Categoria: Economia

  • Le gestione del Casta Diva a una società di Hong Kong. Si chiamerà  Mandarin Oriental, Lake Como

    Le gestione del Casta Diva a una società di Hong Kong. Si chiamerà Mandarin Oriental, Lake Como

    A una società di Hong Kong la gestione diCastaDiva Resort & Spa, una delle strutture più famose del Lago di Como. Lo ha annunciato oggi Mandarin Oriental Hotel Group. Il nuovo nome del resort sarà, dalla primavera 2019,Mandarin Oriental, Lake Como.

    Si tratta del primo Resort Mandarin Oriental in Europa occidentale e Italia. L’albergo di Blevio comprende 76 camere e suite all’interno di 9 ville del XIX secolo.

    “Siamo lieti di portare il brand Mandarin Oriental sulle rive del Lago di Como, da sempre una delle mete più ambite dai viaggiatori italiani ed internazionali, e di collaborare con i nostri partner per creare uno dei più esclusivi resort in Italia,” ha affermato James Riley, group chief executive di Mandarin Oriental Hotel Group, che fa parte di Jardine Matheson Group.

  • Agricoltura comasca, occupati in crescita ma export in calo

    Agricoltura comasca, occupati in crescita ma export in calo

    Oltre 2mila imprese, per un totale di quasi 2.700 addetti, con un export pari a 3,8 milioni di euro, in calo però dell’8,3% rispetto a un anno fa: sono i numeri dell’agricoltura comasca che emergono dall’analisi congiunturale sull’andamento del settore primario in Lombardia condotta da Unioncamere Lombardia e Regione in collaborazione con le associazioni di categoria. Alla fine del secondo trimestre di quest’anno, in provincia di Como le imprese attive nei comparti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca erano 2.078, con un incremento dello 0,9% rispetto al 30 giugno dello scorso anno. Il numero di addetti era pari a 2.669, in crescita dell’1,5%. Su scala regionale, le province a maggiore vocazione agricola sono Brescia, con 9.900 aziende, Mantova (7.788) e Pavia (6.208).

    Nel primo semestre di quest’anno l’export comasco di prodotti agricoli si è assestato su quota 8,3 milioni di euro, in flessione rispetto ai primi sei mesi del 2017 (-3,8%). Prendendo in considerazione anche i prodotti dell’industria alimentare, che hanno conseguito un export di 182 milioni di euro, con una crescita del 5,8% rispetto al giugno 2017, il totale delle esportazioni agroalimentari del Comasco raggiunge quota 185,6 milioni di euro, con un incremento del 5,4% rispetto a un anno fa.

    «Dopo un’annata favorevole – spiegano gli autori dell’indagine – i primi sei mesi di quest’anno mostrano una svolta negativa per l’agricoltura lombarda, dovuta all’accelerazione dei costi produttivi e al contemporaneo calo dei prezzi all’origine. Il peggioramento è maggiormente evidente nella zootecnia, complici i rincari degli animali da allevamento e dei mangimi. Il lattiero-caseario e le carni suine mostrano in particolare cali significativi nelle quotazioni, che rimangono invece più stabili per le carni bovine; i cereali confermano una situazione difficile, anche per i risultati deludenti della campagna di raccolta dei cereali autunno-inverno, mentre il vitivinicolo beneficia di una significativa crescita dei prezzi e delle aspettative positive sulla vendemmia. Un campanello di allarme giunge dal rallentamento dell’export agroalimentare regionale che aveva fornito una spinta importante nel 2017».

  • Ats Insubria prevenzione e sicurezza, da lunedì nuova sede

    Ats Insubria prevenzione e sicurezza, da lunedì nuova sede

    Nuova sede a Como per i servizi di Ats Insubria di prevenzione sicurezza ambienti di lavoro e prevenzione e sicurezza ambienti di vita. Da lunedì 30 luglio, dalla sede di via Cadorna 8 saranno trasferiti in via Castelnuovo 1, nell’ex ospedale psichiatrico San Martino.

