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  • Lugano vuole una Croisette. Una spiaggia da 100 milioni

    Lugano vuole una Croisette. Una spiaggia da 100 milioni

    La proposta presentata alla festa di Capodanno della città

    Una spiaggia a Lugano con il raddoppio del lungolago tra il museo Lac e la foce del torrente Cassarate. Spiaggia in città e passeggiata sul modello di Cannes con la sua Croisette. La proposta è stata presentata nel corso della tradizionale festa di Capodanno dal direttore della Fondazione Möbius Lugano, Alessio Petralli, alla presenza, tra gli altri, anche del sindaco della città ticinese, Marco Borradori.Un chilometro di sabbia e ghiaia, tra il centro culturale più grande di Lugano e il fiume che si getta nel Ceresio.Petralli avrebbe già sottoposto il progetto della “Croisette luganese” a ingegneri, geologi, urbanisti, ambientalisti e architetti, ottenendo pareri che i media ticinesi definiscono «incoraggianti», come si legge sul portale Ticinonews.ch.La proposta non ha trovato ad ogni modo solo consensi. Il consigliere comunale dell’Udc Tiziano Galeazzi ha infatti immediatamente respinto al mittente la proposta.«Le spiagge lasciamole al loro stato naturale e nel luogo a loro più appropriato. Non mi sembra che Lugano sia la tipologia di città-mare adeguata, a meno che il lago diventi salato con il cambiamento climatico» ha dichiarato su Ticinonews. Per l’Udc le priorità di Lugano sarebbero insomma altre.Si è ad ogni modo stimata anche la spesa per una simile operazione, circa 100 milioni di franchi svizzeri, quasi 89 milioni di euro. Un’idea impegnativa anche sul fronte economico, insomma. Anche perché il progetto prevede una serie di installazioni da collocare sulla spiaggia e sul lungolago, ad iniziare dai bar per attirare i giovani direttamente sulla spiaggia.

  • Lugano punta sul Surrealismo

    Lugano punta sul Surrealismo

    Dal 10 febbraio al 16 giugno il Museo d’arte della Svizzera italiana presso il Lac in piazza Luini a Lugano presenta una grande retrospettiva sul Surrealismo svizzero, organizzata in collaborazione con l’Aargauer Kunsthaus. IntitolataSurrealismo Svizzera, la mostra indaga sia l’influenza che il movimento ha avuto sulla produzione artistica elvetica, sia il contributo degli artisti svizzeri nel definire lo stesso. Tra questi Hans Arp, Alberto Giacometti, Paul Klee, Meret Oppenheim. Muovendo dalla domanda “esiste un Surrealismo svizzero?” il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) e l’Aargauer Kunsthaus si confrontano in modo approfondito con il tema del Surrealismo in Svizzera, un capitolo importante della storia dell’arte nazionale. Le due sedi espositive presentano una nuova grande retrospettiva, declinata in due allestimenti differenti. Il primo, ad Aarau dal 1. settembre 2018 al 2 gennaio 2019, si concentra non solo sul Surrealismo storico ma presenta anche l’influenza che esso ha avuto sull’arte contemporanea. Il secondo, al MASI dal 10 febbraio al 16 giugno 2019, si focalizza unicamente sulle manifestazioni storiche del Surrealismo fino alla fine degli anni ’50 ed è curato dal direttore del museo Tobia Bezzola con Francesca Benini, collaboratrice scientifica MASI. Il percorso espositivo proposto al MASI si compone di un centinaio di opere e si apre con uno sguardo generale al contesto e allo sviluppo del movimento surrealista attraverso una significativa scelta di documenti e disegni. L’esposizione presenta al pubblico i più importanti rappresentanti svizzeri del Surrealismo, cominciando dai due imprescindibili precursori,  Hans Arp e  Paul Klee; ospita poi tutti i principali artisti svizzeri che hanno influenzato il Surrealismo, sia come membri effettivi del movimento parigino –  Alberto Giacometti,  Serge Brignoni,  Gérard Vulliamy,  Kurt Seligmann e  Meret Oppenheim – sia come portavoce della nuova arte in Svizzera, come ad esempio Otto Abt, Max von Moos, Walter Johannes Moeschlin, Werner Schaad, Otto Tschumi, Walter Kurt Wiemken. Proprio il legame tra gli artisti svizzeri a Parigi e quelli attivi in patria favorisce la diffusione e lo sviluppo delle idee surrealiste anche in Svizzera e promuove la creazione di gruppi progressisti, come Gruppe 33, del quale erano membri, tra gli altri, Otto Abt, Walter Bodmer, Walter Kurt Wiemken e Meret Oppenheim; o Allianz. Vereinigung moderner Schweizer Künstler (1937), al quale aderirono anche Ernst Maass, Leo Leuppi e Hans Erni. Il Surrealismo nasce a Parigi a metà degli anni venti attorno alla figura di André Breton e in Svizzera ha un interessante sviluppo autonomo. Durante gli anni tra le Guerre mondiali, caratterizzati ovunque in Europa da un contesto politico e sociale conservatore, il movimento diventa un rifugio per gli artisti progressisti. A differenza di altri ismi  del XX secolo, come ad esempio il Cubismo o l’Espressionismo, il Surrealismo non si distingue attraverso determinate caratteristiche formali e stilistiche ma piuttosto per un’attitudine, un approccio alla vita e all’arte che accomuna i suoi interpreti. Nel clima razionale degli anni tra le due Guerre, i surrealisti s’interessano all’universo interiore dell’uomo, all’inconscio e al caso, incentrando la loro ricerca su tematiche quali il sogno, le angosce, le fantasie, le ossessioni, la sessualità, giungendo a forme e creazioni del tutto nuove.

