Polizia di Stato e carabinieri sono dovuti intervenire a Casnate con Bernate contro gli assembramenti di persone senza mascherine nei pressi dei seggi. Gli uomini della Questura hanno elevato anche tre multe. Segnalata alla Digos anche la presenza continua di uno dei cinque candidati sindaco troppo vicino ai seggi.
Categoria: Notizie locali
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Elezioni amministrative: c’è già il primo sindaco eletto, a Domaso
A Domaso era sufficiente per l’unico candidato sindaco, Pietro Angelo Leggeri, che si recasse al voto il 50% degli aventi diritto. Con l’affluenza alle urne al 70,15% è arrivata anche la conferma del primo cittadino. Oggi lo spoglio di tute le amministrative, per la scelta del sindaco, oltre che a Domaso, ad Asso, Campione d’Italia, Casnate con Bernate, Lambrugo, Lipomo, Montorfano, Plesio, Turate e Valsolda.
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Ciclismo, cinque comaschi a Montegrotto Terme per il Tricolore Juniores
È tutto pronto a Montegrotto Terme (Padova) per il Campionato italiano Juniores di ciclismo: la sfida sarà domani sulle strade dei Colli Euganei con in lizza i migliori talenti del panorama nazionale. Con l’egida organizzativa del gruppo Work Service Brenta al via ci saranno 169 atleti in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia. A rimettere in palio il titolo tricolore sarà il marchigiano Gianmarco Garofoli, che si era aggiudicato il successo nell’edizione 2019. Quattro atleti di società comasche faranno parte della selezione lombarda, pronti a lottare per lo scudetto. Sono Christian Bagatin, Andrea Montoli (nella foto) e Alessandro Motta (Canturino) e Giacomo Saligari (Energy Team Albese). A loro va aggiunto l’altro lariano Filippo Vismara, portacolori dell’Unione sportiva Biassono.
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Conservatorio di Como: Vittorio Zago è il nuovo direttore
Il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como ha un nuovo direttore: Vittorio Zago. Resterà in carica per tre anni, dal 2020 al 2023. Lo spoglio delle 62 schede elettorali ha visto 41 voti indirizzati al maestro Zago contro i 21 al maestro Bruno Dal Bon, l’altro candidato alla direzione. Vittorio Zago, classe 1967, diplomato in pianoforte e composizione, vanta una brillante carriera di compositore. Sue pagine sono state commissionate ed eseguite in Italia, in particolare alla Biennale di Venezia e all’estero da importanti istituzioni concertistiche.
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Covid-19, sono 5 i nuovi casi nel Comasco
Novanta nuovi casi in regione. Sono 5 i positivi identificati, ieri, in provincia di Como. Due i territori a quota zero: Cremona e Lecco.
I dati forniti ieri daRegione Lombardiaparlano di 9.963 tamponi per un totale complessivo pari a 1.953.299. Dei novanta nuovi casi 12 sono “debolmente positivi” e 5 a seguito di test sierologico. Sempre su scala regionale, diminuiscono i ricoveri in terapia intensiva: ieri erano in tutto 36, due in meno rispetto al confronto con i numeri di domenica. I ricoverati non in terapia intensiva sono invece 283 (+19). Un morto ieri in Lombardia per un totale complessivo di vittime paria a 16.923 (+1).
