Lunghe code, autosilo pieni (anche Valmulini, eccezionalmente). È la foto di Como sabato scorso, con uno tsunami di auto e pedoni attirati dalle luci della “Città dei Balocchi” e dallo shopping dell’Immacolata. Ma il Comune di Como la pensa diversamente.«Non è una sconfitta, se c’erano così tante macchine. Non mi voglio assolvere per questo, ma sottolineo che la gente sabato ha accolto l’appello del Comune e usato i parcheggi di cintura e i mezzi pubblici». Così l’assessore alla Mobilità e ai Trasporti di Palazzo Cernezzi Vincenzo Bella ieri in Comune ha fatto un primo bilancio dell’assedio cui è stata sottoposta sabato la città di Como: che in una sola giornata ha raddoppiato per qualche ora gli abitanti. Da 80mila a 164mila (il dato di basa sull’analisi delle celle dei telefonini tramite un apposito programma informatico).«Si è fatto tutto il possibile – gli ha fatto eco il comandante della polizia locale di Como Donatello Ghezzo – Non si parli di città bloccata ma di traffico lento».«Guardiamo il lato positivo – ha detto il patron dei “Balocchi Daniele Brunati – Como ha un successo turistico senza precedenti».«Abbiamo garantito il funzionamento della sicurezza in città – ha detto a sua volta l’assessore alla Protezione Civile Elena Negretti – Il traffico non si è mai bloccato. Non ci sono stati problemi nel servizio di intervento di emergenza. Non è vero che i mezzi di soccorso hanno avuto ritardi come ho letto su qualche testata. Sgombriamo il campo dagli equivoci: si andava a rilento ma il traffico non si è mai bloccato».La gente ha preso i mezzi pubblici, oltre a intasare di auto Como fino al collasso, è vero. Ieri il Comune ha fornito questi dati: il bus navetta gratis attivo ogni sabato e domenica fino al 6 gennaio sabato scorso ha trasportato 1895 persone nelle due direzioni (dal 24 novembre scorso ne ha trasportate 6546). Inoltre 800 persone sono state trasportate nella giornata di domenica scorsa da Breccia a piazza Cavour tra le 14.45 e le 21.20.Da Tavernola (parcheggio di interscambio) i biglietti di andata e ritorno del battello sabato sono stati 577 e domenica sono stati 554. I passeggeri trasportati a Como dal 7 al 9 dicembre da Trenord sono stati 32.000, anche grazie a convogli rinforzati nella fascia pomeridiana, lungo la linea Milano Cadorna – Saronno – Como Lago che verranno mantenuti anche nei prossimi weekend prenatalizi. Dove il Comune di Como avrà a disposizione per la polizia locale 5 pattuglie per un totale di una decina di vigili in azione.«I numeri dicono che il piano del traffico di dicembre del Comune finora ha funzionato – ha rimarcato Bella – ma la quantità di auto sabato è stata maggiore di ogni aspettativa. È il grande tema del contenitore e del contenuto. Impossibile bloccare la città ai principali accessi, occorrerebbe più polizia locale di quella che c’è. Lo stesso problema ci ha impedito di fare una corsia preferenziale per i bus sulla Napoleona. Bisogna affrontare il problema complessivo in tempi più lunghi, la soluzione non si trova dall’oggi al domani».Con l’ausilio di una grande mappa della convalle e di grafici al computer, Bella ha evidenziato il nodo della questione: «È un problema di complicata soluzione, un territorio con un nucleo centrale cui fanno riferimento da 9 a 12 aree contermini – ha spiegato – Se un cittadino di Civiglio deve andare a Villa Aprica a trovare un parente ricoverato, devo permettergli il transito».Il problema allora è «come indurre gli automobilisti ad evitare nel loro stesso interesse di incunearsi verso l’autosilo di Auguadri e poi su viale Lecco, fino all’imbuto costituito dal lungolago. La situazione avrebbe bisogno di ben altre analisi – ha ammesso Bella – I numeri fin qui raccolti, e stiamo lavorando a un monitoraggio costante dei flussi, saranno utilissimi per il nostro piano del traffico comunale».I risultati del collasso di sabato suggeriscono che forse ci si poteva arrivare anche prima, magari legando in modo stringente il bando pubblico per le attività natalizie in città con una programmazione complessiva di sosta e viabilità.Ci sarebbe il parcheggio per ora fantasma dell’ex Ticosa, 1500 posti la cui mancanza sabato si è fatta sentire e che in estate il sindaco Mario Landriscina aveva promesso per Natale: «Si va avanti con le bonifiche e presto riferiremo novità in merito» ha detto Bella. «Ma quei posti andrebbero pensati non per risolvere un’emergenza ma per migliorare la vita ordinaria in città».