  • Lucio Battisti, il ricordo a vent’anni dalla scomparsa. Le testimonianze comasche

    Lucio Battisti, il ricordo a vent’anni dalla scomparsa. Le testimonianze comasche

    Il ricordo di Lucio Battisti a vent’anni dalla sua scomparsa, il 9 settembre del  1998. SulCorriere di Comoin edicola domenica, una pagina dedicata alle testimonianze lariane – soprattutto brianzole – dell’artista che ha segnato la storia della musica italiana. Non mancheranno i racconti di chi negli anni ’70 lo incontrò ad Anzano del Parco, dove visse nel Mulino, studio di registrazione che faceva capo al paroliere Mogol e che era allestito anche con alloggi per gli artisti.  Tra le curiosità, la copertina dell’albumLucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera: uno scatto realizzato proprio nei boschi del paese brianzolo.

  • Luca, i suoi 16 anni, Lucignolo e il coma etilico

    Luca, i suoi 16 anni, Lucignolo e il coma etilico

    di Mario Guidotti

    Luca aveva 16 anni, tanti riccioli sulla testa, la solita manciata di brufoli dell’età e soprattutto tanta timidezza. Qualche anno prima alle scuole medie era stato bullizzato, solo un po’ però, il giusto per trasformarlo a sua volta in piccolo bullo di paese. Ma anche questo non bastava a farlo sentire meglio. Il dialogo con i genitori era debolissimo, quasi assente, come del resto la loro figura in casa, e non solo per il lavoro. La sorellina era solo un impiccio e qualcosa gli mancava. Fu così che ciondolando per le nuove piazze dei paesi che adesso si chiamano centri commerciali trovò il Lucignolo di turno.

    Sì, perché nella roulette della vita quando cerchi senza sapere cosa, soprattutto se sei un adolescente insicuro, non trovi mai il Garrone che ti dà una mano, ma più spesso il Lucignolo che ti trascina nel tunnel, che a volte si chiama sala giochi, a volte droghe, a volte violenza, altre invece alcool. Ma forse tutti incontriamo modelli buoni e cattivi, solo che i primi si presentano come delle scomode salite, e gli altri come agili discese. Raramente nell’età dell’incertezza si affrontano le prime, molto più facile imboccare le seconde.

    Dondolando il sabato sera nel vuoto esistenziale succede che per avvicinare Mara, quella ragazza carina che sembrava anche “facile”, Luca ed i suoi compari organizzano un aperitivo. Che però non significa soltanto una birra o uno spritz, ma un paio di cocktail accompagnati da due “cannette” giusto per rimanere lucidi. Ora, dette così sembrano cose da poco, ma non è lo stesso che in quel momento pensavano le cellule cerebrali ed epatiche di Luca, ancora sprovviste degli enzimi adatti a metabolizzare quelle sostanze, che alle ore 20 iniziavano a disintegrarle, una dopo l’altra. Siccome però il gruppo cresceva, Luca reggeva la situazione.

    La cena è saltata, un po’ perché con gli aperitivi qualcosa si mangiucchia anche, un po’ perché non è che si abbiano i soldi per tante cose, e così è giunta l’ora della discoteca. Che non significa ballare e divertirsi, ma dare altri colpi di maglio a fegato e cervello. Quindi è arrivata la vodka. Due, tre, quattro bicchieri. Luca barcolla, vomita. Gli altri gli stanno intorno, ridono, saltano quasi su di lui. Ma quando qualcuno si accorge che non respira bene e che quei movimenti in realtà sono convulsioni, chiama il 118.

    Sirene, Pronto Soccorso, Terapia Intensiva. Coma etilico. Una telefonata nelle notte squarcia per sempre il sonno dei genitori che corrono al capezzale di Luca. In Pronto Soccorso arrivano i cosiddetti amici, abbracciati tra di loro, piagnucolanti, qualcuno gli porta un peluche. Ipocrisia del dopo, facile retorica del falso bene che i tuoi coetanei ti porgono tardi, quando solo l’intubazione e magari un trapianto ti possono salvare. Mentre poche ore prima bastava una bella conversazione o un semplice progetto di una serata sana e veramente divertente.

