Categoria: Notizie locali

  • Ex Politeama, Palazzo Cernezzi  stringe la “mano tesa” del Sociale

    Ex Politeama, Palazzo Cernezzi stringe la “mano tesa” del Sociale

    Tesori da salvareIantorno: Palchettisti e teatro potranno avere un ruolo importanteCaso Politeama, il Comune stringe la mano tesa dal Teatro Sociale. Ieri sul “Corriere di Como” il presidente della Società dei Palchettisti proprietaria dello storico teatro di piazza Verdi – che oggi compie 200 anni di storia – aveva lanciato l’idea di un tavolo comune per gestire le sorti della struttura di piazza Cacciatori, giunta in eredità a Palazzo Cernezzi che ne è proprietario all’85% in attesa di acquisire tutte le quote. «Mi piacerebbe che il Comune avviasse insieme con il Sociale

    un progetto di recupero», ha detto Peronese, riferendosi all’imminente scadenza dell’Expo 2015 come obiettivo primario da tenere presente per qualsiasi investimento sul patrimonio culturale della città, anche in vista di eventuali bandi per fondi europei da finalizzare al restauro e al recupero del bene storico. Tale è infatti il Politeama, che nel 2005 ha dato addio all’ultima forma di spettacolo che l’ha accompagnato nel terzo millennio, il cinema, ma che è stato inaugurato nel 1910 e ha ospitato artisti del calibro di Duke Ellington e Vittorio Gassman, oltre ai futuristi di Marinetti.Oggi l’assessore al Patrimonio della giunta Lucini, Marcello Iantorno, si dice lieto della proposta di Peronese. «Senza contributi di soggetti ed enti pubblici e privati e l’appoggio della città – dice Iantorno – sarà ben difficile recuperare l’ex Politeama e in particolare destinare la parte non commerciale a teatro, spettacolo e cultura. In questa opera di recupero il contributo di idee che possono dare i Palchettisti e il Sociale è fondamentale e ritengo, per i contatti avuti, che Peronese e Barbara Minghetti (la presidente dell’As.Li.Co. che gestisce gli spettacoli del Sociale, ndr), siano senz’altro interessati e – il che ci fa molto piacere – disponibili».La strada verso il recupero – da dietro le quinte affiora un progetto per mantenere concretamente una parte ad uso commerciale e destinare l’altra a servizi culturali – è però lunga.Da luglio, ricorda Iantorno, «l’immobile è stato liberato da bar e ristoranti che in questi anni lo hanno impropriamente occupato e in questi giorni verrà ripulito dall’enorme immondezzaio che hanno lasciato all’interno in questi anni. Siamo ora in grado di intensificare, come stiamo facendo, gli incontri e i confronti con enti e soggetti interessati al recupero e che avverranno sin dai prossimi giorni. Palchettisti e Teatro Sociale potranno avere, se lo vorranno, un ruolo importante».Da parte sua Barbara Minghetti, ospite ieri sera in diretta nel telegiornale Etg di Espansione Tv per il bicentenario del Sociale, si dice fiduciosa sull’esito di questa fase ma richiama a un sano realismo: «I Palchettisti sono una risorsa per la città e lo è anche il Politeama, se Como avrà la forza di recuperarlo. Se ne sente parlare da quasi un decennio. L’importante è che ci siano effettivamente le volontà e le energie per arrivare a una soluzione».

    L.M.

  • Festival dei sapori  di lago con il nuovo “Gastrolario”

    Festival dei sapori di lago con il nuovo “Gastrolario”

