Un ventunenne africano, ubriaco, ha seminato il panico lunedì sera su un autobus di linea in servizio a Como. Il giovane urlava e sferrava pugni ai sedili e ha poi inveito contro gli agenti di polizia intervenuti dopo la richiesta di aiuto dell’autista. Gli agenti della volante della polizia di Stato sono stati fermati dal conducente del bus mentre transitava in piazza Cavour. Il conducente ha spiegato che, poche fermate prima, era salito a bordo un giovane africano, chiaramente alterato, che si era seduto a terra e aveva iniziato a gridare frasi senza senso, sferrando pugni ai sedili. Spaventati, gli altri passeggeri, compresa una mamma con due bambini e un immigrato che aveva provato invano a calmare il ragazzo, sono scesi dall’autobus. Gli agenti hanno provato a calmare il 21enne, che al contrario ha iniziato a inveire contro i poliziotti cercando di colpirli. Gli agenti hanno bloccato l’uomo e lo hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni e denunciato per interruzione di pubblico servizio. Processato per direttissima è stato condannato a un anno, pena sospesa.
Categoria: Cronaca
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Controlli sulle strade, nove nei guai
CARABINIERII carabinieri di Como, nucleo radiomobile, hanno fermato nove persone nel corso dei controlli periodici sulla viabilità. In particolare un 72enne residente a Lugano è stato pizzicato alticcio al volante. Per evitare il fermo dell’auto ha pagato 504 euro in contanti. Avevano invece un livello di alcol di quasi 4 volte superiore al consentito un 28enne di Valmorea e un 47enne di Como. Ad entrambi è stata sequestrata l’auto. Positiva all’etilometro anche una giovane donna di Cernobbio fermata in piazza Amendola a Como. Un’altra donna è stata invece denunciata per essersi rifiutata di sottoporsi all’alcol test. Singolare infine il caso di un 18enne napoletano ma residente a Mariano, in sella ad uno scooter 125 senza aver mai conseguito la patente.
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Esce di casa e sale da solo su un bus. Apprensione per un bimbo di 5 anni
IN PIAZZA MATTEOTTIVoleva dimostrare di essere «grande» e così si è allontanato da casa da solo, prima a piedi e poi salendo, come se niente fosse, su un autobus. Protagonista, un bimbo di appena 5 anni nato in Sri Lanka e residente da tempo in città. Il piccolo è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di sabato dai carabinieri della compagnia di Como in piazza Matteotti, vicino all’ingresso di un bar. Ai militari non ha saputo dire dove abitasse, ma ha raccontato di essere uscito da solo, sfuggendo al controllo dei genitori. E per giustificare quella scelta anche con gli uomini in divisasi è prodigato con lo spiegare: «Perché io sono grande». Dopo circa un’ora di ricerche, svolte con la collaborazione dei militari di Como e Rebbio, i carabinieri hanno rintracciato i genitori del piccolo, al quale il bambino è stato subito restituito.
Anna Campaniello
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Frode fiscale su auto provenienti dall’estero: cinque ordinanze di custodia cautelare e sequestri per 3 milioni di euro. L’aggiornamento
Vetture di fascia medio-alta, acquistate all’estero, soprattutto in Germania, e rivendute in Italia a prezzi inferiori fino al 10% rispetto a quelli di mercato. Un ribasso reso possibile evadendo l’Iva tramite un sistema di fatture false studiato da rivenditori che, di fatto, simulavano la vendita diretta all’acquirente finale evitando così di versare le imposte all’erario.
Un giro d’affari di circa 15 milioni di euro, con un’evasione da oltre 3 milioni di euro, che è stato ricostruito dalla Guardia di finanza di Como grazie ad una complessa indagine sfociata questa mattina nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone accusate di emissione di fatture false e, in alcuni casi anche di irregolarità nella dichiarazione dei redditi. Le società coinvolte sono la S&B Auto, con sede legale a Milano e sede operativa a Porlezza, l’Officina S&B, con sede legale a Grandola ed Uniti e sede operativa a Carlazzo e la Lm Auto, con sede legale a Monza e attività a Guanzate.
