Categoria: Cronaca

  • «Gep, occasione mancata per la città». Concordi i critici e gli storici dell’arte sulla carenza di eventi in calendario

    «Gep, occasione mancata per la città». Concordi i critici e gli storici dell’arte sulla carenza di eventi in calendario

    Una bella addormentata che si risveglia solo per le «feste indiane o per le abbaglianti luci di Natale». Il riferimento è naturalmente a Como che ancora una volta – secondo il critico d’arte Flavio Arensi, curatore di grandi eventi come la mostra sul grande scultore Rodin a Palazzo Reale di Milano – ha mancato una buona occasione per fare promozione.Il riferimento è alle Giornate Europee del Patrimonio, celebrate lo scorso fine settimana che però hanno visto un grande assente: Como. In Lombardia infatti gli eventi ufficiali registrati sul portale del ministero dei Beni Culturali sono stati 154. Uno solo in provincia di Como a villa Carlotta. Un’assenza che stona per un territorio che fa del turismo, delle bellezze naturali e del patrimonio artistico-culturale uno dei cardini del suo sviluppo futuro. «Como penso debba svegliarsi e lo debba fare in fretta. Anche perchè i territori confinanti ormai sono dei competitor sempre più agguerriti e validi. Penso a Lugano, Chiasso e Locarno solo per citare tre mete svizzere molto vicine. Ma anche altre province lombarde sono in crescita. Vero, il lago offre meraviglie naturalistiche che altri non hanno, ma l’offerta deve essere completa e varia. Ecco perchè l’assenza dalla Giornate Europee del Patrimonio lo reputo un passo falso». E in effetti il numero delle iniziativa che ciascuna provincia lombarda ha organizzato per il Gep fa risaltare la pochezza di Como. Diciassette gli eventi a Bergamo, 22 a Brescia e Cremona, 14 a Lecco, 18 a Mantova, 13 a Sondrio e 9 a Varese, solo per citare alcuni esempi. «Como da sempre presenta forti criticità. Spesso si è parlato degli ingressi risicati nei musei cittadini, al Tempio voltiano e in altri luoghi che invece dovrebbero essere maggiormente valorizzati – spiega sempre Arensi – Qualcosa dunque non funziona. Forse manca una visione di insieme, un quadro globale su come muoversi. E forse ci si affida troppo ad eventi spot come le sfarzose feste che sovente occupano luoghi simbolo della città come villa Olmo». Sembra dunque realmente un’occasione mancata per la città di Como e per il territorio che ha saputo solo offrir la pur interessante visita guidata – a villa Carlotta – al Fregio di Alessandro Magno scolpito dallo scultore danese Bertel Thorvaldsen. «In effetti mi sembra proprio poco per una città così ricca di bellezze – interviene il noto critico e storico dell’arte Flavio Caroli, volto molto noto grazie anche alle sue comparsate televisive dove illustrava opere d’arte – Si poteva sfruttare meglio l’opportunità anche solo magari organizzando delle visite guidate del Duomo che si concentrassero su dettagli magari insoliti o meno conosciuti rispetto a quelli di un normale tour guidato». La città inoltre offre bellezze particolari come i tanti esempi del Razionalismo che hanno reso Como unica nel mondo. Un semplice esempio che viene ripreso dallo stesso Caroli. «Ricordo con entusiasmo una splendida visita alla Casa del Fascio di Giuseppe Terragni – sottolinea Flavio Caroli – Mi meraviglia che non si sia magari pensato a queste bellezze per organizzare eventi. Mi sembra dunque che forse si è sprecata una buona occasione».Ma oltre all’aspetto culturale e artistico, in una città sempre più metà del turismo internazionale, anche l’indotto che queste manifestazioni potrebbe garantire, è un elemento da tenere in considerazione. «La realtà è che tutti noi dobbiamo attrezzarci per costruire un nuovo modello di turismo. Un sistema che sappia coniugare le peculiarità del territorio, le bellezze paesaggistiche e sia anche capace di sfruttare occasioni come quelle delle Gep – interviene Andrea Camesasca, vicepresidente degli albergatori comaschi Confcommercio – Dobbiamo spingere su un turismo non banale, dobbiamo incuriosire con un’offerta interessante. Lo stimolo vero per il turista dovrebbe essere rappresentato dalla nostra storia oltre che dalle bellezze paesaggistiche. Non deve essere il turismo legato a George Clooney che tanto ha fatto per il lago, questo è innegabile, ma il turismo che sia capace di spiegare perchè Clooney ha deciso di venire sul lago a trascorre qui così tanto tempo. Lo sforzo non è semplice ma è sicuramente la strada da intraprendere per continuare a crescere».