    Una partenza con successo quella che ha fatto registrare nel primo fine settimana di ottobre la terza edizione della rassegna “Gastrolario”, che da quest’anno si concentra sui sapori d’acqua dolce e ha tra i media partner “Corriere di Como” ed Espansione Tv. Fino al 31 ottobre, un festival dei sapori comaschi tutto dedicato al missoltino e al pesce di lago.Venticinque i ristoranti che hanno aderito e che propongono in questa maratona culinaria piatti unici e menù degustazione con i prodotti tipici della cucina del lago, proposti in versione classica o rivisitata dagli chef.Il re è naturalmente il missoltino, il più tipico dei prodotti del nostro lago, affiancato dal superclassico persico col riso in cagnone, dal lavarello al burro e salvia, in carpione o in salsa verde, dal paté di cavedano e dai tanti altri piatti tipici della nostra cucina.Il patron della manifestazione, Claudio Bizzozero, è soddisfatto della partenza del tour gastronomico. «In novembre partiremo con un altro mese e altri 25 locali per carni in umido e bolliti tipici della cucina brianzola, il titolo è “GustoBrianza”».Ora invece ci si concentra sull’ottobre “laghée”. «I locali permettono di soddisfare ogni palato: si va dalla cucina tradizionale di osteria a quella ricercata del ristorante gourmet – dice Bizzozero – Siamo partiti molto bene, con ottimi riscontri tra ristoratori e pubblico, con un ottimo flusso di prenotazioni in rete e con tutti i locali che hanno lavorato, senza particolari differenze. Tutti i ristoranti aderenti lavorano a buon regime e con anche gruppi numerosi e comitive, questo significa che la formula è azzeccata». Non è una passerella o una vetrina ma un trampolino di lancio che richiede lavoro e impegno: «I ristoranti devono studiare menu dedicati e premieremo soprattutto chi difende la tradizione – dice Bizzozero – e rispetta al massimo la filiera a impatto e chilometro zero. Nasciamo allo scopo di valorizzare la tipicità locale: i pesci sono di provenienza lariana, al massimo lombarda, ci teniamo a dirlo, non sono “stranieri”».come si partecipaSul sito della rassegna, www.gastrolario.it, si sceglie quali ristoranti visitare, quali piatti gustare e che giudizio dare ai piatti assaggiati. Compilando poi l’apposita scheda di valutazione online, si potranno selezionare i piatti d’eccellenza della cucina lariana e i più fortunati potranno essere sorteggiati per vincere una cena di lago. E per i più curiosi, un lungo viaggio di un mese, alla scoperta dei nuovi piatti creati dagli chef aderenti nel solco della tradizione.

  • Fondazione Braglia, l’arte invade Lugano

    Fondazione Braglia, l’arte invade Lugano

    Va in scena da oggi la mostra “Conversations with a Changing World”, il nuovo progetto del giovane artista e fotografo svizzero Giacomo “Jack” Braglia, a cura di Beatrice Audrito.Il progetto, promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia con il Patrocinio della Città di Lugano, è il frutto dell’ultima fase di ricerca dell’artista. La mostra, visibile fino al 31 gennaio 2021, è un percorso di sei sculture e installazioni a cielo aperto immerse nella natura del Parco Ciani, dove Braglia sceglie di conversare con un mondo che cambia rivolgendo ancora il suo sguardo alla questione ambientale.In mostra anche la grande scultura ambientale “The Twin Bottles. Message in a Bottle”, realizzata insieme allo scultore internazionale Helidon Xhixha. Due grandi bottiglie di plastica in scala aumentata, schiacciate e gettate come rifiuti abbandonati, galleggiano sulle acque del lago Ceresio per lanciare un forte messaggio di denuncia dell’inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica.

  • Fondi Cariplo, il Comune punta su Villa Olmo

    Fondi Cariplo, il Comune punta su Villa Olmo

    Il Comune di Como dribbla il sogno del campus e scommette su Villa Olmo. La giunta di Palazzo Cernezzi ha approvato un progetto di riqualificazione della storica dimora e si prepara a partecipare al bando straordinario della Fondazione Cariplo destinato a interventi “emblematici” per il territorio lariano. Le domande devono essere presentate entro il 15 novembre prossimo.Complessivamente, la Fondazione Cariplo mette a