Categoria: Territorio
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Il Collegio Gallio ha il nuovo rettore. Cambio alla guida della storica scuola comasca
Padre Gian Piero Borsari è il nuovo rettore del Collegio Gallio di Como.Il sacerdote ha preso il posto di padre Giovanni Benaglia, che continuerà ad essere presente in collegio come insegnante di religione e con il ruolo di padre spirituale.Cinquantadue anni, nato a Legnano, diplomato al liceo classico, padre Gian Piero ha studiato Teologia al seminario di Muggiò a Como e ha terminato il suo percorso a Roma.Ordinato sacerdote al Santuario del Santissimo Crocifisso, ha iniziato il suo mandato negli Stati Uniti, dove ha trascorso 18 anni, per essere poi trasferito per 9 anni a Treviso e infine al collegio Gallio di Como.Attualmente il collegio Gallio ha 330 iscritti alla secondaria di secondo grado. L’offerta formativa comprende il liceo quadriennale, che conta circa 80 iscritti, il linguistico con 100 iscritti e lo scientifico con 130. Il liceo classico conta a oggi una sola classe, formata da 20 alunni che quest’anno affronteranno la maturità. La volontà è quella di implementare e valorizzare il collegio, perché possa continuare a essere un punto di riferimento per la città.Il nuovo rettore, al fianco del prorettore Padre Luigi Croserio, ha presentato ieri le nuove idee sulle quali si sta lavorando.Tra le possibili novità, l’implementazione dell’inglese, anche a livello scientifico, la digitalizzazione della didattica, l’introduzione delle arti come musica e teatro.Sabato alle 17.30 è prevista una presentazione della nuova offerta formativa a genitori e studenti, mentre il 17 novembre è in programma l’Open day.
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Il Conservatorio senza spazi costretto a rinunciare agli studenti. Il direttore: «Dateci un teatro»
Il Conservatorio di Como – presto avrà accreditato nuovo corso di audiovisivi e sound design in convenzione con l’Università dell’Insubria – scoppia di salute e chiede spazio. Di recente, è stato costretto a dire no a 135 cantanti quest’anno, proprio per mancanza di spazi. «Abbiamo bisogno di un teatro, dateci un teatro» è l’appello alla città lanciato durante la conferenza stampa di presentazione delle attività autunnali dal direttore Carlo Balzaretti.Il riferimento esplicito era al destino dell’ex Politeama, cineteatro che il Comune ha ereditato tredici anni fa. C’è un accordo tra Comune e Conservatorio siglato quest’anno per salvare la struttura dal degrado; il presidente dell’istituto musicale di via Cadorna Enzo Fiano spera di raccogliere entro due anni e mezzo i 4 milioni di euro necessari al restauro.«Il presidente si dice ottimista, è in anticipo sulla tabella di marcia nel reperimento fondi. Quest’estate – dice il direttore Balzaretti – ci sono state notizie non confermate di un destino del Politeama legato al mondo della moda, ma Comune e governance del Conservatorio confermano la volontà di dare la struttura al Conservatorio proprio per valorizzare la sua offerta formativa e i tanti spettacoli che riusciamo a produrre e a proporre alla città. Basti dire che il 20 ottobre riusciamo a proporre per la prima volta nella nostra storia due opere, ma in forma cameristica perché nel nostro auditorium in via Cadorna lo spazio posti è limitato. Sono due prove finali, da noi la produzione è sempre intimamente connessa con la didattica, è la concretizzazione di quello che si fa in classe».«Vi sono ipotesi di lavoro che prevedono un anno per la ricerca dei fondi», aveva sostenuto in aprile Fiano.«Gli spazi attuali della nostra struttura sono troppo piccoli. Svolgiamo molte attività, anche innovative; con la possibilità di poter utilizzare il Politeama potremmo attrarre più studenti, non soltanto del nostro Paese, ma anche stranieri. Penso in particolare alla Cina. Sarebbe un trampolino di lancio internazionale per Como e darebbe la possibilità di potenziare notevolmente la nostra offerta e di fare nuove produzioni e composizioni».