  • Benzina a prezzi gonfiati, nuova denuncia. In Regione audizione dei rappresentanti di Assopetroli

    Benzina a prezzi gonfiati, nuova denuncia. In Regione audizione dei rappresentanti di Assopetroli

    Prezzo della benzina “gonfiato” nella fascia di confine più prossima alla Svizzera. È questa la denuncia rilanciata questo pomeriggio a Milano in commissione Attività produttive dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Raffaele Erba. In vista dell’audizione dei rappresentanti di Assopetroli, prevista appunto per ieri alle 16 (e richiesta dal consigliere dem Raffaele Straniero), Erba ha monitorato una dozzina di distributori. «In città e nelle zone entro i 20 km dalla dogana il prezzo di un litro di benzina è in media più elevato di 8 centesimi – dice Erba – La mia ricerca non poteva certo essere esaustiva ma ho comunque presentato alcuni macrodati sui quali speravo di sentire commenti diversi».In effetti, aggiunge il consigliere dei 5 Stelle, «la discrepanza è palese ed evidente ma i rappresentanti di Assopetroli hanno parlato di “piccole differenze” legate a situazioni singole. Hanno pure fatto riferimento al costo del trasporto ma è stato facile dimostrare che si tratta di un falso problema». Erba insiste sul fatto che siamo di fronte a una «anomalia sistematica. In Altolago il prezzo alla pompa è più basso che a Como: come si spiega?».Il risultato di questo innalzamento ingiustificato dei prezzi è «il parziale azzeramento dello sconto benzina», conclude il consigliere comasco del Movimento 5 Stelle.Una posizione ribadita ieri anche dal presidente della commissione regionale Affari produttivi, Gianmarco Senna (Lega). «Il problema puntualmente si ripresenta e fa sì che la tessera sconto non abbia poi tutto quel valore per cui è stata pensata. Abbiamo trovato un’intesa, anche con una rappresentanza di consumatori, per tenere sotto controllo i prezzi della benzina. Ogni qualvolta si registra qualche anomalia, scatta una segnalazione alla commissione, subito girata ad Assopetroli. In questo modo possono emergere le situazioni particolari e le differenze di prezzi più marcate».

  • Camesasca nell’advisory board lombardo di Unicredit

    Camesasca nell’advisory board lombardo di Unicredit

    Il comasco Andrea Camesasca, imprenditore alberghiero e vicepresidente dell’associazione Albergatori della nostra provincia, fa parte del nuovo Advisory Board Lombardia di UniCredit, l’organismo consultivo della banca nato con l’obiettivo di rafforzare la conoscenza dei singoli territori. In tutto l’istituto può contare su sette   Advisory Board Territoriali  in Italia. Il nuovo team lombardo sarà  presieduto da Costantino Vaiaed è composto in totale da 15 membri scelti fra imprenditori di riferimento del mercato locale ed esponenti di realtà socioeconomiche di rilevante interesse.

  • Campione d’Italia, comune occupato per protesta

    Campione d’Italia, comune occupato per protesta

    Sale la tensione a Campione d’Italia oltre due mesi dopo la dichiarazione di fallimento del casinò. Nella tarda mattinata di oggi, decine di dipendenti della casa da gioco hanno protestato in Comune, occupando di fatto l’atrio del municipio, come attestato da un’immagine postata su facebook. Oggi era in programma un nuovo incontro in prefettura, con i rappresentanti sindacali in cerca di risposte sul futuro del casinò e dell’intera comunità. Tra i partecipanti al presidio permanente allestito davanti al casinò dal 27 luglio scorso è salita la tensione ed è nata, sembra spontaneamente, la decisione di protestare in comune.