  • Gera Lario,  incendio ancora in “bonifica”

    Gera Lario, incendio ancora in “bonifica”

    Tecnicamente è ancora in “bonifica” l’incendio di Gera Lario (Como), in località Berlinghiera, su cui questa mattina ha operato un elicottero regionale e che interessa una superficie di 600 ettari, di cui 360 di bosco ceduo e 240 di bosco coniferato.

    La Sala operativa della Regione Lombardia chiede di segnalare con tempestività eventuali criticità che dovessero presentarsi sul proprio territorio, telefonando al numero verde 800.061.160 o via mail agli indirizzicfmr@protezionecivile.regione.lombardia.itosalaoperativa@protezionecivile.regione.lombardia.it

  • Gestione di Villa Erba, la rivoluzione è pronta

    Gestione di Villa Erba, la rivoluzione è pronta

    Via libera dalla Camera di Commercio e primo sì dal Comune di Como.

    La rivoluzione per la gestione di Villa Erba è pronta.Dopo l’amministrazione provinciale, il Comune di Cernobbio e la Camera di Commercio, anche il quarto socio pubblico, ovvero il Comune di Como, ha avviato l’iter per modificare l’articolo numero 6 dello Statuto della società di gestione del compendio cernobbiese, che prevede una percentuale minima del 51% delle quote di proprietà pubblica.La proposta di delibera verrà portata dall’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Adriano Caldara, in commissione la prossima settimana, quindi, lunedì 23 in consiglio comunale per il voto. L’iter si deve chiudere entro il 26, quando è prevista l’assemblea dei soci di Villa Erba Spa. La modifica dello statuto permetterebbe a uno o più soggetti privati, che volessero investire sul polo fieristico, di assumerne il controllo. Controllo della gestione del compendio, che non significa diventarne proprietari. La villa antica, il polo espositivo, il parco e il galoppatoio rimangono infatti di proprietà pubblica, come sottolinea l’assessore Caldara.«La proposta del nuovo statuto – spiega – è molto equilibrata. Se si vuole, attiva un meccanismo di maggiore tutela per il pubblico».«Viene modificato l’articolo relativo al 51% – aggiunge l’esponente della giunta Landriscina – ma sono state inserite altre modifiche, che comportano per le decisioni più importanti il voto dei due terzi di chi detiene il capitale». Un percorso che i soci pubblici, ad iniziare dalla Provincia, avevano condiviso già nei mesi scorsi, non avendo più la possibilità di immettere nuove risorse nella società che ogni anno subisce perdite importanti e necessita quindi di “benzina” per ripartire con una stagione di rilancio attesa ormai da un decennio.«Oggi – spiega sempre Caldara – se Como volesse cedere il suo 7% dovrebbe farlo solo verso un altro ente pubblico, ma non esiste un’amministrazione interessata. Con la modifica dello statuto il vincolo cade sulla società di gestione, mentre, ribadisco, nulla cambia riguardo la proprietà».Quindi con la modifica dello statuto, da un giorno con l’altro Villa Erba non potrà diventare un albergo, un resort o un casinò?«Assolutamente no», assicura Caldara.La delibera della giunta dovrà passare al vaglio di commissione e consiglio.«Seguiremo il consueto iter nella massima trasparenza», sottolinea l’assessore alle Partecipate.Martedì scorso era stata la Camera di Commercio di Como, nell’ultima seduta della giunta dell’ente di via Parini, a dare il suo benestare alle modifiche di statuto.«Si tratta di un iter che abbiamo seguito e promosso da subito. La richiesta della maggioranza qualificata sulle decisioni più importanti è una tutela maggiore per la proprietà pubblica», spiega il presidente della Camera di Commercio, Ambrogio Taborelli.Riguardo al possibile ingresso di un privato, esiste già questo soggetto disponibile? «Che io sappia non c’è nessuno interessato in questo momento, ma dopo l’assemblea ci saranno le condizioni per l’eventuale ingresso e per il rilancio del polo espositivo» conclude.