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Il fascino dell’eclissi di luna incanta i comaschi
Uno spettacolo della natura che ha coinvolto anche i comaschi e i tanti turisti in questi giorni sul Lario, tutti rivolti verso il cielo per assistere all’eclissi di luna più lunga del secolo. Sono stati molti quelli che hanno scelto luoghi lontani dalla luci della città per osservare meglio il fenomeno. Dal Bolettone all’osservatorio di Sormano, dalla Sighignola in Valle Intelvi alle romantiche rive del lago. Ma c’è anche ci si è seduto in relax sul balcone di casa e si è goduto un momento indimenticabile, una serata che rimarrà unica nei ricordi di chi l’ha vissuta.
Nella gallery, l’eclissi di luna ritratta dal nostro fotografo Antonio Nassa.
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«Il lungolago sarà pronto ad aprile 2022». Il costo previsto è di 15 milioni di euro
Ci vorranno 31 mesi per riavere la passeggiata. Costo stimato: 15 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 10 milioni già spesi in passato.Questo, in estrema sintesi, il futuro del nuovo lungolago, cantiere che da anni – per la precisione dal 2008 – naviga in acque agitate ma che adesso, o meglio ad aprile 2022, sarà concluso. Si parte infatti a settembre del 2019 per chiudere nel 2022. Ieri nella sede cittadina di Regione Lombardia la presentazione del nuovo progetto che, dalle slide esposte, mostra una passeggiata decisamente molto ampia e spoglia (si arriverà a una larghezza massima di 25 metri), che però attende, per essere valutata, di vedere anche quale sarà l’arredo urbano scelto dal Comune di Como.Ma ecco alcuni dettagli: la prima fase dei lavori, il cantiere cosiddetto “progressivo”, avrà una durata di 21 mesi, da settembre 2019 a giugno del 2021, e interesserà progressivamente l’area da Lungo Lario Trieste a Piazza Cavour e i giardini di Ponente. Nella fase 2, il cantiere “mobile” – la cui esecuzione dei lavori è prevista in 10 mesi con avvio nel giugno 2021 e termine nell’aprile del 2022 – sarà costituito da interventi puntuali mai superiori a 15 metri di lunghezza, che investiranno l’area della biglietteria e di Lungo Lario Trento. In questa fase verrà realizzato il pontile galleggiante per disabili che sarà collocato vicino ai giardini di Ponente. Dotato di una piattaforma mobile, consentirà l’accesso ai disabili, dalla costa al piano di imbarco.In caso di acqua alta, i nuovi pontili della Navigazione saranno dotati di pistoni idraulici per permettere di superare la quota delle paratie e garantire l’accesso in sicurezza alle imbarcazioni. Si procederà poi all’adeguamento sismico della vasca “B”, quella già esistente, e verrà demolita la scala a ventaglio; inoltre, sarà realizzata una scalinata in piazza Cavour. Le vasche dunque saranno due e avranno la capacità di raccogliere fino a 10mila metri cubi d’acqua, da riversare poi nuovamente nel lago, una volta passata l’emergenza.Le paratie saranno manuali, verranno stipate dentro degli appositi alloggiamenti presenti lungo la passeggiata e verranno poi estratte e montate da personale addetto in caso di necessità. Le paratie sono costituite da moduli di 30 centimetri, del peso di 18 chilogrammi, modificabili in altezza visto che il profilo del lungolago è differente e quindi potrebbero essere necessari di più moduli in un punto rispetto ad un altro. Altro elemento fortemente voluto dall’amministrazione era quello di mantenere inalterata, nel nuovo piano, l’ampiezza delle carreggiate, e così sarà.Sui tempi il cronoprogramma sembra chiaro, salvo imprevisti che negli anni si sono purtroppo presentati. Se tutto dovesse però andare regolarmente, si prevede che l’approvazione del progetto esecutivo possa essere fissato entro il mese di novembre, la procedura per gara sui lavori verrà avviata entro settembre 2019 e il completamento dell’opera ad aprile 2022.Il completamento dei lavori, le modalità di gestione dell’opera e di manutenzione verranno gestite e sostenute economicamente dalla Regione.