Sono centinaia le vetture vendute dagli arrestati tra il 2015 e il 2017. Gli acquirenti erano soprattutto giovani italiani, in particolare frontalieri, residenti nella zona del medio Lario e del Porlezzese. Le auto rientravano in una fascia di prezzo tra i 25mila e i 70mila euro, con picchi superiori a 100mila euro. Tra queste una Porsche 911 S del 2017, valore di mercato superiore ai 124mila euro, venduta a 117mila.
Gli arrestati simulavano la vendita diretta falsificando la fattura intestata correttamente dal venditore alle società coinvolte. La frode si era poi evoluta con la costituzione della Car Planet Sro, in Repubblica Ceca, una società solo virtuale utilizzata come schermo nel tentativo di scaricare su un gruppo di fatto inesistente la responsabilità dell’evasione dell’Iva.
L’operazione, coordinata dalla Procura di Como, coinvolge anche la provincia di Pavia. I finanzieri della compagnia di Menaggio hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare e, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, stanno effettuando sequestri preventivi di beni agli indagati per 3 milioni di euro, pari al valore dell’Iva evasa.
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Ieri l’udienza su Porto Letizia, si valuta la vendita
Si è tenuta ieri mattina l’udienza di fronte al giudice delle esecuzioni immobiliari del Tribunale di Como, il dottor Marco Mancini, con al centro dell’attenzione il complesso di Porto Letizia a Porlezza. L’istituto bancario che vantava un credito da 60 milioni di euro garantiti da ipoteca, ha proseguito sulla strada della vendita del complesso. Il giudice si è riservato la decisione, in attesa di valutare l’enorme mole di documenti e perizie presentate. Il valore complessivo era stato calcolato in 18 milioni e 285mila euro.
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Incontro con i notai in via Bossi a Como
DONAZIONIIl Collegio notarile dei Distretti riuniti di Como e Lecco organizza questa mattina alle 11 nella sede di via Bossi a Como un incontro sulle donazioni. L’incontro è riservato ai rappresentanti delle associazioni delle Pmi (Piccole e medie imprese) e dei consumatori. Verranno presi in analisi i diversi aspetti (giuridici, successori e fiscali) che riguardano la donazione come modalità per trasferire un diritto o assumere un obbligo senza pretendere nulla in cambio.
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Intossicazioni da funghi, 19 i casi affrontati sul territorio
La non corretta conservazione e la preparazione tra le cause dei problemi
Sono diciannove le indagini per intossicazione da funghi eseguite nei presidi ospedalieri dell’Ats Insubria.Gli ultimi numeri, aggiornati al 4 novembre 2019, certificano dunque una situazione potenzialmente sempre più a rischio. È quello che emerge in maniera evidente dal report dell’agenzia di tutela della salute è che in molti casi non si tratta di intossicazioni o malessere legati al consumo di funghi non commestibili o addirittura velenosi, che ormai vengono per lo più riconosciuti – negli esemplari più noti – dai cercatori di una certa esperienza. Ma si tratta invece di un altro fattore, come spiegato dall’Ats.«Tra le cause vengono individuate alcune specie, ad esempio il Boletus edulis, ritenute commestibili e pertanto la motivazione delle intossicazioni è da imputarsi prevalentemente alla non corretta conservazione. Inoltre, un’altra criticità emerge nella modalità di preparazione culinaria dei funghi come l’utilizzo di esemplari alterati, cottura insufficiente, consumo ripetuto di funghi non correttamente elaborati».Dunque ciò che viene evidenziato è in sostanza che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggior parte dei casi che finiscono in ospedale sono da ascriversi a problemi di conservazione o preparazione.Un altro dato interessante, sempre con riferimento al territorio dell’Ats locale, è quello del quantitativo di funghi esaminati e ritenuti commestibili, che ammonta a 175 chilogrammi, mentre sono 97 quelli esaminati e confiscati perché non commestibili o addirittura tossici.Ats Insubria raccomanda allora ancora una volta di «non consumare funghi in grandi quantità e in pasti consecutivi – si legge nelle note guida – Inoltre sconsiglia il consumo di funghi alle donne in gravidanza o allattamento e ai bambini nei primi anni di vita, alle persone intolleranti a particolari alimenti o farmaci, o che soffrono abitualmente di disturbi a stomaco, fegato, intestino e pancreas».Il servizio di controllo messo a disposizione da parte di Ats nei presidi di Como, Cantù e Menaggio rimarrà attivo fino al 29 novembre. Tutti i dettagli, gli indirizzi e i numeri di telefono da contattare sono consultabili sul sito dell’Ats Insubria.
