I padiglioni di Lariofiere a Erba hanno registrato il pieno di visitatori per il primo giorno di apertura dell’XI edizione di “Fornitore offresi – Metal District Days”, il Salone per le lavorazioni meccaniche di eccellenza in programma da ieri e fino al 16 febbraio. Promossa sin dalla prima edizione dalla Camera di commercio di Lecco con il Comitato di Distretto metalmeccanico lecchese, “Fornitore offresi” costituisce un modello concreto che permette alle imprese di intrecciare nuove relazioni e opportunità di scambio con Paesi esteri. Incontri business, visite con buyer e operatori esteri, focus su innovazione e digitalizzazione, eventi collaterali e workshop animeranno i tre giorni di manifestazione, vetrina d’eccellenza manifatturiera e spazio di confronto tra le imprese. Oggi sono in programma due incontri: alle 11.30, l’evento di presentazione dell’iniziativa “Fintech. Finanza digitale 4.0”, promosso dalle Camere di commercio di Como e Lecco in collaborazione con Unioncamere Lombardia e Innexta, mentre alle 14.30 l’incontro “Subfornitura, quale futuro per le aziende della meccanica?”, promosso dalla Camera di commercio di Lecco.
Categoria: Economia
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Gennaio 2019, crescita record della cassa integrazione in provincia di Como
Il 2019 si apre male per l’economia lariana. Cresce infatti in maniera considerevole il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il mese di gennaio ha fatto segnare un sostanzioso incremento nella richiesta di ore di cassa integrazione in provincia di Como. A certificarlo il 1° rapporto Uil del Lario anno 2019. In decisa salita la domanda di ore di cassa integrazione che in provincia di Como ha raggiunto addirittura, rispetto allo stesso periodo 2018, un +290,8% rispetto al segno meno della Lombardia (-23,6%). In salita anche la richiesta di ore di cassa integrazione ordinaria: Como +83,3 %, Lombardia +16,8 %. E cresce anche la cassa integrazione straordinaria in Provincia di Como. A pesare sulla crescita della richiesta di ore di cassa integrazione a gennaio a Como è soprattutto il settore tessile con 459.356 ore di cassa integrazione totale, +465,7% rispetto a gennaio 2018. Osservando la cassa integrazione nei singoli settori produttivi a gennaio 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si registra una crescita della richiesta delle ore di cassa integrazione nel settore industriale con +370,2 % a Como. Scende invece nell’edilizia con -51,5 % e nel commercio con un -100 %. I lavoratori in cassa integrazione a gennaio 2019 sono stati 3575 a Como (+2.660 rispetto a Gennaio 2018). «Il 1° rapporto UIL del Lario del 2019, conferma il rallentamento della ripresa economica, una situazione già palesata nella fase finale del 2018. Permane, quindi, una preoccupazione della fase di incertezza che sta attraversando il Paese, ed è quanto mai attuale e urgente un intervento del Governo Nazionale per rilanciare gli investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali, fondamentali per la ripresa occupazionale, l’ammodernamento e lo sviluppo e competitività del nostro sistema produttivo. Bisogna agire velocemente»., dice Monteduro
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Giovanni Pontiggia: «Camera di commercio. Chi si candida a governarla condivida il suo progetto»
