Qatar.«Personalmente vedo favorito Valentino Rossi – spiega Jacopo – di cui sono anche tifoso. Ma in questo 2017 avrà un compagno di squadra come Maverick Vinales, che alla Yamaha gli darà senz’altro filo da torcere. Appezzo anche Andrea Iannone; mi piace come personaggio e sono curioso di vedere che cosa combinerà dopo il passaggio alla Suzuki».«Per quanto riguarda la lotta per il titolo mondiale – aggiunge Cerutti – i nomi sono sempre quelli; sarà un bel duello tra i vari Rossi, Marc Marquez, lo stesso Vinales e Jorge Lorenzo. Per quest’ultimo bisognerà vedere come sarà l’adattamento alla Ducati».Detto della MotoGp e dei suoi protagonisti, è tempo di guardare anche e soprattutto al 2017 di Jacopo Cerutti. «L’inizio non è stato molto positivo, con la caduta alla Dakar e la caduta nelle terza frazione, quando la corsa stava entrando nel vivo. Mi sono anche infortunato a una mano e per tornare in sella ho dovuto attendere il pieno recupero».Ma, una volta rientrato, Cerutti non ha impiegato troppo tempo a riproporsi ad alti livelli. Con l’Husqvarna del team Cf di Fabrizio Carcano, Jacopo ha conquistato le prime due gare del Campionato Italiano Motorally, disputate all’Isola d’Elba.«Sicuramente un risultato positivo – spiega il portacolori del Motoclub Natale Noseda di Intimiano – anche perché volevo valutare le mie condizioni dopo l’infortunio alla Dakar: il test alla mano destra è stato positivo. Posso dire che è stato un recupero superiore alle attese».E la corsa sudamericana rimane un pensiero fisso per il centauro comasco, che sta già ragionando in ottica 2018. L’obiettivo è di essere al via, con ambizioni, importanti, ancora una volta supportato dal team Moto Racing Group (Repubblica Ceca).

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    «Alla fine – ammette il pilota di Montorfano – la programmazione di questa stagione sarà poi mirata a preparare la Dakar del prossimo anno. Inutile negarlo: ho un grande desiderio di rivincita dopo il ritiro nell’ultima edizione per la banale caduta nella terza tappa. L’obiettivo? Per ora non me ne pongo. L’idea è di andare al mio ritmo, come ho fatto anche nel 2016, poi alla fine, con la speranza di vedere il traguardo, tirerò le somme».E così, oltre alle gare del Tricolore Motorally, nel calendario di Cerutti ai primi di maggio c’è la partecipazione al Merzouga Rally, nel deserto del Marocco. Poi ci saranno la presenza al Rally di Sardegna motociclistico e una lunga serie di test che avranno lo scopo di preparare al meglio la trasferta sudamericana all’inizio del prossimo anno.A fine agosto, poi, con i colori del Motoclub Intimiano, Jacopo prenderà parte alla “Sei giorni” di Enduro, in Francia, competizione a squadre.«Ci tengo – conclude Jacopo Cerutti – perché prima di tutto potrò rappresentare il sodalizio di cui faccio parte e poi perché tornerò a gareggiare in una specialità che ultimamente ho un po’ abbandonato. E anche questo, ovviamente, potrà essere un buon test per valutare le mie condizioni verso la Dakar».Massimo Moscardi

  • CALCIO. COMO PROMOSSO IN SERIE C. GRANDE FESTA AL SINIGAGLIA

    CALCIO. COMO PROMOSSO IN SERIE C. GRANDE FESTA AL SINIGAGLIA

    Como promosso in serie C dopo la vittoria con la Virtus Bergamo per 4-0 e il contemporaneo pari interno del Mantova (2-2). Grande festa al Sinigaglia con la pacifica invasione di campo dei tifosi azzurri. Per la formazione azzurra reti di Dell’Agnello (doppietta), Gabrielloni e Celeghin.

  • Canottieri comaschi al raduno della Nazionale per gli Europei

    Canottieri comaschi al raduno della Nazionale per gli Europei

    Ha preso il via a Sabaudia il nuovo raduno della Nazionale maggiore di canottaggio, propedeutico per la composizione della squadra azzurra che parteciperà all’Europeo in programma a Lucerna (Svizzera) dal 31 maggio al 2 giugno. Complessivamente sono 50 gli atleti, tra uomini e donne, convocati dal direttore tecnico Francesco Cattaneo a questo nuovo appuntamento collegiale, che saranno impegnati fino al 12 maggio. Una tappa di avvicinamento che escluderà di fatto la presenza della Nazionale Olimpica al secondo Meeting Nazionale di Piediluco (4/5 maggio).Come da tradizione il remo comasco è rappresentato da un folto numero di atleti. Sono a Sabaudia Filippo Mondelli (Fiamme Gialle-Moltrasio), Aisha Rocek (Carabinieri-Lario), Giorgia Pelacchi (Lario), Sara Bertolasi (consigliere della Lario, ma tesserata per Milano), Pietro Ruta (Fiamme Oro, nella foto), Gabriel Soares (Marina Militare) e Lorenzo Fontana (Menaggio)

  • Pietro Ruta, argento in Coppa del Mondo a Lucerna

    Pietro Ruta, argento in Coppa del Mondo a Lucerna

    CanottaggioRisultato di grande rilievo per il canottiere comasco Pietro Ruta. Nella gara del “doppio pesi leggeri” maschile (specialità olimpica) in Coppa del Mondo a Lucerna, il lariano, in coppia con Andrea Micheletti, ha conquistato la medaglia d’argento. Un secondo posto arrivato al termine di una gara appassionante, in cui i due italiani fino all’ultimo hanno dato filo da torcere, alla Francia, che si è imposta con circa un secondo e mezzo sui due azzurri.

    Per le campionesse d’Europa e del mondo in carica, la bellagina Elisabetta Sancassani e la milanese Laura Milani, è invece giunto il quarto posto nel “doppio pesi leggeri” donne. Anche in questo caso una gara risolta sul filo di lana, con le due lombarde a un soffio dalle canadesi, terze.

    Ruta (tesserato per la Marina Militare) e Sancassani (Fiamme Gialle) hanno disputato le finali A, le più importanti. Gli altri lariani, invece, dopo le gare di qualificazione, hanno ottenuto il pass per la finale B.

    Nel “singolo” donne, quarto piazzamento per Sara Magnaghi, portacolori della Canottieri Moltrasio. Nel “doppio senior” donne, terzo posto per Laura Schiavone e Sara Bertolasi, portacolori della Canottieri Lario. Nel “due senza” femminile, quarta piazza per Beatrice Arcangiolini e Gaia Marzari (Canotteri Lario). Secondo posto, infine, per Giulia Pollini nel “singolo pesi leggeri”.