  • Campione d’Italia, un progetto per riaprire il casinò

    Campione d’Italia, un progetto per riaprire il casinò

    Qualcosa si muove anche dall’interno, per il futuro dell’enclave. Un progetto per la riapertura della casa da gioco e per un nuovo corso del paese sulle sponde del Ceresio, non più legato da un abbraccio che può diventare mortale, ovvero soltanto al suo casinò. Queste sembrano le premesse del disegno che verrà presentato martedì prossimo alla stampa dal Comitato “Ritornare Campione”. L’appuntamento è all’Hotel Melia, il cinque stelle dell’enclave. Al tavolo tre persone molto note a Campione, a iniziare da un indiscusso protagonista della storia amministrativa locale, ovvero Simone Verda, già vicesindaco di Roberto Salmoiraghi dodici anni fa, fino alle dimissioni, nell’agosto del 2006, perché in disaccordo su alcune scelte relative alla gestione del casinò. Verda, che appartiene a una famiglia campionese molto radicata, ha poi ricoperto il ruolo di presidente dell’Azienda Turistica, dall’estate 2012. Con Verda, Massimo D’Amico, ovvero il presidente dell’Associazione operatori economici di Campione. D’Amico si è battuto negli ultimi anni per salvaguardare le attività locali alle prese con concorrenti soggetti a una pressione fiscale minore, perché insediate sul territorio elvetico. La terza persona al tavolo di “Ritornare Campione” è l’avvocato Davide Contini, dello studio Grimaldi di Milano, con sedi pure a Roma, Bari, Bruxelles, Londra e Lugano. Il professionista ha vissuto a lungo nell’enclave ed è un esperto di Diritto fallimentare e ristrutturazioni aziendali.

  • Canepa, le offerte d’acquisto sarebbero 21. Ieri l’atteso incontro al ministero dello Sviluppo

    Canepa, le offerte d’acquisto sarebbero 21. Ieri l’atteso incontro al ministero dello Sviluppo

    Ventuno offerte d’acquisto o manifestazioni d’interesse. La Canepa è tuttora una fabbrica che attira potenziali investitori, un marchio che garantisce ampi margini di successo. Se è vero – com’è stato detto ieri al tavolo del ministero dello Sviluppo economico a Roma – che dopo la dichiarazione di concordato sono state appunto 21 le offerte giunte a San Fermo per rilevare l’azienda o parte di essa.È questa la notizia più interessante emersa al termine della lunga giornata vissuta nella capitale dalle delegazioni comasche, chiamate a discutere della crisi che ha colpito l’impresa tessile lariana.Di fronte al sottosegretario Giorgio Sorial, sindacato e azienda (rappresentata dall’amministratore delegato Marco Cordeddu) si sono nuovamente confrontati sul futuro della storica fabbrica di San Fermo.Questa volta, con qualche numero in più sul tavolo. «Le posizioni delle parti sono state ribadite in modo chiaro – dice Serena Gargiulo , segretaria della Uiltec di Como e Lecco – tutti gli attori in campo sono consapevoli adesso che l’azienda sta vagliando nuove ipotesi e l’ingresso di possibili partner industriali».Il futuro, insomma, non è più soltanto a tinte scure. Rispetto al trauma iniziale e all’ipotesi che il disimpegno dei nuovi proprietari potesse addirittura essere il preludio alla chiusura, le cose sembrano essere cambiate.Anche se un problema resta: il tempo. «Una soluzione va trovata entro un paio di mesi – dice ancora Gargiulo – gli stessi che al momento sono coperti dagli ordini che fanno andare avanti le macchine».Da quando è esplosa la crisi, una ventina di dipendenti hanno lasciato l’azienda in modo volontario. Gli stipendi – e questa è un’altra delle buone notizie ricevute ieri da Roma – sono stati pagati. «Anche quello di gennaio – riferisce la segretaria della Uiltec – i cui bonifici sono partiti proprio stamattina» (ieri per chi legge, ndr). Il 10% delle maestranze, a rotazione, prosegue intanto con la cassa integrazione, utilizzata a seconda dei cali e dei picchi di produzione.Secondo Armando Costantino, segretario della Femca Cisl, sono stati esclusi al momento «possibili esuberi. Lo ha detto l’amministratore delegato ed è un fatto che giudichiamo molto positivamente. Questo significa che non c’è più sul tavolo alcuna ipotesi di dismissione, piuttosto l’idea concreta di passare la mano a nuovi proprietari».Il profilo di questi nuovi proprietari è stato oggetto di discussione e di analisi.«Come sempre – dice ancora Costantino – si sono fatti avanti soggetti diversi: industriali, i soliti curiosi e qualche altro fondo. Vista la recente esperienza, il nostro auspicio è che la fabbrica possa essere ceduta a chi è davvero interessato a portare avanti il lavoro su basi concrete. Purtroppo non ci hanno detto quanto serve per comprare».Non è stata esclusa nemmeno l’ipotesi di spacchettamento, vale a dire di una doppia cessione: portafoglio clienti e produzione. «Il sindacato – dice Gargiulo – resta comunque nettamente favorevole a un’acquisizione in blocco di tutto il gruppo».Due mesi, quindi. È questo l’orizzonte temporale entro il quale sindacato, azienda e ministero torneranno a riunirsi per discutere l’eventuale via d’uscita alla crisi. Nel frattempo, in regime concordatario e con i debiti congelati, i macchinari continuano a lavorare e i dipendenti rimangono al loro posto.«C’è fiducia – conclude Costantino – anche se il passato, fatto di proclami di rilancio e investimenti e bruschi stop dopo pochi mesi, ci indirizzano verso una sana prudenza».