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Il meteo: dopo la pioggia di queste ore, da domani sul Lario è atteso il sole
“Come nelle attese il tempo sta peggiorando su diverse aree d’Italia per la formazione di un nuovo vortice ciclonico”. Lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che aggiunge: “Oggi coinvolto soprattutto il Nord con fenomeni anche intensi e ritorno della neve su Alpi e Nord Appennino a tratti sin verso i 1500-1700 metri. Martedì il maltempo si porterà al Centrosud con piogge e temporali sparsi, localmente intensi, mentre al Nord il tempo andrà migliorando”.
“Il prosieguo della settimana vedrà temperature in generale calo tempo particolarmente instabile al Sud, con il vortice che andrà sprofondando sui mari meridionali – prosegue l’esperto di 3bmeteo.com – Avremo dunque ulteriori rovesci e temporali, con a tratti marginale coinvolgimento anche del Centro e in particolar modo dell’Abruzzo. Nel contempo al Nord torneranno giornate ben soleggiate”.
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Il ministro Bonisoli: il “Tesoro di Como” resterà in città
Non accade spesso che il ministro dei Beni culturali si occupi direttamente di Como. È successo oggi, quandoAlberto Bonisoliè intervenuto alla conferenza stampa della Soprintendenza convocata per illustrare i dettagli del ritrovamento delle monete romane in via Diaz.
«Se sono stati trovati in un posto i reperti “appartengono” a chi, in questo posto, vive e tutte le mattine magari ci passava davanti – ha detto il ministro, confermando quindi l’ipotesi che le monete siano conservate in futuro a Como – Questa è la cosa migliore, il messaggio importante che vogliamo dare».
Dalle fondamenta dell’ex teatro Cressoni, quindi, le monete d’oro d’epoca romana dovrebbero finire in uno dei musei civici del capoluogo. E lo stesso ministro Bonisoli ha garantito che l’obiettivo è valorizzare questi reperti eccezionali nelle strutture pubbliche cittadine.
Commenti e approfondimenti sull’edizione di domani delCorriere di Como.
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Il ministro degli Esteri Cassis: «Campione svizzera? Si può»
«Immaginabile». L’idea che la Svizzera si prenda Campione d’Italia è «immaginabile». E a dirlo non è uno sprovveduto qualunque in una discussione da bar, ma il ministro degli Esteri della Confederazione in un dibattito parlamentare.La crisi politico-finanziaria in cui è precipitata l’enclave italiana si fa ogni giorno più grave. Anche sul fronte dei rapporti con il cantone e il governo di Bellinzona. Il “sistema” Campione dipende in parte da aziende pubbliche e private ticinesi e i mancati pagamenti delle fatture hanno aperto una nuova voragine debitoria. Sui cui i “vicini” di casa cominciano a insistere con una certa forza.Il presidente del governo di Bellinzona, Claudio Zali, rispondendo a un’interrogazione di un deputato Udc, ha detto che il debito dell’enclave verso il Cantone sfiora ormai il milione di franchi svizzeri, mentre la Città di Lugano vanta addirittura un credito di 1,9 milioni. Un altro milione e mezzo di franchi deve essere pagato a imprese private, tra cui quella che provvede alla raccolta dei rifiuti. Su questa base, forse in modo un po’ provocatorio, il deputato federale Marco Romano, esponente del Partito Popolare Democratico (Ppd) di Mendrisio, aveva interrogato il governo di Berna lo scorso 11 settembre per sapere quali «scenari» si potessero «ipotizzare per mitigare i danni» subìti sin qui da parte della Svizzera.Lunedì scorso, durante il botta e risposta in aula con il ministro degli Esteri Ignazio Cassis, Romano ha posto una domanda precisa che trascriviamo dal resoconto stenografico: «Alla luce della difficoltà nel trovare delle soluzioni, è immaginabile che la Confederazione, nell’ambito delle trattative con l’Italia, avvii anche una discussione di possibile cessione di questo territorio (Campione d’Italia, ndr) alla Svizzera?»E Cassis ha risposto, senza alcun apparente imbarazzo, ventilando uno scenario da “secessione”: «È immaginabile, ma evidentemente ci dovrebbero essere delle proposte dell’autorità competente cantonale in tal senso. […] Dopodiché quella federale farà le sue riflessioni a proposito». Insomma: annettersi Campione d’Italia non è poi così lontano dalla realtà. Se il Ticino lo chiedesse, Berna potrebbe avviare con l’Italia una trattativa.Lo stesso Cassis, nella prima parte del suo intervento al Parlamento federale, aveva anche spiegato di essere «a conoscenza della situazione di grave