  • Gestione di Villa Erba, scintille in commissione, a favore soltanto i due voti della Lega

    Gestione di Villa Erba, scintille in commissione, a favore soltanto i due voti della Lega

    Rapinese: «Così il Comune di Como rimane fuori dal cda per 110 anni, è pura follia»

    Sono scintille in Commissione IV a Palazzo Cernezzi, dove ieri pomeriggio si è discussa la delibera sulla società di gestione di Villa Erba.Alla fine la modifica dell’articolo della statuto che permette ai soci pubblici di scendere sotto la soglia del 51% viene votata solo dai due consiglieri della Lega presenti, Giampiero Ajani e Ivan Noseda.Una débâcle se si vuole usare un termine calcistico e si considera che la commissione ha 8 componenti, oltre eventualmente ai capigruppo dei partiti non rappresentati. Che per il documento proposto dall’assessore alle Partecipate, Adriano Caldara, non fosse una passeggiata si era intuito già dalle assenze, probabilmente strategiche, di entrambi i consiglieri di Forza Italia (Cenetiempo e Tufano) e di Svolta Civica (Traglio) e pure del capogruppo pentastellato Aleotti. In sala capigruppo, con Caldara si presentano il presidente di Villa Erba spa, Filippo Arcioni, il direttore dell’ente, Piero Bonasegale e il consigliere di amministrazione, espressione di Palazzo Cernezzi, Fulvio Alvisi. Il passaggio in commissione segue l’iter previsto della delibera che ha avuto l’ok della giunta. Lunedì prossimo ci sarà l’esame vero e proprio, con il voto del consiglio comunale. La seduta di ieri, intanto, è stata tutt’altro che tranquilla.«Ho chiesto che si mettesse a verbale l’assurdità della delibera» spiega Alessandro Rapinese (Rapinese Sindaco), che ha votato contro, mentre Stefano Fanetti (Pd) e Sergio De Santis (Fratelli d’Italia) hanno scelto l’astensione.