Il recente studio di Aaster, Class e Fondazione Volta sugli effetti della riunificazione delle Camere di commercio di Como e Lecco ha messo al centro, tra gli altri, anche il settore del credito, chiamato a giocare un ruolo sempre più decisivo per lo sviluppo del territorio. Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi e rappresentante designato dell’Abi in seno al futuro consiglio camerale, parte da qui per sottolineare alcuni punti su cui – dice – bisognerebbe soffermarsi con maggiore attenzione, «soprattutto da parte di chi si è candidato a governare la nuova Camera di commercio».Secondo Pontiggia è in primo luogo «fondamentale partire da un’idea forte, vale a dire che l’unione non è un semplice atto amministrativo ma un fatto strategico per il futuro dell’economia lariana». Grazie a questo passaggio si può «e si deve identificare un nuovo posizionamento dei corpi intermedi, delle rappresentanze e delle associazioni all’interno di un territorio che non è sfuggito alla crisi».Non solo: «questa stessa crisi – insiste il presidente della Bcc Brianza e Laghi – non è affatto superata; ci attendono anni turbolenti, motivo per cui dobbiamo creare le condizioni per una messa in sicurezza dei nostri pilastri economici che sono le imprese».Ecco perché, dice ancora Pontiggia, «il tema della governance della futura Camera di commercio è soltanto un “di cui” rispetto ai contenuti del progetto della stessa».Prima di decidere chi dovesse occupare i singoli posti di comando – è questa la tesi di Pontiggia – si sarebbe dovuto aprire un confronto nel mondo associativo per individuare le persone che meglio di altre avrebbero potuto impersonificare i contenuti e dare loro attuazione.«Meglio sarebbe stato – afferma Pontiggia – andare oltre gli schematismi della legge e la logica ormai superata degli apparentamenti. Prescindo dagli uomini, non ho niente contro nessuno, ma si sarebbe potuto arrivare agli stessi risultati con più condivisione. Chi sarà nominato, mi auguro con il consenso unanime, non può essere espressione di pochi, sarebbe troppo pericoloso per il territorio».Non manca un accenno polemico. «Purtroppo – dice il presidente della Bcc di Alzate – è significativo che al documento proposto da alcune associazioni, compresa quella che rappresento io, non sia stata data alcuna risposta. Non capisco se ciò voglia dire snobbare gli altri convinti che tutto sia deciso. Sarebbe di poco riguardo. La relazione e la capacità di dialogo restano punti fondamentali. L’economia è di tutti, non di pochi».In questo senso, Pontiggia afferma di avere «molto apprezzato quanto detto dal presidente di Lariofiere Giovanni Ciceri nella sua intervista al Corriere di Como di domenica scorsa. La sua proposta di condivisione è giusta».«In passato – conclude Pontiggia – ho collaborato con diversi presidenti della Camera di commercio, ciascuno dei quali ha segnato un’epoca: Giampiero Majocchi individuò Lariofiere come polo di sviluppo, Vico Valassi spinse per l’università, Marco Citterio diede un impulso determinante al decentramento e Paolo De Santis immaginò il polo tecnologico di Lomazzo. Il nuovo presidente deve avere anch’egli visione strategica e guidare una squadra che non sia dettata dai “pesi” ma dalla valenza e dall’autorevolezza dei singoli e dalle loro idee».
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Gli edili: «Il Comune di Como sia capofila per il recupero delle aree dismesse»
Il Mipim è la fiera del mercato immobiliare considerate leader nel mondo. Si svolge dal 12 al 15 marzo al Palais des Festivals in Boulevard de la Croisette, a Cannes. Istituito nel 1990, è un evento di 4 giorni che riunisce gli operatori più influenti di tutti i settori dell’industria immobiliare internazionale. Vi si ritrova ogni anno l’intera catena del valore e offre un accesso ineguagliabile a innumerevoli progetti di sviluppo e ricerca di capitali in tutto il mondo. La scheda sintetica che descrive l’evento parla di 26.000 partecipanti, 3.100 aziende espositrici da 100 Paesi, oltre 5.400 investitori coinvolti.Ance Como, l’associazione degli edili lariani, aveva proposto alla città lariana di essere presente a questa fiera con il suo ampio portfolio di aree dismesse da ripensare: Ticosa, ex Sant’Anna, San Martino, area Lechler-Albarelli. Ma l’edizione di quest’anno ormai alle porte non ne vede traccia. Ci sono invece città come Brescia e Mantova e naturalmente Milano che vive una fase di espansione edilizia e attrae capitali e investitori.