Categoria: Territorio

  • L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    «C’è un esempio che faccio sempre. Tutti noi, oggi, rischiamo più volte la vita, consapevolmente, usando lo smartphone in auto. Ecco, se nonostante siamo consapevoli del rischio che corriamo, lo continuiamo a fare – io, lei e tante altre persone civili, per bene, acculturate – forse vuol dire che le auto sono progettate male». Inizia così la chiacchierata con Joseph di Pasquale, comasco, 50enne, archistar internazionale.«Archistar lo dice lei – corregge subito il professionista dal suo studio milanese – fino a cinque sei anni fa, forse, era la mia ambizione. Ora sono semplicemente uno spacciatore di concept architettonici, un pusher di soluzioni dal grande potenziale emotivo per le aree urbane».Di Pasquale, architetto, è sicuramente una delle menti più brillanti e in vista del settore. Alcuni suoi lavori in Cina gli hanno dato popolarità internazionale, come la Guangzhou Circle, inaugurata nel 2013. Oggi teorizza la perdita di identità nell’architettura contemporanea globalizzata, si definisce un “architectural storyteller”, un cercatore di nuove chiavi di lettura per la città contemporanea.Alla recente Meci (il Salone dell’edilizia), dove l’argomento era la rigenerazione urbana, hanno fatto di tutto per averlo tra i relatori. Lui, con grande disponibilità, ha detto sì. E ora, con altrettanta disponibilità e semplicità, si mette a disposizione della sua Como. «Ho una soluzione per la Ticosa» annuncia.«Mi piacerebbe molto incontrare il sindaco Landriscina e l’assessore all’Urbanistica Butti per parlarne».Joseph di Pasquale, del resto, ha firmato quello che è destinato a diventare un modello di riqualificazione di un intero quartiere. “Chorus Life”, a Bergamo, nell’area ex Ote (Officine trasformatori elettrici). Quante analogie con la Ticosa: un grandissimo complesso industriale nell’area urbana, dismesso da anni, una bonifica non semplice da realizzare…Tra fine 2021 e inizio 2022 diventerà Chorus Life, più di ogni descrizione scritta di cosa sarà il nuovo quartiere, con mobilità dolce sopraelevata, senza auto, valgono i rendering di questa pagina. Quello che potrebbe stupire sono i tempi di realizzazione: 5 anni dalla firma del primo documento, ovvero un protocollo del 2017 tra Comune di Bergamo, Provincia e Regione Lombardia.Certo, a Bergamo una bella spinta l’ha data un imprenditore tosto, come il cavaliere Domenico Bosatelli, classe 1933, fondatore dell’impero Gewiss. «È stato il cavaliere il vero iniziatore e a cui va tutto il merito di questo approccio – spiega Di Pasquale – Parlo però di approccio, perché Choruslife mette in primo piano la visione della rigenerazione sociale e della ricomposizione delle relazioni di prossimità anche tra le diverse generazioni. Da questa visione viene costruita la sostenibilità economica, finanziaria e gestionale del modello di quartiere».Quindi, in parole povere, ci vuole dire che non è una speculazione edilizia? Un investimento immobiliare per vendere case, appartamenti? Anche i campi di golf vengono fatti per vendere le ville…«Chorus Life è un unico organismo urbano, e come tale va pensato e gestito. Non vengono venduti appartamenti, neppure affittati, sono in abbonamento. Si tratta di un concetto del tutto nuovo – spiega Di Pasquale – Ci sono già abbastanza case in giro, i modelli real estate sono obsoleti. Noi dobbiamo pensare a come vive la gente. Per questo la Ticosa sarebbe perfetta per un Chorus Life. Appena il cantiere sarà a buon punto, l’idea è proprio andare in giro per l’Italia e per il mondo a proporre un nuovo modello abitativo e finanziario. Un sistema che ha portato in un anno e otto mesi a mettere in fila le fasi complicatissime della burocrazia».In Chorus Life avete un grande palasport, cinema, attività commerciali, bar, ristoranti, un hotel; a Como e a Cantù manca il palasport ad esempio, da diversi anni.«Sa che dopo l’ultimo lavoro in Cina ho avuto una crisi professionale ed esistenziale. Ho chiuso lo studio e mi sono rimesso a studiare. Un dottorato di ricerca sui nuovi comportamenti abitativi. L’architetto oggi deve andare incontro alle esigenze dell’uomo. Così sono ripartito da zero – spiega l’architetto – Lei mi continua a parlare di contenuti, di palasport, ma per il nostro progetto su Bergamo, la vera novità è l’aspetto gestionale. Siamo partiti da un modello di rigenerazione sociale, prima che urbana. In Chorus Life ci sarà un direttore generale a gestire il quartiere, sa come è stato scelto? Tra chi aveva gestito grandi parchi di divertimento».«Chorus Life dovrà vivere, le persone dovranno spostarsi nel quartiere perché lì avviene qualcosa in quel momento – aggiunge – Tante operazioni oggi falliscono perché hanno una impostazione solo finanziaria, che tiene conto dei profitti della vendita al metro quadrato. Non voglio dire che Chorus Life non sia redditizio, ma la sua filosofia è all’opposto delle altre operazioni immobiliari».«Oggi ne parliamo con dei rendering – dice ancora – ma quando il quartiere sarà realizzato sarà molto più semplice convincere altre amministrazioni. Il format sarà a disposizione e non è detto che l’intervento debba essere per forza legato a un unico imprenditore illuminato. Si tratta di un progetto svincolato. Noi lo abbiamo fatto, allora si può fare. Questa sarà la filosofia futura per replicare questo progetto ovunque, a Como, a Lecco, in Lombardia, in Italia e nel resto d’Europa» conclude l’architetto comasco.