dissesto economico che affligge l’enclave di Campione d’Italia, come pure della conseguente situazione debitoria creatasi nei confronti del canton Ticino, del Comune di Lugano e dei vari enti prestatori di servizi».Secondo il ministro degli Esteri della Confederazione Elvetica, «in virtù della Dichiarazione di cooperazione tra il Ticino e il Comune di Campione d’Italia firmata nel 2011, compete in primo luogo al consiglio di Stato ticinese condurre le discussioni con le autorità campionesi. Il consiglio federale è tuttavia in regolare contatto con le autorità italiane e ticinesi e reputa che la situazione attuale comporta un serio rischio per la comunità campionese». Occorre quindi «considerare il quadro complessivo della situazione politica e sociale di Campione, in modo particolare nelle sue ripercussioni transfrontaliere e locali».Non è la prima volta che la Svizzera tenta di “integrare” il territorio campionese nel proprio. Tra il 1512 e il 1521, tutto l’attuale Ticino venne occupato dai Cantoni svizzeri. Ma Campione mantenne il suo stato giuridico di feudo imperiale concesso agli abati ambrosiani.Nel 1797 l’enclave fu incorporata nella Repubblica Cisalpina. Poi, all’inizio dell’Ottocento, i Cantoni svizzeri iniziarono a rivendicare il territorio dell’enclave, ma un referendum respinse l’annessione. Sempre nel XIX secolo la Svizzera propose invano lo scambio di Campione con il villaggio di Indemini, situato tra il Lago di Lugano e il Lago Maggiore, mentre nel 1814 il Ticino chiese alla Dieta federale di discutere – al congresso di Vienna – il passaggio di Campione alla Svizzera. Nel 1848 furono invece i campionesi a chiedere di diventare Svizzera, ma il Consiglio federale rifiutò.
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«Il nuovo lungolago stupirà i comaschi». Landriscina e il progetto che verrà presentato in ottobre
«Il progetto per il completamento delle paratie stupirà in positivo i comaschi visto sia dal lago sia dalla città, anche per l’ampiezza del nuovo lungolago». Parole del sindaco di Como, Mario Landriscina, che non nasconde la soddisfazione per il proseguimento dello spinoso iter per il nuovo lungolago cittadino.
Lunedì 8 ottobre, sarà l’assessore regionale agli Enti locali, Massimo Sertori, a presentare ufficialmente il “Progetto per la difesa della città di Como dalle esondazioni del lago”, predisposto su incarico della giunta regionale da Infrastrutture Lombarde. «Sono soddisfatto – dice Landriscina – per diversi motivi. Innanzitutto perché l’assessore Sertori e la Regione, con i suoi uffici, sono stati di parola. È stato avviato un lavoro ed è stato predisposto un iter che non ha subìto interruzioni, passo dopo passo».
Un lavoro, che, ci tiene a sottolineare il sindaco, non ha svolto la Regione in autonomia, ma sempre comunicando con il Comune di Como passaggi cruciali e decisioni. «Siamo stati naturalmente coinvolti dal primo giorno – dice Landriscina – e abbiamo potuto fornire alcune indicazioni anche su quelle che potevano essere le criticità del progetto sulla vita quotidiana dei comaschi».
Quali preoccupazioni avete sollevato ai tecnici della Regione? «Si tratta di un cantiere importante e non in una zona qualsiasi di Como – dice il sindaco – Noi abbiamo chiesto certezze sui tempi dei lavori e fornito alcune indicazioni sull’impatto che le opere potrebbero avere sul traffico. Indicazioni che sono state prontamente recepite». Anche i comaschi avranno modo di dire la loro sul progetto. Questo non potrebbe rallentare però l’iter del progetto? «Si tratta di una soluzione di prestigio e credo che questo verrà riconosciuto da tutti – dice Landriscina – allo stesso modo è indispensabile che il progetto venga condiviso dalle varie anime della città. Avranno modo di esprimersi durante i vari incontri, già nel primo incontro pubblico e in seguito in quelli, dedicati, anche con le categorie economiche».
Al sindaco il progetto piace, anche a livello visivo. «Il profilo del lungolago cambierà rispetto a come siamo abituati a vederlo – spiega – le fasi sono state naturalmente già condivise da Regione Lombardia con chi ha competenza a livello paesaggistico. Dal suo insediamento, l’assessore Massimo Sertori ha sposato la causa di Como e compreso l’importanza di completare le paratie per il territorio». Progetto che spinge Landriscina a guardare avanti. «Noi pensiamo naturalmente al collegamento tra Villa Olmo e Villa Geno, ragionando anche sul prossimo intervento che interesserà tutti i giardini della fascia a lago».