«Peccato per l’occasione persa – dice il presidente di Ance Francesco Molteni – Alla fiera Mipim convergono tutti i territori di interesse edilizio e in particolare le città che hanno da proporre luoghi significativi perchè possano essere attrattivi per investimenti immobiliari, e vi convergono anche i fondi che hanno la disponibilità liquida per investire nelle città. Con la nostra proposta puntavamo a far partecipare il sistema Como con l’obiettivo di far capire quanto esso sia strettamente sinergico rispetto a Milano che oggi è un luogo dove i finanziamenti internazionali stanno arrivando. Avremmo giocato una carta importante per far capire quanto Como è attrattiva per gli asset internazionali. Como ha enormi potenzialità da sfruttare, offriamo benefit in termini di turismo, accoglienza e natura che la stessa Milano non ha».Due velocità diverse, però. Milano è “sexy”, edifica, e con qualità. E attrae capitali. A Como siamo ancora ai preliminari o a come sarebbe bello attuarli. «Il dato che emerge fortissimo in questo panorama – dice Molteni – è che Milano sta tirando moltissimo, da dopo l’Expo è diventata catalizzatrice e avrà una trasformazione significativa. Si è stati capaci di attuare e realizzare le infrastrutture oltre agli edifici, perché non può esserci disconnessione tra le due cose. I fondi internazionali partono da un principio molto banale ma solido: quanto dista l’area per fare l’investimento dal primo centro nevralgico? Se il tempo oltrepassa la mezz’ora l’investimento diventa meno appetibile. Quindi avere infrastrutture efficienti è una precondizione fondamentale»La proposta di Ance era modulare: arrivare a Cannes con una presentazione di Como come luogo di per sé meritevole di investimenti, affidando all’edizione successiva della fiera la presentazione delle singole aree su cui si è già determinata una specifica destinazione. Tutto rimandato, se va bene, al 2020. Ance aveva avuto dal Comune ampie garanzie che ci sarebbe stata una partecipazione al Mipim, ma nulla di fatto.«Un peccato perché si parla di recuperare alcune aree di Como – dice Molteni – valorizzando il loro collegamento con assi ferroviari e per Milano la carta che ha giocato alla fiera sulla Croisette è stata propria questa: presentare gli scali ferroviari come occasioni di investimento. Como ha un pregio rispetto ad altre città, ed è la presenza di aree di sostanziale disponibilità pubblica, dove l’amministrazione comunale è il motore delle idee di quello che potrebbe essere la como del 2030. Punterei sul settore del turismo e della cultura, visto che l’economia tende a quella direzione».Questo vuole dire più metri cubi, più cemento? «Oggi le opportunità di investimento vedono nell’approccio multidisciplinare la carta vincente, l’importante sarà ascoltare le esigenze della città, le sue effettive capacità di attrazione. Occorreranno quindi architetture di qualità che siano in grado di dare risposte significative per il turismo, ad esempio alberghi, o musei come quello del Razionalismo di cui tanto si parla. L’importante è che queste nuove realtà urbane siano pensate non tanto e non solo per la funzione che svolgono ma per la loro capacità di attrarre interesse. Devono essere iconiche di per sé. E solo il Comune può innescare questo percorso virtuoso, il Comune deve essere capofila per la rinascita delle aree dismesse. Che non può essere solo nutrito di idee e dibattiti: alla fine ci vogliono i soldi e il Mipim era la fiera ideale per trovarli. Ripensare le aree dismesse significa più cemento? Non per forza tutte le aree devono essere costruite. Anche un polmone verde di dimensioni significative di cui Como ha sete è una delle funzioni urbane del futuro. Una riqualificazione sensata non si fa solo con il costruito».