  • Lotta alle truffe, i carabinieri vanno in chiesa

    Lotta alle truffe, i carabinieri vanno in chiesa

    Dopo la predica parlano i carabinieri. Nel fine settimana, nelle chiese parrocchiali di Canzo, Cernobbio e Fenegrò i comandanti delle stazioni carabinieri di Asso, Cernobbio e Lomazzo hanno tenuto un breve discorso ai fedeli, mettendoli in guardia sulle principali truffe commesse soprattutto ai danni degli anziani nel periodo estivo, tra cui quella del “falso nipote”, dei “falsi funzionari”, del “finto carabiniere” e del “falso avvocato”.

    Tra i consigli forniti, quello di diffidare di operatori di Polizia in abiti civili: in caso di dubbi sulla qualifica o sull’atteggiamento di persone che suonano al campanello o bussano alla porta in maniera pretestuosa, avvertire subito il 112.

  • Lotta alle truffe: i carabinieri incontrano la popolazione a Dongo

    Lotta alle truffe: i carabinieri incontrano la popolazione a Dongo

    Continua l’impegno dei carabinieri a favore delle fasce più deboli della popolazione in via preventiva contro le truffe. Nella serata di ieri è stato organizzato, nella sala conferenze del “Palazzo del Vescovo”, un incontro con la cittadinanza del comune di Dongo e dei paesi limitrofi sul tema della sicurezza ed, in particolare, per fornire strumenti per contrastare l’odioso fenomeno delle truffe agli anziani.

    La riunione, che è stata favorevolmente accolta dalla numerosa platea (circa 75 persone), ha visto presenti molti amministratori locali (il sindaco di Dongo Mauro Robba, il sindaco di Stazzona Marco Predrazzoli, il sindaco di Musso Marco Pozzi, il vice sindaco di Musso Ercole Rampoldi e il vice sindaco di Pianello Francesco Crosta) ed ha suscitato molto interesse da parte dei partecipanti.

    Il Maggiore Filippo Bentivogli, comandante della Compagnia di Menaggio ha fornito i consigli pratici che, nel corso degli ultimi anni, l’Arma dei Carabinieri sta diffondendo attraverso incontri pubblici, conferenze e pubblicazioni di opuscoli sul tema. Si è poi proseguito fornendo un orientamento, con una casistica delle più frequenti ed astute tecniche applicate dai truffatori.

    Le fondamentali regole rimangono però due: non aprire la porta a persone sconosciute e di non esitare a chiamare il 112.

  • Lotta ai vandali, “Per Como Pulita” vuole più alberi. Intanto pulisce il sottopasso di Porta Torre

    Lotta ai vandali, “Per Como Pulita” vuole più alberi. Intanto pulisce il sottopasso di Porta Torre

    L’associazione “Per Como Pulita” il mese prossimo riprenderà, con l’aiuto del Rotaract, la pulizia delle pareti e dei corrimano del sottopasso di Porta Torre a Como, costantemente in preda al degrado e all’azione dei writers. «Auspichiamo che il Comune vi installi una telecamera per scoraggiare i malintenzionati», dice la presidente del sodalizio premiato con l’Abbondino d’Oro, Anna Ballerini. Che annuncia per l’autunno una iniziativa “verde” volta a far piantare un albero per ogni nuovo nato a Como. «C’è una legge del 1992 che lo impone ai Comuni sopra i 15mila abitanti, abbiamo già individuato tre aree verdi in città dove piantumare, a Tavernola, Rebbio e presso la scuola Montessori. E il nostro sogno è dotare di un frutteto ogni scuola».

  • L’Osservatorio permanente del frontalierato diventa realtà. Avrà sede a Villa Saporiti

    L’Osservatorio permanente del frontalierato diventa realtà. Avrà sede a Villa Saporiti

    L’osservatorio permanente del frontalierato è realtà.

    Dopo il voto dei consigli provinciali di Como e Varese, il nuovo organismo è stato costituito formalmente per un periodo di 3 anni, rinnovabili.

    La sede sarà a Villa Saporiti, a Como, e i componenti saranno al massimo quindici.

    I lavoratori italiani che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera sono quasi 63mila, residenti in particolare nelle province di Como e di Varese.

    «Per la sua rilevanza economica, ma anche per le sue ricadute sociali e nel campo della formazione-istruzione – precisano i promotori dell’iniziativa – è opportuno che il fenomeno sia oggetto di costante ed attento studio, al fine di poter valutare le sue conseguenze sui territori italiani di confine e sui cittadini».