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Dick Marty: «L’economia svizzera senza i frontalieri non starebbe in piedi»
«Credo che il filo conduttore che ha segnato il mio percorso sia stato l’interesse per la giustizia. La giustizia intesa come equità e rispetto dei diritti di ogni individuo e non, o almeno non solo, come quell’istituzione fredda e austera che è il diritto. Come la intendeva Camus: “La giustizia non è solo un’idea ma calore dell’anima”».Queste parole, prese dalle ultime pagine del suo libro, sono efficaci per riassumere la vita e il lavoro di Dick Marty, giurista, magistrato e politico svizzero.«E pensare che avrei voluto studiare psichiatria – racconta Dick Marty (un nome poco svizzero, nonostante sia nato e cresciuto a Lugano, scelto dalla madre dopo la lettura di un romanzo) – quando però al liceo ebbi un colloquio sulla scelta universitaria con due psichiatri, il loro atteggiamento mi lasciò perplesso e così scelsi diritto e criminologia».Dal più grande sequestro di eroina in Svizzera alle prigioni segrete della CIA, dal traffico di organi in Kosovo ai diritti umani in Cecenia: le inchieste giudiziarie di Dick Marty sono degne delle trame di un film, così come la storia dei memorabili incontri con delinquenti, vittime e politici (tra cui Fidel Castro, il ceceno Ramzan Kadyrov, Bashar al-Assad, Giulio Andreotti e Recep Tayyip Erdogan). Eventi che l’ex magistrato ripercorre in un’autobiografia, Una certa idea di giustizia, scaturita dopo un “incidente neurologico”, una temporanea perdita della memoria dovuta allo stress che lo ha spinto a rimettere ordine nelle vicende della sua esistenza e a interrogarsi sull’essere umano e sulla sua ricerca di giustizia. Dick Marty trae spunto dai casi trattati, dai successi e dai fallimenti in politica per riflettere sul senso del suo lavoro, intrecciando temi di filosofia, antropologia e sociologia.Dottor Marty, innanzitutto che cosa pensa delle campagne contro i frontalieri e del video del comitato promotore del referendum che ha suscitato molte polemiche in Italia?«Trovo vergognoso quel filmato, soprattutto perché usa il volto di una bambina… l’economia svizzera senza il lavoro dei frontalieri non starebbe in piedi, è una semplice questione di numeri, la Svizzera è un paese piccolo e i 66mila frontalieri sono necessari alla nostra sopravvivenza. Di recente, per esempio, ho installato un impianto geotermico nella mia abitazione, la metà degli artigiani erano frontalieri, per altro molto qualificati. I ticinesi vogliono fare gli avvocati gli architetti, lavorare nelle banche… mancano operai qualificati e i giovani laureati più brillanti cercano lavoro nella Svizzera interna».Lei ha combattuto contro i cartelli della droga che portavano i proventi dello spaccio nelle banche svizzere, oggi come vede la lotta al traffico di stupefacenti?«C’è stato un tempo in cui ero convinto che la repressione fosse sufficiente per fermare il fenomeno della criminalità legata allo spaccio, ma, come scrivo nel mio libro, non riesce quasi mai a colpire il cuore del crimine organizzato e i profitti immensi sono molto graditi a chi opera in ambienti finanziari che nulla vogliono sapere della provenienza dei soldi; gli stessi che, per alleggerirsi la coscienza, reclamano perché le strade dei loro quartieri sono piene di spacciatori. Io ritengo che la tossicodipendenza sia un problema sanitario e non criminale. L’ultimo report dell’Ufficio federale della Sanità pubblica rileva che i numeri dell’alcolismo sono ben più drammatici».Negli anni ’80 fu tra i primi giovani magistrati a chiedere disposizioni efficaci contro il riciclaggio e i cosiddetti “cowboy” della finanza, ed ebbe tutti contro…«Fui accusato di essere un nemico dalla piazza finanziaria, di essere un comunista, io che ho sempre avuto idee liberali… ma evidentemente i tempi non erano maturi. È ovvio che dove ci sono ingenti flussi di denaro c’è il rischio che si introduca la criminalità, ma oggi c’è una maggiore assistenza giudiziaria internazionale e se un magistrato vuole fare chiarezza sulla provenienza del denaro ha meno difficoltà, basta vedere le indagini su presunti fondi nascosti in paradisi fiscali dall’ex sovrano spagnolo Juan Carlos».Lei si è occupato delle prigioni segrete per presunti terroristi, di torture e delle “black list” in cui sono finite anche persone innocenti. Come conciliare il bisogno di sicurezza, e quindi il ricorso anche al segreto di Stato, con la trasparenza che rende un Paese democratico?«Conoscere è potere. La giustizia è una questione di potere e non dovrebbe esserlo, non dire tutto rafforza il potere. Non nego che il segreto di Stato sia legittimo quando serve a tutelare un bene giuridico importante come la vita delle persone, ma deve essere riverificato e limitato nel tempo. La vera nemica della democrazia è l’indifferenza».Ha qualche cruccio, ripensando alle sue inchieste e al suo impegno politico?«A volte mi chiedo se è stato utile quello che ho fatto. Mi dicono che sono stato coraggioso. Ma non è questione di coraggio, bisogna prendere la decisione giusta al momento giusto e io spero di averlo sempre fatto».