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Il commissario Bruschi a Campione forse la prossima settimana
C’è chi pensava di trovarlo già a Campione d’Italia immerso nel faldone – decisamente voluminoso – di una delle crisi aziendali più complicate degli ultimi anni. Ma Maurizio Bruschi, appena nominato quale commissario straordinario del Governo per Campione d’Italia, non è ancora partito alla volta del Ceresio. Raggiunto telefonicamente ha infatti spiegato come «sia in attesa del decreto di nomina ufficiale che non mi è stato ancora formalmente notificato – spiega il commissario Bruschi – Solo da quel giorno potrò operare a tutti gli effetti e iniziare a dialogare con i soggetti coinvolti per cercare di trovare una soluzione o una strada percorribile per uscire da questa complessa situazione».L’incaricato del Governo avrà poi 45 giorni di tempo per verificare l’esistenza di una via d’uscita. Romano, 73 anni, Bruschi conta su una lunga carriera al Ministero dell’Interno, conclusa nel 2010 come direttore generale del Viminale. «La nomina è infatti stata registrata e attendo la notifica. Mancheranno pochi giorni», dice Bruschi. L’arrivo sembra essere previsto per la prossima settimana, quando il commissario dovrà prendere visione anche della nuova istanza di fallimento della Procura di Como.
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Gli edili: «Il Comune di Como sia capofila per il recupero delle aree dismesse»
Il Mipim è la fiera del mercato immobiliare considerate leader nel mondo. Si svolge dal 12 al 15 marzo al Palais des Festivals in Boulevard de la Croisette, a Cannes. Istituito nel 1990, è un evento di 4 giorni che riunisce gli operatori più influenti di tutti i settori dell’industria immobiliare internazionale. Vi si ritrova ogni anno l’intera catena del valore e offre un accesso ineguagliabile a innumerevoli progetti di sviluppo e ricerca di capitali in tutto il mondo. La scheda sintetica che descrive l’evento parla di 26.000 partecipanti, 3.100 aziende espositrici da 100 Paesi, oltre 5.400 investitori coinvolti.Ance Como, l’associazione degli edili lariani, aveva proposto alla città lariana di essere presente a questa fiera con il suo ampio portfolio di aree dismesse da ripensare: Ticosa, ex Sant’Anna, San Martino, area Lechler-Albarelli. Ma l’edizione di quest’anno ormai alle porte non ne vede traccia. Ci sono invece città come Brescia e Mantova e naturalmente Milano che vive una fase di espansione edilizia e attrae capitali e investitori.«Peccato per l’occasione persa – dice il presidente di Ance Francesco Molteni – Alla fiera Mipim convergono tutti i territori di interesse edilizio e in particolare le città che hanno da proporre luoghi significativi perchè possano essere attrattivi per investimenti immobiliari, e vi convergono anche i fondi che hanno la disponibilità liquida per investire nelle città. Con la nostra proposta puntavamo a far partecipare il sistema Como con l’obiettivo di far capire quanto esso sia strettamente sinergico rispetto a Milano che oggi è un luogo dove i finanziamenti internazionali stanno arrivando. Avremmo giocato una carta importante per far capire quanto Como è attrattiva per gli asset internazionali. Como ha enormi potenzialità da sfruttare, offriamo benefit in termini di turismo, accoglienza e natura che la stessa Milano non ha».Due velocità diverse, però. Milano è “sexy”, edifica, e con qualità. E attrae capitali. A Como siamo ancora ai preliminari o a come sarebbe bello attuarli. «Il dato che emerge fortissimo in questo panorama – dice Molteni – è che Milano sta tirando moltissimo, da dopo l’Expo è diventata catalizzatrice e avrà una trasformazione significativa. Si è stati capaci di attuare e realizzare le infrastrutture oltre agli edifici, perché non può esserci disconnessione tra le due cose. I fondi internazionali partono da un principio molto banale ma solido: quanto dista l’area per fare l’investimento dal primo centro nevralgico? Se il tempo oltrepassa la mezz’ora l’investimento diventa meno appetibile. Quindi avere infrastrutture efficienti è una precondizione fondamentale»La proposta di Ance era modulare: arrivare a Cannes con una presentazione di Como come luogo di per sé meritevole di investimenti, affidando all’edizione successiva della fiera la presentazione delle singole aree su cui si è già determinata una specifica destinazione. Tutto rimandato, se va bene, al 2020. Ance aveva avuto dal Comune ampie garanzie che ci sarebbe stata una partecipazione al Mipim, ma nulla di fatto.