  • Allo Spazio Natta, il successo di “Verso Casa”

    Allo Spazio Natta, il successo di “Verso Casa”

    In tanti si sono trovati oggi allo Spazio Natta di Como per la mostra “Verso Casa” (foto Nassa) ovvero l’abitare declinato in arte, organizzata dalla Fondazione Scalabrini Onlus.

    Cinquecento opere esposte, disegni, installazioni, dipinti di artisti famosi e non, di tutte le età, ispirate da parole e idee legate alla casa e che hanno generato mondi e universi commoventi e originali. L’acquisto delle opere con una donazione a partire da 5 euro ha sostenuto il progetto “La casadei bambini”: un appartamento a Como per famiglie con bambini in difficoltà, in memoria dei quattro bimbi che persero la vita nel rogo di via per San Fermo il 20 ottobre 2017.

    Per informazioni sul progetto 031.33.70.535 o www.fondazionescalabrini.it

  • Calcio Como, la squadra ceduta per meno di 2 milioni. La decisione di vendere presa l’estate scorsa

    Calcio Como, la squadra ceduta per meno di 2 milioni. La decisione di vendere presa l’estate scorsa

    «L’ho sempre detto: io, il Como, non l’avrei lasciato. Il nostro percorso era fluido, stavamo raggiungendo i nostri obiettivi». La voce di Roberto Felleca è segnata, come sempre, da un sottofondo ventoso e da un vociare tipico del pallone. Un campo di calcio in Sardegna.Il giorno dopo la cessione del Como alla Sent Entertainment Limited di Robert Budi Hartono, i sentimenti di Felleca sono constrastanti. Da un lato, dice, «so di aver agito per il bene della squadra, perché abbiamo venduto a un gruppo che tutti indicano come solidissimo». Dall’altro lato non nasconde la delusione. Soltanto in parte mitigata dal fatto che «sino alla fine della stagione la direzione tecnica resta nelle nostre mani. È l’unica condizione che ho posto».È durata meno di due anni l’avventura comasca di Felleca e soci. Il 26 luglio 2017, nella sede della Canottieri Lario, a dieci metri dallo stadio, la grande promessa di rilancio del Como, appena uscito da un altro dolorosissimo fallimento. Oggi l’addio, dopo due campionati tra i dilettanti giocati comunque nelle posizioni di vertice.Dopo i primi mesi vissuti con entusiasmo, l’intesa tra Felleca e Massimo Nicastro, l’altro proprietario della squadra, si è incrinata. Sino a rendere impossibile la gestione della società.«Le vicissitudini di questa estate – ammette ora Felleca – mi hanno spinto a cedere. Se non avessi avuto a cuore il destino del Como non avrei mai venduto». Ma andare avanti così, fa capire, non era più cosa.I nuovi acquirenti? «Mi dicono che questo gruppo sia forte e solido», conferma l’ormai ex amministratore delegato azzurro. «Ma non chiedetemi che cosa farà. Non lo so». Di certo c’è che il bonifico per l’acquisto delle quote societarie è già arrivato in banca e che il prezzo finale del Como è stato di poco inferiore ai 2 milioni, debiti compresi.In sostanza, Felleca e Nicastro si sono ripresi quanto hanno speso in questi 20 mesi. «Non è stata sicuramente un’operazione lucrosa, abbiamo pensato al bene del Como».Ma prima di vendere, vi siete chiesti perché i nuovi padroni hanno voluto comprare? «Dalle informazioni che ho – dice il dirigente sardo – chi ha comprato non fa soltanto calcio ma anche Tv e altro nel mondo della comunicazione. Sono ricchi, e i soldi fanno sempre la differenza. Bisogna però attendere e capire». Per avere successo, si lascia andare Felleca, servono molte cose: «il supporto delle istituzioni, uno stadio nuovo o rinnovato, molti investimenti. Se si guarda la sola parte sportiva, Como non è una piazza adatta per chi vuole investire poco. Bisogna risalire le categorie molto rapidamente, creare una rete di merchandising, risollevare il settore giovanile. Servono capitali».I biglietti delle «mille persone al campo» o i piccoli sponsor, pure fondamentali, non bastano. «Tra i dilettanti, solo ogni mese si devono pagare 80mila euro di stipendi. E poi provvedere a tutto il resto». Il calcio non è un affare se non riesci a entrare nel giro dei diritti Tv. Se non riesci, cioè, ad arrivare almeno in B. Era questo l’obiettivo di Felleca, naufragato però per le incomprensioni con il socio. E per i costi troppo alti di un calcio senza più anima.