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Domenico Dara protagonista a Erba con il suo nuovo romanzo
Alla libreria Colombre di Erba in via Plinio 27 sabato 26 settembre, alle ore 17.30, ci sarà un incontro con lo scrittore Domenico Dara per la presentazione del suo nuovo romanzo “Malinverno” edito da Feltrinelli. Una fiaba moderna per tutte le età, romantica e gotica, ambientata in un paese fiabesco, Timpamara dove Astolfo Malinverno è il bibliotecario al pomeriggio ma alla è il guardiano del cimitero. Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. Domenico Dara unisce il talento dei narratori orali a una scrittura sospesa nel tempo: “Malinverno” è un romanzo pieno d’incanto sui libri, sul potere delle storie, dell’immaginazione, dell’amore. Inoltre sabato 3 ottobre, sempre alle ore 17.30, ci sarà un incontro con Gian Pietro Testori per la presentazione del libro “Quel brutto inverno in Brianza” edito da Bellavite con la partecipazione di Pierangelo Galletti. Ingresso su prenotazione alla mail info@colombre.org o al numero 031.610.999.
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E Laura Bordoli rimette a nuovo i giardinetti
L’iniziativa firmata PdlLaura Bordoli, candidata sindaco di Como per il Pdl, è scesa in campo ieri per il rilancio degli spazi di aggregazione pubblici del capoluogo lariano. Nel primo pomeriggio si è presentata ai giardinetti di via dei Mille (angolo via Anzani), con altri trenta militanti azzurri tra i quali alcuni candidati consiglieri, per l’operazione “Prendiamoci cura del bene in comune”. Il gruppo si è dato da fare con rulli, vernici e pennelli per rimettere a nuovo le panchine e dare una veste più decorosaal parco pubblico. «È un gesto simbolico – ha detto la Bordoli – In un clima di disaffezione dalla politica è importante un segnale di concretezza. La cura per le aree pubbliche non è mai banale». Il 2 maggio i “volontari azzurri” capeggiati dalla Bordoli si prenderanno cura degli storici giardini di via Perti, proprio accanto a Palazzo Cernezzi.
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Fiamme e paura in un appartamento
AROSIODevastante incendio l’altra sera, in un appartamento di via Oberdan ad Arosio. Grande paura per i genitori e il loro piccolo che abitavano nella mansarda, ma per fortuna la famigliola non ha subìto alcuna conseguenza. I danni, anche se ancora da quantificare nella loro totalità, sono stati particolarmente ingenti. L’incendio è scaturito poco dopo le 23. Alle fiamme sono bastati pochi attimi per propagarsi ed avvolgere l’intero tetto fino ad intaccare anche l’appartamento mansardato sottostante. Via Oberdan è stata raggiunta da cinque mezzi dei vigili del fuoco, da Cantù, da Como e da Seregno. I pompieri hanno lavorato fino alla 1 di notte per spegnere le fiamme e arginare il rogo. Rimangono ancora da capire le cause che possono aver generato l’incendio.
Laura Omodei
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Frangi: «No al rancore, il suo sacrificio sia messaggio di speranza e carità»
«Come era accaduto 21 anni fa con l’omicidio di don Renzo Beretta, siamo sgomenti di fronte alla sconvolgente notizia dell’assassinio di don Roberto Malgesini», afferma il presidente di Confcooperative Insubria, Mauro Frangi.«Ancora una volta – sottolinea – un sacerdote paga con il sacrificio più grande la sua autentica e profonda umanità, la sua instancabile devozione verso gli ultimi».«Suonano oggi ancora più fastidiose le parole di quanti, anche di fronte a drammi di questa portata, sono capaci unicamente di dar sfogo alla polemica politica e alla ricerca del consenso, alimentando divisioni, rancore e odio», aggiunge il presidente di Confcooperative Insubria, che invita a una riflessione differente, su un orizzonte più ampio, improntato alla speranza.«Al contrario – dice Frangi – voglio pensare che questo omicidio irragionevole possa costituire una porta di speranza; che il sacrificio di don Roberto possa diventare un messaggio di carità per ciascuno. Che sappia farci comprendere le conseguenze di una convivenza umana e di una politica che – conclude il presidente di Confcooperative Insubria -troppo spesso dimenticano gli ultimi, lasciando sole le persone che si occupano dei più poveri e malati, degli esclusi».