    disposizione della Provincia di Como circa 7 milioni di euro. Sulla carta, il territorio avrebbe indicato come prioritario il primo lotto del campus al San Martino. In realtà, la possibilità di avere un progetto con tutti i requisiti per la finanziabilità entro la scadenza del bando appare remota. Il Comune di Como si prepara dunque a giocare una carta alternativa: la riqualificazione di Villa Olmo.La giunta di Palazzo Cernezzi ha già dato il via libera al progetto, condiviso con la Provincia e la Camera di Commercio. «L’intervento – si legge in una nota del Comune – prevede la riqualificazione del parco storico di Villa Olmo, la realizzazione di un orto botanico con una collezione di piante tipiche dei giardini storici del lago, la ristrutturazione delle serre comunali, il restauro dei monumenti e la realizzazione di un teatro all’aperto». Passando all’edificio vero e proprio, il progetto comprende «l’eliminazione delle barriere architettoniche e il recupero degli interni al piano terra, al primo e secondo piano, la ristrutturazione dei pavimenti in legno, delle facciate, degli impianti, delle due palazzine di servizio e del ristorante». Il piano complessivo comprende anche il recupero dei giardini e di alcune sale al piano terra di Villa Saporiti, sede della Provincia. In quest’ambito, è stato proposto anche l’ormeggio permanente del piroscafo Patria davanti a Villa Olmo.Il preventivo di spesa per l’intera opera è di 7,2 milioni di euro e l’ipotesi è di suddividere i lavori in due lotti funzionali.Palazzo Cernezzi ha già messo a disposizione 700mila euro destinati alla riqualificazione degli impianti e per garantire una migliore efficienza energetica. Villa Saporiti ha messo invece sul tavolo 500mila euro. Infine, la Camera di Commercio ha garantito la progettazione del recupero delle serre e della realizzazione del teatro all’aperto.«Con questi interventi puntiamo al recupero di un bene culturale di notevole importanza per tutta la provincia – ha detto Daniela Gerosa, assessore all’Edilizia pubblica del Comune di Como – Villa Olmo potrà essere inserita nel circuito delle ville del lago, completando così l’offerta culturale e turistica del nostro territorio. L’intervento, inoltre, si inserisce nella riqualificazione di tutto il fronte lago della città e nel progetto del cosiddetto “Chilometro della Conoscenza”».Il sindaco di Como, almeno formalmente, continua ad assicurare comunque il pieno sostegno al progetto del campus universitario. Ma mette le mani avanti.«Con tutto il Comasco sosteniamo il progetto del campus – commenta Mario Lucini – Tuttavia, se per qualunque motivo quel percorso dovesse presentare criticità insormontabili, riteniamo che la nostra provincia non possa rischiare di perdere la grande opportunità offerta dal bando Cariplo. È importante, quindi, disporre di un’altra proposta forte, ricca di contenuti e di chiara emblematicità per il territorio quale quella della valorizzazione del compendio di Villa Olmo».

    Anna Campaniello

  • Fondi Cariplo: «Il “Tavolo” non rappresenta il territorio»

    I piedi dei sindaci sul “Tavolo”. Un’immagine forse un po’ brutale può spiegare meglio di molte parole ciò che sta accadendo attorno alle ultime decisioni assunte dal “Tavolo per la competitività e lo sviluppo della provincia di Como”, organismo emanazione della Camera di Commercio su cui si è abbattuta, negli ultimi giorni, una autentica bufera.Lo scorso 23 settembre, al termine della sua ultima riunione, il “Tavolo” ha indicato due priorità «da candidare alla Fondazione Cariplo