«Un peccato perché si parla di recuperare alcune aree di Como – dice Molteni – valorizzando il loro collegamento con assi ferroviari e per Milano la carta che ha giocato alla fiera sulla Croisette è stata propria questa: presentare gli scali ferroviari come occasioni di investimento. Como ha un pregio rispetto ad altre città, ed è la presenza di aree di sostanziale disponibilità pubblica, dove l’amministrazione comunale è il motore delle idee di quello che potrebbe essere la como del 2030. Punterei sul settore del turismo e della cultura, visto che l’economia tende a quella direzione».Questo vuole dire più metri cubi, più cemento? «Oggi le opportunità di investimento vedono nell’approccio multidisciplinare la carta vincente, l’importante sarà ascoltare le esigenze della città, le sue effettive capacità di attrazione. Occorreranno quindi architetture di qualità che siano in grado di dare risposte significative per il turismo, ad esempio alberghi, o musei come quello del Razionalismo di cui tanto si parla. L’importante è che queste nuove realtà urbane siano pensate non tanto e non solo per la funzione che svolgono ma per la loro capacità di attrarre interesse. Devono essere iconiche di per sé. E solo il Comune può innescare questo percorso virtuoso, il Comune deve essere capofila per la rinascita delle aree dismesse. Che non può essere solo nutrito di idee e dibattiti: alla fine ci vogliono i soldi e il Mipim era la fiera ideale per trovarli. Ripensare le aree dismesse significa più cemento? Non per forza tutte le aree devono essere costruite. Anche un polmone verde di dimensioni significative di cui Como ha sete è una delle funzioni urbane del futuro. Una riqualificazione sensata non si fa solo con il costruito».
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Apre Milano Unica: partecipano 41 aziende comasche
Sono in totale 41 le aziende comasche che parteciperanno a “Milano Unica”, la manifestazione dedicata al tessile che scatta domani a Rho Fiera Milano.Oggi alle 11 la cerimonia di inaugurazione con il presidente dell’evento Ercole Botto Poala, Masahiko Miyake, presidente di Japan Fashion Week, e il sottosegretario Michele Geraci.La 28ª edizione di “Milano Unica” registra la conferma delle presenze di espositori di febbraio 2018: 421, di cui 80 stranieri (pari al 20%). A questi si aggiungono le aziende presenti negli Osservatori Giappone (31) e Corea (15) per un totale complessivo di 467 imprese partecipanti.L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola martedì 5 gennaio
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Il caso Campione. Il Comune paga metà tredicesima. Del 2017
Una fidejussione di 500mila euro, incassata dal Comune di Campione d’Italia nei giorni scorsi, permetterà di pagare metà della tredicesima 2017 ai dipendenti del municipio. Gli stessi che lavorano da 10 mesi senza prendere lo stipendio.La novità è contenuta in una delibera (la numero 15) firmata mercoledì scorso dalla commissaria liquidatrice Angela Pagano.Pressata dalle richieste dei lavoratori, definite – nelle motivazioni dell’atto – «meritevoli di accoglimento, al fine di scongiurare conseguenze anche sul piano dell’ordine pubblico», Pagano ha deciso di pagare, considerato pure il fatto che «il credito vantato dai dipendenti comunali è assistito da privilegio al 100%».In buona sostanza, nonostante i 500mila euro fossero gli unici fondi disponibili in cassa, la commissaria ha scelto di utilizzarli per dare una boccata d’ossigeno a oltre 100 persone rimaste senza salario dal marzo di quest’anno.«Le difficoltà sono talmente tante che anche una piccola cifra aiuta le famiglie in queto momento – dice Antonio Falanga, sindacalista Uil che da mesi segue il caso Campione – tutti sperano che sia un inizio e che si possa sanare al più presto le spettanze pregresse». Una speranza al momento vana, anche perché con la casa da gioco chiusa a causa del fallimento della società di gesione le entrate comunali sono azzerate.