  • Cantù, dal 29 settembre torna il Festival del Legno

    Cantù, dal 29 settembre torna il Festival del Legno

    Si svolgerà dal 29 settembre al 14 ottobre la sesta edizione del Festival del Legno, la manifestazione canturina nata per celebrare le eccellenze della filiera del legno-arredo della Brianza. In programma un ricco calendario di appuntamenti – illustrato oggi nella sede dell’azienda “Pipa Castello” a Cantù – che punta a coniugare innovazione e tradizione, cultura e design, eventi di piazza e convegni tematici, visite a botteghe e laboratori per bambini.

    Gli eventi si svolgeranno tra diversi luoghi: Villa Calvi, Corte San Rocco, Sant’Ambrogio, piazza Garibaldi, largo XX Settembre, la Factory di Enaip Lombardia, il Teatro San Teodoro, oltre alle location che ogni partecipante – dalle imprese alle scuole, dagli esercizi commerciali alle associazioni – ha messo a disposizione.

    Anche questa edizione vede il coinvolgimento dell’intera città. Piazza Garibaldi ospiterà la “Radura”, installazione di arte urbana firmata dallo studio Stefano Boeri Architetti.

    Nato nel 2013 per volontà dell’amministrazione comunale di Cantù, il Festival del Legno rappresenta oggi il principale evento di promozione del territorio. La manifestazione è organizzata dallo stesso Comune in collaborazione con la Camera di Commercio di Como, la Fondazione Enaip Lombardia e l’Ordine degli Architetti di Como.

    L’edizione 2017 si è chiusa con risultati lusinghieri: il coinvolgimento di 42 aziende e 74 negozi, 16 iniziative di “Botteghe aperte” e numerosi altri eventi, per un totale di 93 appuntamenti in due settimane, che hanno portato nella Città del Mobile circa 15mila visitatori, professionisti del settore ed appassionati di design.

    Per il programma di quest’anno, informazioni dettagliate sul sito del Comune di Cantù (www.comune.cantu.co.it) e sulle pagine Facebook e Instagram del Festival del Legno.