    nell’ambito delle “Erogazioni Emblematiche Maggiori”», contributi straordinari che quest’anno ammontano a 7 milioni.Le due priorità sono il campus del San Martino e, in subordine, la ristrutturazione di Villa Olmo e delle sue serre, queste ultime inserite nel cosiddetto “Km della conoscenza”.La scelta del “Tavolo”, compiuta con un blitz quasi al termine della seduta, ha scatenato una quantità industriale di polemiche. Prima è intervenuto il presidente della Fondazione Ca’ d’Industria, Paolo Frisoni, per lamentare il sostanziale disinteresse verso altri progetti ugualmente importanti.Subito dopo, è stata la volta di alcuni consiglieri regionali, che hanno bocciato in toto il metodo utilizzato per le deliberazioni e la gestione dello stesso “Tavolo”. Un fuoco di sbarramento al quale ieri hanno aggiunto le loro pesanti munizioni gli amministratori comunali di Erba e di Cantù.I progetti brianzoli«Prima o poi, la questione sarebbe dovuta emergere», dice Claudio Ghislanzoni, vicesindaco di Erba. La questione cui si riferisce l’avvocato erbese è relativa al metodo utilizzato dal “Tavolo per la competitività” nell’indicare scelte e priorità.«Serve un maggiore coinvolgimento del territorio, scontiamo il fatto che il “Tavolo” sia composto da interlocutori che non rappresentano tutto il Comasco. È un errore che si può correggere dando rappresentatività ai Comuni più grandi e all’Altolago. La logica di guardare soltanto al capoluogo è perdente – insiste Ghislanzoni – oltretutto, ci sono zone sul Lario più dinamiche della città dal punto di vista delle prospettive. Purtroppo, scontiamo anche il vuoto politico lasciato dalla chiusura di fatto della Provincia».Entro il 15 ottobre, Erba presenterà per il finanziamento Cariplo ben due progetti: la ristrutturazione di un capannone di Lariofiere nel quale realizzare un incubatore per imprese artigiane e l’ammodernamento del complesso architettonico di Villa Candiani, in cui sono ricompresi anche il Teatro Licinium e la scalinata Terragni. «La nostra è una delle città più vivaci del territorio ed è punto di riferimento per almeno 60mila abitanti – dice il sindaco di Erba, Marcella Tili – Noi non intendiamo rinunciare ai fondi delle “Erogazioni Emblematiche”. Su questo ci siamo anche noi e chiediamo al “Tavolo per la competitività” che i progetti erbesi vengano presi nella giusta considerazione». Complessivamente, sul capannone di Lariofiere e sul complesso di Villa Candiani la città di Erba e il polo fieristico brianzolo hanno ipotizzato investimenti per circa tre milioni di euro.Le critiche di CantùParole dure e giudizi decisamente severi giungono anche dal sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, il quale sposta la discussione su un terreno politico. «L’incapacità del “Tavolo per la competitività” di rappresentare l’intero territorio è evidente e da tempo abbiamo sollevato il problema – dice – Condivido quindi la proposta del vicesindaco di Erba di invitare alle discussioni anche gli amministratori dei comuni più grandi». Ma ciò che Bizzozero mette sotto accusa in modo esplicito è il «comocentrismo» del “Tavolo” e «anche della Camera di Commercio».Spiega il sindaco di Cantù: «Noi non siamo soliti andare a elemosinare niente a nessuno. Prendiamo però atto delle scelte compiute». La tesi di Bizzozero è molto chiara: «Se in Camera di Commercio prevale la componente legata al turismo e al comparto alberghiero, allora è ovvio che tutto si concentri sul capoluogo. Ma noi facciamo mobili».Gli ultimi investimenti della Camera di Commercio, aggiunge il primo cittadino di Cantù, «sono andati all’incubatore di Lomazzo e al “Km della conoscenza”. Nel nostro territorio, da quando non c’è più Marco Citterio (l’ex presidente di via Parini, ndr), il cambiamento è stato significativo. Registro la forte insoddisfazione dei nostri imprenditori. Credo che non si possa dargli torto».Le bordate di Bizzozero sono quindi rivolte sì al “Tavolo”, ma molto di più alle scelte di politica economica dell’ente camerale. «Il Canturino traina l’export della provincia, ma per la Camera di Commercio il legno-arredo non è degno di investimenti significativi. Purtroppo – conclude il sindaco di Cantù – sono i dati a parlare».

    Da. C.

  • Frisoni: «Al Tavolo non interessano i problemi degli anziani»

    Frisoni: «Al Tavolo non interessano i problemi degli anziani»

    Pronto il progetto per il bando della Fondazione Cariplo

    (m.d.) Mentre il Tavolo per la competitività attende l’11 novembre per decidere se puntare sul primo lotto del campus universitario al San Martino o se dare invece spazio alla ristrutturazione di Villa Olmo, la Ca’ d’Industria marcia spedita con il progetto di riqualificazione della casa di riposo di via Brambilla, che sarà sottoposto al vaglio della Fondazione Cariplo per ottenere una parte di quei 7 milioni di euro che l’ente ha messo a disposizione della provincia di Como.Una marcia