  • Colato: «Il pubblico torni a investire su Lario Tir. L’area non è più in grado di gestire le emergenze»

    Colato: «Il pubblico torni a investire su Lario Tir. L’area non è più in grado di gestire le emergenze»

    «LarioTir torni a rivestire il ruolo per cui era stato creato, con l’aiuto di tutti: enti territoriali e Società Autostrade». A lanciare l’appello è Giorgio Colato, presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) interprovinciale di Como e Lecco che interviene dopo l’ennesima mattina di passione sul fronte traffico con lunghe code per chi utilizza l’autostrada A9, ma a cascata anche in città. Sono le conseguenze della chiusura della dogana commerciale in Svizzera a causa delle nevicate oltre il Gottardo.I camion sono stati bloccati e alla riapertura di ieri mattina la circolazione era ancora in tilt con numerosi mezzi pesanti incolonnati per le operazioni doganali.Un’emergenza che soltanto in parte è stata gestita da Lario Tir, l’area di sosta realizzata nel 1994 a Lazzago, fortemente voluta da Camera di Commercio, Comune di Como e Provincia. Per anni, attraverso una convenzione questi stessi enti hanno contribuito alla gestione dell’area di sosta, poi c’è stato un progressivo ridimensionamento dell’intervento pubblico. Oggi la gestione è in mano ai privati.«Questa struttura oggi non è più in grado di rispondere alle emergenze perché la proprietà ha deciso di ridurre, legittimamente, la superficie destinata ai tir» dice Colato. «Negli anni – aggiunge – gli autisti sono cambiati e molti non sono disposti a pagare per la sosta e si fermano con i mezzi dove capita. Per fare quadrare i conti chi gestisce la struttura ha fatto altre scelte». Quindi Colato torna a chiedere una partecipazione maggiore da parte del pubblico in vista della firma, a giorni, della nuova convenzione. «Lario Tir è uno spazio fondamentale per gli autotrasportatori che possono sostare e riposarsi e, in caso di emergenza, per non intasare la viabilità – ha chiarito – dovrebbe tornare a offrire più servizi, per esempio con personale multilingue, ma soprattutto dovrebbe offrire prezzi calmierati o addirittura la sosta gratuita. La stessa Società autostradale dovrebbe farsene carico visto che i camion viaggiano sulla rete e l’area che sorge a ridosso del confine è a servizio della fluidità del traffico».«A breve ci sarà la firma della nuova convenzione di cui noi, come associazioni di categoria non conosciamo ancora il contenuto – conclude Colato – La nostra proposta è di tornare all’origine garantendo più aiuto alla città e a chi lavora».Una proposta che arriva, come detto, all’indomani dell’ennesima giornata di caos per gli automobilisti comaschi. Numerosi i mezzi pesanti incolonnati per le operazioni doganali. Molti automobilisti hanno quindi scelto di riversarsi sulla viabilità ordinaria con conseguenti rallentamenti tra Lazzago, Montano Lucino e poi in città e a Monte Olimpino.