    «Si tratta di un documento lesivo degli interessi dei comaschi – dice Rapinese – Non sono contro il privato a livello etico. Anzi, ben venga il privato che dà lavoro e rilancia quello che la pubblica amministrazione non riesce a gestire. Basta guardare a Como le cose pubbliche come le strade in quale stato siano. Ma questa delibera è assurda». Rapinese si dice innanzitutto stupito che questa modifica dello statuto, che toglie la maggioranza pubblica alla società di gestione, venga proposta proprio quando il bilancio di Villa Erba è tornato «in ordine».Poi l’attacco. «Semplifico per far capire ai comaschi. Il Comune è comproprietario di un immobile che vale milioni di euro. Con altri tre enti pubblici, Provincia, Comune di Cernobbio e Camera di Commercio, ha anche la maggioranza della Società di gestione dell’immobile. Ai tempi si pensò di tenere la maggioranza e concedere gratuitamente il compendio alla società di gestione per un periodo lunghissimo, fino al 2128». Oggi il Comune di Como esprime uno dei consiglieri nel Cda, a turno con Cernobbio.«Con la modifica dello statuto Como e Cernobbio non avranno mai più un consigliere, per i prossimi 110 anni – dice Rapinese – Mentre Provincia e Camera di Commercio lo mantengono. Stiamo rinunciando a governare una società che ha in concessione la nostra villa gratis per oltre un secolo e che, nel caso di fallimento, ad esempio, avrebbe come garanzia proprio la villa. Ma questa è pura follia. Se il privato entra e vuole fare utili, allora che rischi di suo, non deve essere il Comune a rischiare».A Cernobbio, dopo la scelta del sindaco, Matteo Monti, di aderire alla delibera, sono arrivate le dimissioni dell’assessore al Bilancio, Roberta Tramalloni.«Ma certo – dice Rapinese – E mi dissocio da chi aveva definito il nuovo giovane sindaco del paese come il “Rapinese di Cernobbio”».Un voto contrario e due astensioni. Sergio De Santis di Fratelli d’Italia spiega così la sua scelta.

    «Credo che un simile argomento vada discusso, prima del voto, all’interno del nostro gruppo e con il nostro responsabile provinciale, Stefano Molinari – dice De Santis – Le commissioni servono per approfondire le carte. Ho ascoltato le motivazioni dell’assessore Caldara e del presidente di Villa Erba, ma anche le obiezioni mosse da Rapinese, che è sempre molto preparato. Dobbiamo decidere per il bene della città».Meno granitica l’astensione del consigliere del Pd, Stefano Fanetti.«Credo che il progetto sia tutto sommato positivo, ma è giusto prima parlarne con il gruppo. È assurdo avere così poco tempo per esaminare temi così complessi e determinanti per il futuro di Como – dice Fanetti – questo sì. In poche ore viene chiesto di votare sulle tariffe delle mense, sulla Ticosa, sulla fusione di Spt-Cpt e su Villa Erba, quando per un mese e mezzo non si è fatto nulla».Lunedì sera sarà l’aula a esprimersi sulla delibera. In tempo per l’assemblea di Villa Erba di giovedì 26.

  • Gestione esterna dei musei cittadini. Gaddi: «Ormai è strada obbligata»

    Gestione esterna dei musei cittadini. Gaddi: «Ormai è strada obbligata»

    Musei, un malato al cui capezzale il Comune di Como cerca di dare sollievo ipotizzando una gestione integrata con Villa Olmo.La proposta è stata messa sul tappeto in una riunione di giunta del 5 luglio scorso a Palazzo Cernezzi, in cui a Struttura srl – la società romana incaricata dal Comune di individuare i miglior gestore per il futuro di Villa Olmo – è stato chiesto di immaginare uno scenario univoco per le collezioni civiche e la grande sede espositiva di via Cantoni.Ma cosa ne pensano gli assessori alla Cultura di Como di ieri e di oggi? Da noi contattata al telefono, l’assessore al Turismo Simona Rossotti, titolare della delega alla Cultura da poche settimane (prima era del sindaco), è all’estero e risponderà nei prossimi giorni. Sergio Gaddi, artefice delle mostre di successo nelle giunte di centrodestra dal 2004 al 2012, ieri a Sapporo dove accompagna nel tour giapponese la mostra su Brueghel, il cui embrione nacque a Villa Olmo, è categorico: «In una città normale i musei andrebbero gestiti dal Comune, ma manca un dirigente ad hoc, fin da quando è andato in pensione Lanfredo Castelletti. Il Comune non puo abdicare alla funzione culturale, non ci sono solo i tombini in una città, specie se ha pretese di essere turistica. Ma mi rendo conto che in una situazione anormale come quella di Como non c’è alternativa a una gestione esterna. Su Villa Olmo poi Palazzo Cernezzi non ha alternativa: un tempo era una struttura produttiva sul fronte della cultura, ora dopo il declino avviato dall’era Lucini, l’unica strada è delegare a un gestore esterno».Da parte sua è critico sulla prospettiva di una gestione unitaria di Villa Olmo e musei Luigi Cavadini, critico d’arte e successore di Gaddi con la giunta di centrosinistra del sindaco Mario Lucini: «Integrare musei e Villa Olmo può essere anche rischioso, significa capire bene cosa si vuole dalle due strutture. A Brescia si stanno facendo esperienze positive in questo senso, ma a Como serve comunque una “testa” a capo dei musei, che tuttora manca. Prima di consegnare la città alla giunta di centrodestra avevamo previsto un progetto per creare un direttore scientifico unico di musei e biblioteca nell’organico comunale, figura tuttora inesistente. È un obbligo di legge sia nazionale che regionale, non è evitabile».