    solitaria quella di Ca’ d’Industria. «Nessuno dei componenti del Tavolo per la competitività ci ha invitato a illustrare il nostro progetto – afferma Paolo Frisoni, presidente della Fondazione Ca’ d’Industria – Sia chiaro, quel Tavolo non ha nessun obbligo di convocarci, noi non ne facciamo parte nè abbiamo bisogno del loro via libera per presentare a Fondazione Cariplo il nostro progetto. Mi ha stupito, però, non vedere in questi giorni un minimo di sensibilità verso i problemi della Ca’ d’Industria e, in generale, della terza età. Eppure gli anziani rappresentano una quota sempre più consistente della popolazione comasca».Che i problemi della Ca’ d’Industria non siano da poco lo dimostra l’urgenza di procedere alla ristrutturazione della residenza sanitario-assistenziale (Rsa) di via Brambilla. «Senza una serie di interventi di adeguamento alle normative rischiamo di perdere l’accreditamento regionale – spiega Frisoni – Per evitarlo dobbiamo assolutamente far partire i lavori entro fine anno».Ottenere una fetta di quei 7 milioni di euro sarebbe una boccata di ossigeno per i bilanci della Ca’ d’Industria. «I soldi per finanziare i lavori non li abbiamo – sottolinea Frisoni – Se non riusciremo a ottenere il contributo della Fondazione Cariplo, dovremo indebitarci perché si tratta di lavori improrogabili. E i conseguenti oneri finanziari andranno inevitabilmente ad appesantire i nostri bilanci».Entro metà novembre Ca’ d’Industria conta di avere tutte le carte in regola per concorrere all’assegnazione dei fondi. «I nostri uffici stanno lavorando alacremente all’intera pratica – dice il presidente – Il progetto è pronto, ha già ricevuto le necessarie autorizzazioni dei vigili del fuoco e il via libera della Soprintendenza ai beni architettonici. Siamo pronti a bandire la gara d’appalto».Oltre alla ristrutturazione della Rsa di via Brambilla, il piano che la Ca’ d’Industria sottoporrà al vaglio della Fondazione Cariplo, chiedendo l’assegnazione di 1 milione e mezzo di euro, comprende una serie di interventi nella altre strutture: l’attivazione di un nuovo centro di cottura nella Rsa di Rebbio, il miglioramento dei servizi offerti nella casa-albergo “Villa Celesia” di via Bignanico e la riqualificazione del parco attiguo alla stessa “Villa Celesia” e alla vicina Rsa “Le Camelie”, anch’essa in via Bignanico. «Ma questi ultimi interventi li faremo solo se otterremo i soldi della Fondazione Cariplo – conclude Frisoni – In via Brambilla, invece, i lavori scatteranno in ogni caso».

  • Frontale ad Argegno: caos sulla Regina

    Frontale ad Argegno: caos sulla Regina

    Ieri pomeriggioTraffico nel caos ieri pomeriggio ad Argegno in seguito a un incidente stradale tra una moto e una Mini Cooper lungo la Regina. I feriti sono due, un ragazzo e una ragazza entrambi di 33 anni. Le loro condizioni, per fortuna, non desterebbero preoccupazioni. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale. I rallentamenti alla circolazione, per almeno un’ora, sono stati notevoli anche in seguito ai lavori per liberare la carreggiata stradale che è rimasta ostruita in uno dei due sensi di marcia. Lo schianto alle 16.30.

  • Gambi, diario ironico e poetico dalla quarantena

    Gambi, diario ironico e poetico dalla quarantena

    Un diario ironico e poetico della quarantena imposta dal coronavirus, un racconto fatto per riflettere, riconoscersi ed esorcizzare la paura che in questi giorni torna a mordere gli italiani grazie all’arma del sorriso.Tutto questo è il libro dell’attore e scrittore partenopeo e comasco di adozione Gianpaolo Gambi “53 giorni” appena uscito da Sperling & Kupfer.Cinquantatré sono stati i giorni di isolamento dal mondo che tutti gli italiani, in ogni angolo della Penisola, hanno dovuto affrontare in quella che, fino a pochi mesi fa, sembrava la trama di un film di fantascienza e che all’improvviso si è rivelato il peggiore dei nostri incubi.Quella di Gianpaolo, quarant’anni, napoletano trapiantato a Milano, è una quarantena fatta di piccoli gesti quotidiani, di una convivenza forzata con la compagna Olivia, i vicini antipatici e i dirimpettai da spiare.Quella raccontata nella storia tra fiction e realtà del libro di Gambi è una quarantena con poche corse al parco e la spesa al supermercato come unica occasione di socialità, alla ricerca del Sacro Graal della pandemia degli italiani: il lievito di birra. È la quarantena di un instancabile viaggiatore costretto a casa, tra i ricordi di una vita dall’altra parte del mondo e le videochiamate con i genitori dal Sud, che sembra più vicino di quanto non sia mai stato.Sono giorni fatti di incertezze e di rabbia, quella di chi ha perso tutto e di chi teme di non farcela, ma anche e soprattutto di speranza ed emozioni, quelle di un surfista che vuole tornare in acqua, di un attore che vuole tornare in scena, di un uomo felice che vuole tornare a ballare con gli amici.Quelli di Gianpaolo, nel suo appartamento a Milano, sono in realtà i cinquantatré giorni che tutti noi abbiamo vissuto.Gianpaolo Gambi è un attore, autore, conduttore e showman, è un volto molto amato di Rai 2, dal 2015 è in onda quotidianamente con “Detto Fatto”, al fianco di Bianca Guaccero. Napoletano, si trasferisce a Milano per studiare recitazione, danza, mimo e canto, diventando una figura artistica poliedrica. È autore teatrale e ha recitato in numerosi spettacoli, fiction e film per la tv – come “Il Grande Torino”, “Un medico in famiglia”, “Don Matteo” – e il cinema, come “Italiano medio”, il primo film di Maccio Capatonda.