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LA GUERRA DELL’AMIANTO
Area ex Ticosa: il Comune nomina tecnici-arbitri per il giallo dei detritiIl Comune di Como ha deciso di affidarsi a un laboratorio altamente specializzato che effettuerà nuovi campionamenti del materiale raccolto nell’area ex Ticosa dall’azienda incaricata della bonifica. È ormai un giallo infatti la questione della quantità di amianto ritrovato. Secondo l’impresa che ha vinto la gara d’appalto è molto più del previsto, con conseguente smaltimento più costoso. Palazzo Cernezzi non è affatto sicuro che sia così.
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La scomparsa della piccola Maddalena: il tributo dei tifosi del Latina
Le squadre schierate a Latina e lo striscione della Gradinata Nerazzurra
I tifosi del Latina hanno voluto ricordare la piccola Maddalena Dominioni, scomparsa tragicamente a Lezzeno il lunedì la Pasqua. La piccola era una tifosa del Como e con il papà seguiva al Sinigaglia le partite degli azzurri: anche il club lariano, infatti, l’ha ricordata con un messaggio di cordoglio sul suo sito Internet.
In nome di una amicizia che dura dalla stagione di serie B, questo pomeriggio a Latina, in occasione della partita di serie D tra i laziali e l’Albalonga, i sostenitori locali hanno voluto ricordare Maddalena: “Rip Maddalena, piccolo angelo azzurro” era il testo dello striscione esposto al momento dell’ingresso delle squadre in campo dalla Gradinata Nerazzurra Latina.
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La sorella del 36enne scomparso: “Mio fratello è stato preso con la forza. Ridatecelo”
Lettera in redazione da parte della famiglia di Antonio Deiana: di lui non ci sono più tracce dallo scorso venerdì
Antonio Deiana, 36 anni di Villa Guardia, è scomparso dallo scorso venerdì. È uscito di casa in sella alla sua Kawasaki nera alle 12 e doveva tornare entro un’ora. Di lui, da allora non si sa più nulla. Oggi abbiamo ricevuto una lettera della sorella che pubblichiamo integralmente. Al momento della scomparsa era vestito con un paio di jeans, una maglietta bianca e un giubbotto senza maniche nero. Il casco che indossava era bianco. Un precedenza, nel marzo del 2009, la famiglia Deiana aveva visto scomparire nel nulla un altro fratello, Salvatore.
“Buonasera mi chiamo Antonella Deiana e sono la sorella di Salvatore e Antonio uniti da un destino atroce. Voglio ringraziarvi con tutto il cuore per il Vostro servizio sui miei fratelli, grazie per dare voce a una sorella e una mamma disperate. Siamo pienamente consapevoli che Salvatore non abbia fatto una vita degna di nota, ma comunque è sempre mio fratello e aveva pagato per ciò che aveva fatto e sicuramente non meritava di sparire così nel nulla. Io non so bene come scrivere questa lettera non ci sono istruzioni per queste situazioni, solo lacrime e tanto dolore e se ormai non ho più speranze per Salvatore per Antonio non mi arrenderò mai. Non posso pensare che un ragazzo così solare dolce e amorevole possa sparire così nel nulla. Antonio è il nostro uomo di casa, lui si preoccupava se avessimo mangiato, si preoccupava della nostra salute, si preoccupava di coccolare la nostra mamma, lui è tutta la nostra vita, senza lui non abbiamo più niente. Io non ho la più pallida idea di cosa sia accaduto, ho solo la certezza che quello di Antonio non sia un allontanamento volontario perché non ci avrebbe mai e poi mai abbandonato…..quindi dico a chiunque abbia mio fratello di ridarcelo. Non merita assolutamente di passare questo…è un figlio e un fratello ed è nostro e noi lo vogliamo a casa, fatelo venire a casa vi prego. Ridatecelo altrimenti noi non abbiamo più motivo di vivere, potete venire a prendere anche noi. Ringrazio ancora tutti voi per l’attenzione che state rivolgendo a questa notizia”.Antonella Deiana