  • Giornalisti per un giorno, il Grest di Garzola in redazione

    Giornalisti per un giorno, il Grest di Garzola in redazione

    Gradita e gioiosa visita ieri mattina nelle sedi del Corriere di Como ed Espansione Tv. I bambini del Centro estivo oratoriale di Garzola (Como), impegnati in questi giorni a scoprire le realtà della città hanno fatto tappa in via Sant’Abbondio.

    I bambini sono stati divisi dalle educatrici in quattro “squadre”, ciascuna con un simbolo di Como, la Funicolare, l’idrovolante, la Lucia e il Baradello.

    Hanno seguito con interesse la spiegazione di come si realizza un telegiornale e un quotidiano, ponendo ai giornalisti alcune domande sulla loro professione.

  • Giornata da bollino nero sulla A9: code fino a sei chilometri

    Giornata da bollino nero sulla A9: code fino a sei chilometri

    Ennesima giornata di passione oggi per gli automobilisti intenti a raggiungere le mete dove trascorrere le vacanze. Un fine settimana da bollino nero per l’esodo di Ferragosto, il momento chiave della stagione di ferie.

    Fino a sei i chilometri di coda segnalati questa sull’autostrada A9 dal portale di Autostrade per l’Italia tra Como Centro e Chiasso, per l’attraversamento della dogana svizzera.

    Rallentamenti anche a Monte Olimpino e nei pressi della Galleria Quarcino. Questo fine settimana dovrebbe essere l’ultimo del mese considerato a rischio paralisi per le partenze e gli arrivi dell’estate.

  • Giovane comasca in elicottero con Areu

    Giovane comasca in elicottero con Areu

    C’era anche una ragazzina di Maslianico, Sofia Vicari di 13 anni, nel gruppo di nove bambini che oggi è stato premiato con un volo sull’Elisoccorso di Areu Lombardia dall’ospedale San Carlo di Milano.  Sofia fa parte del gruppo di  piccoli pazienti che hanno partecipato con disegni e lavoretti all’112 Day, la giornata dedicata al numero unico dell’emergenza in Lombardia del 5 febbraio scorso, nata nell’ambito del progetto “I bambini e la sicurezza”.

    Sofia Vicari ha realizzato il suo disegno mentre era ricoverata all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, dove tuttora è seguita.I bambini sono stati accolti dal direttore generale di Areu Alberto Zoli e dai colleghi direttori generali Nunzio Del Sorbo (San Matteo di Pavia) e Marco Salmoiraghi (Asst Santi Paolo e Carlo) oltre che da una delegazione di Babcock International, società elicotteristica che ha messo gratuitamente a disposizione il vettore.I bambini, divisi in gruppi di tre, sono saliti a bordo e hanno potuto sorvolare Milano con il comandante Guido Basso, il copilota Gabriele Alcini e il tecnico di volo Roberto Ferrazzi.