    Il nuovo organismo si occuperà in particolare di «monitorare i flussi dei lavoratori frontalieri, di divulgare le corrette informazioni su opportunità e problematiche connesse al lavoro transfrontaliero e di recepire le istanze dei lavoratori frontalieri per farsi parte attiva a livello politico nei confronti di tutti quegli enti, pubblici o privati, che a vario titolo ne sono coinvolti e possono fornire adeguate e ragionevoli risposte».

    Saranno proposte anche iniziative di informazione sul territorio per far conoscere il fenomeno del frontalieri.

  • Lorenzo Schuhmacher in mostra a Chiasso

    Lorenzo Schuhmacher in mostra a Chiasso

    È in corso a Chiasso la mostraJosefstrasse 22con fotografie di Lorenzo Schuhmacher, artista di Riva San Vitale. La mostra è negli spazi della galleria Cons Arc guidata con competenza ormai dal lontano 1986 da Guido Giudici, che per passione insieme alla moglie Daniela, si era occupato, con amici, della programmazione dell’attività della prima galleria di fotografia del Ticino, “FotografiaOltre”.Ecco come l’artista introduce la sua mostra personale: «Quando alla fine del 2014 mi son messo alla disperata ricerca di un alloggio a Zurigo mi è stata offerta l’opportunità di vivere per alcuni mesi, fino alla prevista ristrutturazione, in una vecchia casa sulla Josefstrasse, a pochi passi dalla stazione centrale» spiega Lorenzo. «L’edificio aveva un’atmosfera unica: su ciascuno dei quattro piani, affacciate su un lungo corridoio, erano distribuite le stanze dei lavoratori, una cucina comune e un bagno in comune. Le stanze testimoniano la storia della casa e dei suoi abitanti. L’ultimo giorno, prima dell’inizio dei lavori di sgombero, ho pensato di documentare fotograficamente le stanze abbandonate dagli abitanti e le ho raccolte nel progetto Josefstrasse 22».La galleria Cons Arc è in via Gruetli 1 a Chiasso. Orari di apertura: da martedì a venerdì 9-12 e 14-18.30, sabato 9-12, chiusa domenica, lunedì e nei festivi. La personale proseguirà con ingresso libero fino al 29 settembre.

  • L’Ordine dei medici di Como: «Vaccinarsi è un dovere sociale»

    L’Ordine dei medici di Como: «Vaccinarsi è un dovere sociale»

    «L’obbligatorietà delle vaccinazioni è servita. I dati sono confortanti in tal senso. Ribadisco l’importanza di questo gesto sia da un punto di vista medico che sociale». Così il presidente dell’Ordine dei medici di Como, Gianluigi Spata, ha introdotto la nuova campagna pro vaccinazione.E i numeri parlano, per tutto il 2017 in Italia, di 5.402 casi segnalati di morbillo, con 4 decessi. Le nuove rilevazioni dell’Iss hanno evidenziato che al 30 settembre 2018 i casi di morbillo sono stati 2.295: confrontati con lo stesso periodo del 2017 (4.617 casi), evidenziano una diminuzione di più del 50%. I dati relativi alla Lombardia, per lo stesso periodo, hanno mostrato un netto miglioramento passando da 762 casi nel 2017 a 149 casi nel 2018. «La situazione è positiva. Ma dobbiamo continuare con l’opera di informazione. Sarebbe molto pericoloso abbassare la guardia, in quanto si tornerebbero a sottovalutare i rischi e le complicanze che può provocare tale patologia. Quindi è necessario mantenere alta l’attenzione, perché comunque 2.300 casi al 30 settembre 2018 sono sempre un numero importante».I vaccini sono una delle armi più efficaci per la prevenzione delle malattie infettive. E per sensibilizzare l’opinione pubblica e ribadire l’importanza delle vaccinazioni l’Ordine provinciale dei medici di Como, con il patrocinio di Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), per il terzo anno consecutivo ha organizzato la campagna di comunicazione sociale “Ascolta il consiglio del tuo medico: vaccinati!”. In vari punti della città di Como e della provincia sono stati affissi manifesti dove campeggiano le immagini di bambini e la frase “Isolato… o vaccinato”. L’obiettivo è far passare «un messaggio sintetico ma chiaro sull’importanza della vaccinazione – afferma la dottoressa Marina Russello, consigliere e coordinatrice della commissione aggiornamento dell’Ordine – Quest’anno ci siamo concentrati sui bambini per fare in modo che nei genitori cresca la consapevolezza che quel semplice gesto della vaccinazione sia un bene per il proprio figlio e per la collettività ma abbiamo anche voluto richiamare l’importanza del ruolo del medico curante che deve essere l’unico punto di riferimento per il cittadino per non rischiare di imbattersi nelle false notizie del web».