  • «Casinò di Campione, pronta una richiesta per altri 18 milioni di euro di crediti»

    «Casinò di Campione, pronta una richiesta per altri 18 milioni di euro di crediti»

    Casinò, crediti per altri 18 milioni di euro verranno presto richiesti dal Comune di Campione d’Italia. Se infatti è vero che venerdì i curatori fallimentari nominati dal Tribunale di Como hanno elencato nella proposta di stato passivo consegnata al giudice delegato Alessandro Petronzi, cifre e numeri ben dettagliati, su chi e quanto richiedere in seguito al fallimento della casa da gioco, ci sono ulteriori novità. A partire dall’amministrazione di Campione d’Italia. «Ad oggi il Comune si è insinuato nel passivo della casa da gioco non ancora in maniera totale – spiega il commissario prefettizio che oggi governa l’enclave, Giorgio Zanzi – C’è ancora una partita da definire, abbiamo ancora un’altra richiesta di circa 18 milioni di euro, che verrà quanto prima avanzata». Una situazione paradossale, quasi kafkiana, se si pensa che la proposta dei curatori è di non ammettere al privilegio i crediti vantati dal Comune di Campione d’Italia, ovvero 20,357 milioni di euro che sono stati dirottati al chirografo e potrebbero quindi non rientrare mai nelle case del municipio. «Ovviamente in questo periodo si vive alla giornata, ma valuteremo l’ipotesi ricorso su questo fronte – dice Zanzi – Per quanto riguarda l’ulteriore somma che verrà domandata, è quella relativa al 2018. Il resto atteneva al periodo che si è chiuso al 31 dicembre del 2017». Va ricordato come i primi numeri, emersi dalla proposta di stato passivo, parlino di 212 creditori, 73,119 milioni di euro di debiti accertati e 8,332 milioni di euro di debiti “cancellati”. La conclusione del commissario si concentra ancora sul fronte giudiziario. «L’amministrazione (quella guidata da Roberto Salmoiraghi, durante il cui mandato è arrivata la dichiarazione di dissesto finanziario) che mi ha preceduto ha fatto ricorso e quindi attendiamo. Valuteremo dopo la pronuncia della corte d’appello sul fallimento, come e quando ricorrere». Passaggio che ovviamente sembra inevitabile. Il prossimo 28 gennaio si terrà intanto in Tribunale l’udienza in cui il giudice delegato deciderà se accettare o meno le proposte depositate dai tre curatori fallimentari. I creditori hanno 15 giorni di tempo per inviare le loro eventuali controdeduzioni. Dopo l’udienza sarà fissata un’ulteriore scadenza per le domande cosiddette tardive che conterranno le richieste dei quasi 500 dipendenti licenziati il 31 dicembre. Tutti da ammettere al privilegio. E ai quali si dovranno pagare stipendi arretrati e liquidazioni. Quanto messo nero su bianco dai curatori fallimentari Elisabetta Brugnoni, Sandro Litigio e Giulia Pusterla, era già noto, anche se non nel dettaglio, ai sindacati, che ribadiscono alcuni concetti fondamentali che hanno caratterizzato questi mesi di confronto e lotta per salvare la casa da gioco. «Si ha la conferma ufficiale di ciò che era evidente da tempo, osservando i bilanci. Ovvero che le uscite erano troppo alte rispetto alle entrate – dice segretario dello Snals, Angelo Cassani – Da qui il tragico risultato conclusivo. I sindacati si sono sempre impegnati per salvare l’azienda e ovviamente per farlo si sono sempre basati sulle richieste della società. Come nel giugno del 2016 davanti al fatto che andavano tagliati 18 milioni di euro ci siamo attivati. Purtroppo non è stato sufficiente e adesso eccoci qui. Dobbiamo cercare, appena possibile, di fissare un incontro con il commissario straordinario». Amara la riflessione di Giovanni Fagone (Cgil). «Abbiamo preso atto di una realtà ben nota. Il danno causato è enorme. Sia per chi vanta dei crediti sia per una comunità intera ormai spazzata via – dice Fagone – Senza contare che alcuni di questi debitori, a partire dal Comune, potrebbero in effetti non vedere più le somme vantate. I sindacati hanno sempre lanciato anche questo allarme, un monito a considerare gli effetti devastanti a lungo raggio di una situazione fuori controllo».