  • Giovane pastore morto in montagna. Autopsia prima dell’ultimo saluto

    Giovane pastore morto in montagna. Autopsia prima dell’ultimo saluto

    L’autopsia, disposta dalla Procura di Como, permetterà di fare piena luce sul tragico incidente in alta montagna costato la vita a Luca Rivadossi, 25enne di Cantù caduto in un dirupo sui monti di Dosso del Liro, in Altolago, mentre seguiva alcune pecore che si erano staccate dal gregge, per cercare di recuperarle.Il pubblico ministero, Simona De Salvo, ha disposto l’accertamento, anche se ci sono pochi dubbi sulla dinamica della tragedia.Il giovane pastore era da solo, quando, camminando sulla montagna, è probabilmente scivolato cadendo in un dirupo, in un punto descritto come «molto impervio e pieno di rocce» dagli uomini del Soccorso Alpino, che giovedì hanno individuato il corpo, purtroppo ormai senza vita, di Luca.Proprio il cane di Rivadossi ha aiutato gli operatori a ritrovare il 25enne. Era rimasto nella zona dell’incidente e ha abbaiato quando i soccorritori si sono avvicinati.Le ricerche di Luca erano iniziate mercoledì, quando il collega, non vedendolo rientrare dal pascolo attorno a mezzogiorno come avevano concordato, e non riuscendo a mettersi in contatto con lui, ha dato l’allarme.Le operazioni di soccorso hanno coinvolto numerose squadre dei vigili del fuoco lariano e del Soccorso Alpino, che hanno lavorato anche con gli elicotteri in tutta la zona.Impegnati nelle operazioni di ricerca anche i carabinieri della compagnia di Menaggio, in contatto costante con le autorità svizzere, visto che la zona dei monti sopra Dosso del Liro è al confine tra Italia e Confederazione Elvetica.Il collega di lavoro di Luca Rivadossi ha spiegato ai soccorritori quali fossero le zone nelle quali il 25enne canturino abitualmente accompagnava il gregge. Una descrizione che ha permesso di restringere il campo delle ricerche, ulteriormente circoscritto poi quando è stato trovato il cane di Luca Rivadossi.Il corpo del giovane è stato avvistato e poi recuperato in località Alpe Bragheggio, a circa 1.600 metri di quota.Ieri l’autopsia, poi familiari e amici potranno stringersi nell’ultimo abbraccio a Luca.Nonostante avesse scelto una vita tra la natura e perlopiù solitaria, quantomeno per tante ore al giorno, Luca Rivadossi, di carattere solare e aperto, aveva molti amici ed era attivo anche sui social network. Il suo profilo Facebook, dalla drammatica notizia della scomparsa, si è riempito di messaggi di cordoglio da parte degli amici, che hanno commentato con dolore le immagini felici del pastore al lavoro, in compagnia dei suoi fedeli cani e delle sue pecore.

  • Giovani e Formula 1: 24 ragazzi comaschi alle prove libere di Monza

    Giovani e Formula 1: 24 ragazzi comaschi alle prove libere di Monza

    Sono 24 i ragazzi comaschi che, dopo aver partecipato a un concorso della Regione Lombardia, hanno potuto assistere oggi dal vivo alle prove libere del Gran Premio di Formula 1 di Monza.

    La pioggia non ha scoraggiato alcuno dei 300 studenti vincitori del biglietto messo in palio da Palazzo Lombardia. Ad accoglierli, al monumento dedicato a Manuel Fangio, anche l’ex pilota comasco di Formula 1, Davide Valsecchi.

    Le richieste di biglietti giunte in Regione erano state 1.650. Soltanto 300 però, come detto, i fortunati ai quali è stato consegnato anche un secondo pass per un accompagnatore: 193 ragazzi e 107 ragazze provenienti da tutte le province lombarde (Milano 76, Monza e Brianza 52, Bergamo 44, Varese 25, Como 24, Brescia 23, Lecco 15, Cremona 11, Pavia 9, Lodi 8, Mantova 7, Sondrio 6).