Lunedì 8 ottobre, le anticipazioni del sindaco potranno essere confermate o disattese. L’assessore incontrerà prima le autorità locali, quindi la conferenza stampa alle 16 nella sede di Como di Regione Lombardia e la sera, alle 20.30, la presentazione pubblica in Biblioteca di Como. Per quanto riguarda i tempi, la Regione lascerà una quarantina di giorni per le osservazioni. A livello di comunicazione, sarà prevista la possibilità di comunicare online e seguire “step by step”tutti i passaggi. A novembre dovrà essere predisposto il bando per i lavori. Si tratta di opere per oltre trenta milioni di euro, da assegnare attraverso una gara internazionale. L’apertura del cantiere dovrebbe quindi avvenire tra un anno, dopo l’estate 2019.
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Palio del Baradello 2018: torna la “corsa delle lavandaie”
Un impegno economico di 50/60mila euro coperto da sponsor privati e dall’aiuto comunale (14mila euro), mille persone che sfilano e partecipano ai vari eventi (tutti gratis) in cartellone nel corso di tre settimane e uno staff di un centinaio di volontari al lavoro tutto l’anno. Questa la carta d’identità numerica del Palio del Baradello, «contesa medievale tra borghi e comuni» giunta alla 38ª edizione e con notevoli ambizioni di espansione. «Ci siamo organizzati sempre meglio e vogliamo essere più internazionali con una festa che è anche un momento di cultura» annuncia la presidente Laura Bordoli.Saranno dieci i borghi e i comuni che si sfideranno per la conquista del Drappo, dipinto quest’anno dalla pittrice Nicoletta Brenna. Il palio inizierà il 30 agosto per concludersi il 22 settembre con il pomeriggio dedicato alle famiglie. Il 16 settembre ci sarà il grande corteo storico che secondo tradizione consolidata attraverserà le strade della città.Tra le novità di quest’anno, il ritorno dopo anni di assenza nel cartellone di una tradizione “rosa”, la “Corsa delle Lavandere” per riportare alla memoria la vita quotidiana del quartiere di Sant’Agostino e la sfilata storica con due famiglie nobili della città, i Rusca e i Del Pero. Ieri mattina in Comune la presentazione dell’evento è stata caratterizzata da una sorpresa: l’arrivo in Sala Stemmi dell’imperatore Barbarossa in persona, ruolo interpretato da un trentennio dall’ex bancario Fabio Facchinetti, in compagnia dell’imperatrice Beatrice di Borgogna: non c’era per impegni di lavoro l’interprete storica Silvia Venturi, sostituita dall’archeologa Mimosa Ravaglia.E si pensa già al futuro, come detto con la voglia di alzare l’asticella degli impegni: «Per il quarantennale nel 2020 vogliamo coinvolgere sempre più i bambini – ha detto ieri Laura Bordoli – Intendiamo chiedere fin dal prossimo anno scolastico la partecipazione di scuole e docenti, speriamo anche per organizzare gare specifiche per i piccoli. E dobbiamo coinvolgere i turisti che frequentano sempre più Como: vorremmo ospitare i palii medievali scozzesi, austriaci e tedeschi. Tutto dipenderà dal budget: non spendiamo un euro se non è in cassa. Oggi il turismo è alle stelle a Como, ma non dobbiamo dormire sugli allori».In ottobre per lanciare il “Baradello” Como sarà ospite della “Bit” dei palii medievali, il “Festival del turismo medievale” in Trentino. «Il turismo “esperienziale” è una carta vincente» ha detto l’assessore a Turismo e Cultura di Como Simona Rossotti, che durante il palio sfilerà in costume d’epoca.«Un plauso all’entusiasmo contagioso con cui i volontari danno vita al Palio – questo ieri il saluto in conferenza stampa del sindaco Mario Landriscina – Sono cittadini che ci invitano ad appartenere alla storia facendola rivivere, con fatica e impegno. Spero che questo entusiasmo contagi tutta la città, le farà bene e ne ha bisogno».Il Palio anche quest’anno sarà raccontato e presentato da un fascicolo illustrato in italiano e in inglese.