  • Gemellaggio con Boston per salvare la pavimentazione antica

    Gemellaggio con Boston per salvare la pavimentazione antica

    (l.m.) Artista al lavoro. Si prega di disturbare. Partecipare. Porre domande. E magari prendere un gessetto e colorare una città che sembra piuttosto grigia e “bacchettona”. Stiamo parlando della performance di Enrico Cazzaniga che oggi, nell’ambito della mostra in più sedi “Boston-Como” – , scambio culturale tra le due città che coinvolge 34 artisti, metà americani e metà italiani – alle 18.30 animerà il centro di Como con “Take a-way” in via Diaz, all’altezza del numero civico

    30, dove sarà presente la curatrice Carolina Lio.Cosa farà Cazzaniga? Gesti “poveri” in apparenza, ma “ricchi” di senso: un pezzo di asfalto di Boston sarà “incastonato” grazie a un’apposita griglia commemorativa in metallo in un pezzo di asfalto di Como, appunto in via Diaz, in uno dei tanti “rappezzamenti” del porfido nel centro.Non vive nella classica torre d’avorio degli artisti che badano solo all’ombelico, il marianese Cazzaniga. Anzi, sempre più è dedito a lavori collettivi, spesso con bambini e ragazzi che animano le sue performance e i suoi laboratori.Oggi difatti coinvolgerà con Simona Briguglio, psicomotricista, materne ed elementari di Como in un laboratorio itinerante e aperto a tutti gratuitamente (venite quindi muniti di gessetti) dal titolo “Cacciallasfalto” che si svolgerà in tutto il centro con partenza alle 9.30 da piazza Cavour. Così Cazzaniga, nel gemellaggio con Boston, fa aprire gli occhi sui problemi del decoro urbano e sulla pavimentazione delle strade del centro città. In via Diaz e non solo purtroppo l’effetto palinsesto cancella la memoria: la pavimentazione originale, se rovinata, viene rimosse lasciando vuoti che vengono compensati da maldestri rappezzi d’asfalto. A danno dei sanpietrini e dei lastroni medievali. Pezzi di identità di Como cancellati, come in un dipinto di Emilio Isgrò, ma senza che la cancellatura dia con lo strumento retorico del paradosso più senso all’originale come avviene nei lavori di quel grande. Cazzaniga ripeterà l’operazione nel 2014 nella tappa bostoniana della collettiva, incastonando nella città Usa un pezzo asfaltato della pavimentazione di Como.«La mostra ha una caratura internazionale, ma la performance è molto “local”. Ci auguriamo – dice Carolina Lio – che sia apprezzata e compresa soprattutto dai comaschi».

  • Gemellaggio tra Sagnino e Novara

    Gemellaggio tra Sagnino e Novara

    CALCIOAl centro sportivo Novarello, il vicepresidente del Sagnino Calcio Angelo Pilato e il direttore sportivo Massimo Mascetti – ex team manager del Como – hanno siglato l’accordo di affiliazione del Sagnino Calcio con il Sestante Azzurro, la Scuola Calcio del Novara. «Il Progetto Sestante Azzurro – spiegano i responsabili – mira a coinvolgere importanti aspetti del calcio giovanile, prima di tutto i genitori, che sono chiamati ad agire come supporto positivo

    alla crescita, non solo sportiva, dei propri figli, poi anche ai piccoli calciatori ed al comportamento delle stesse società affiliate, per non perdere mai di vista lo scopo pedagogico principale. Un progetto a 360 gradi, ambizioso e coraggioso».