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Campione, appello al presidente Mattarella. «La nostra situazione è ormai drammatica»
Un anno senza stipendio, un futuro sempre più incerto e lo spettro, sempre più concreto, di non poter guardare avanti con un minimo di serenità. È questo il mix devastante che sta purtroppo caratterizzando la vita dei dipendenti del Comune di Campione d’Italia, in dissesto finanziario. Situazione che – ovviamente insieme a quanto sta accadendo al Casinò – sta annientando una comunità intera.E proprio questa realtà ha spinto i dipendenti comunali a inviare un appello direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Ascolti il nostro grido di aiuto, siamo in una situazione drammatica e insostenibile», è l’inizio della lettera. La missiva, che punta a ottenere un incontro con il presidente Mattarella, è firmata dal coordinatore delle rappresentanze sindacali unitarie Marco Boffa ed è stata inviata ieri a Roma.«Non sembrano ancora profilarsi all’orizzonte quegli strumenti indispensabili e necessari per ristabilire condizioni di equilibrio economico – si legge nel testo – La voragine debitoria e lo stato di dissesto continuano a produrre mancate erogazioni di servizi, se non addirittura eliminazione degli stessi, impossibilità nel far fronte alle più banali spese di sopravvivenza e, per i dipendenti pubblici, mancate erogazioni delle retribuzioni da marzo del 2018». E la spiegazione prosegue. «Ci chiediamo come si possa anche solo immaginare che i dipendenti pubblici e le loro famiglie, spesso con minori a carico – si legge – non sentano il pieno abbandono delle istituzioni, come possano avere ancora fiducia nello Stato».Sottolineando al presidente della Repubblica che «i dipendenti continuano a lavorare con encomiabile senso di responsabilità», il rappresentante sindacale sollecita l’intervento di Mattarella, «nella speranza che possa essere accolta la nostra richiesta di incontro, pregandovi al contempo di interessarvi affinché si accelerino i processi per tornare a garantire i servizi e restituire dignità e senso di appartenenza a tutte le famiglie sull’orlo della disperazione». Un’invocazione che ricostruisce anche quanto accaduto. «Nel 2018 come noto il nostro Comune è andato in dissesto finanziario. Inoltre c’è stato il fallimento della società partecipata incaricata della gestione del Casinò municipale, azienda deputata, grazie alla concessione statale e a un preciso obbligo di natura giuridica, a garantire le necessarie risorse funzionali al Comune, alla collettività e all’erogazione dei servizi necessari alla stessa. Niente è stato casuale. Una politica locale miope e dissennata nella gestione degli equilibri economico-finanziari del Comune e della Casa da gioco ha portato nel corso degli anni al capovolgimento della ratio giuridica del Rdl del 2 marzo 1933, con una progressiva e ingiustificata sottrazione di risorse al soggetto teoricamente beneficiario degli effetti della concessione statale, ovverossia la collettività e con essa i suoi pubblici dipendenti». Una ricostruzione dei fatti che si conclude con la richiesta di un incontro con il presidente Mattarella.
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Dal 10 al 12 febbraio il Lario alla Borsa Internazionale del Turismo
Il Lago di Como sarà presente alla Borsa Internazionale del Turismo (la Bit di Milano) con un banco allo stand della Regione Lombardia. La Bit si svolgerà dal 10 al 12 febbraio nel polo fieristico di Fieramilanocity. Oltre a distribuire materiale istituzionale e informativo sulle proposte culturali e museali, il nostro territorio sarà presentato nell’ambito del sistema del Lago di Como in uno dei più importanti appuntamenti di settore. Lo stand sarà nel padiglione 3, area Leisure Italia, ingresso da Porta Colleoni e Porta Teodorico. «Questo evento rappresenta per il nostro sistema territoriale – dichiara l’assessore al Turismo Simona Rossotti – un luogo ideale per l’incontro tra domanda e offerta del turismo internazionale».