  • Guerra delle multe, nuove proteste in Svizzera. Automobilisti elvetici contro i “solleciti” provenienti dall’Italia

    Guerra delle multe, nuove proteste in Svizzera. Automobilisti elvetici contro i “solleciti” provenienti dall’Italia

    La guerra delle multe tra Italia e Ticino si fa sempre più aspra. Il Corriere del Ticino, ieri in prima pagina, è tornato sull’argomento raccontando le storie dei cittadini elvetici multati in Italia e adesso “rincorsi” oltreconfine da società di recupero crediti.Una situazione che fa discutere. Anzi, a detta degli esperti intervistati dal quotidiano luganese, senza alcuna base giuridicamente sostenibile. Perché chi chiede il pagamento delle multe rimaste inevase – aggiungendo peraltro sostanziose sovrattasse – non avrebbe alcun diritto a procedere in tal senso.Ovvio che gli automobilisti e i cittadini svizzeri se ne lamentino. E si rivolgano al Touring Club Suisse per chiedere assistenza e per capire se sia meglio pagare le multe prese in Italia o infischiarsene bellamente.Una cosa è chiara: allo stato attuale non esiste una regolamentazione in tal senso.La Svizzera non fa parte dell’Unione Europea e ad essa non si possono applicare le normative comunitarie in materia di riscossione delle sanzioni amministrative.Lo spiega in modo chiaro il comandante della polizia locale di Como, Donatello Ghezzo, il quale ricorda come «il recupero del credito avviene con questo tipo di società in via stragiudiziale, senza atti esecutivi ma con solleciti di pagamento».Anche il capoluogo lariano ha stipulato un accordo «con una società che si occupa in una prima fase di recupero stragiudiziale – dice Ghezzo – ma è italiana». Il grande problema, conferma il comandante della polizia locale di Como, è la difformità di procedure e «la carenza di strumenti. Spesso c’è una evidente anti-economicità perché i nostri crediti, le multe, ammontano a poche decine di euro mentre un’azione legale può arrivare a costare anche migliaia di franchi».In ogni caso, Como ha avviato questo «progetto pilota» consegnando alla società di recupero credito 240 multe. «L’accordo prevede l’esborso di un compenso soltanto nell’ipotesi in cui la multa venga pagata. Abbiamo iniziato a ottobre e abbiamo già incassato qualcosa, i segnali sono positivi», conferma Ghezzo.La quantità di multe non pagate resta comunque molto elevata. «E a non tirare fuori i soldi non sono soltanto gli svizzeri o gli stranieri in generale, ma anche purtroppo moltissimi italiani», conclude il comandante di vigili del capoluogo.

  • Il Duomo rinnovato attende il Coro della Scala. Evento in diretta su Espansione Tv mercoledì

    Il Duomo rinnovato attende il Coro della Scala. Evento in diretta su Espansione Tv mercoledì

    Un Duomo di Como rinnovato attende il recital del Coro del Teatro alla Scala e del Coro di Voci Bianche dell’Accademia della Scala di Milano in programma il 10 aprile prossimo alle 20.30. Nei mesi scorsi la Cattedrale è stata interessata da importanti lavori di sistemazione dell’impianto di illuminazione. L’intervento ha previsto la sostituzione delle lampade finora in uso. L’impianto, infatti, realizzato nel 1996 per la visita di san Giovanni Paolo II alla Diocesi di Como, è stato giudicato tecnicamente valido e funzionante. L’adeguamento, dunque, riguarda solo i “punti luce”, che utilizzeranno tecnologia “a led”.In questo modo l’illuminazione, che a oggi vira sui colori del giallo-arancio, sarà bianca e offrirà una visualizzazione rinnovata. L’intervento è stato possibile grazie alla generosità di una benefattrice. L’impianto sarà acceso in anteprima e quindi inaugurato durante la veglia pasquale, celebrata dal vescovo Oscar Cantoni, alle 21. Altre due serate per ammirare il Duomo illuminato con il nuovo impianto saranno il 22 aprile alle 21.30 e il 25 aprile sempre alle 21.30.Intanto il Duomo si appresta come detto a vivere un importante momento di elevazione spirituale con il recital del Coro e del Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala di Milano che, con la direzione del maestro Bruno Casoni, eseguiranno un programma interamente consacrato alla musica del Novecento con le Litanies à la Vierge Noire di Francis Poulenc, il Requiem, Op.9 di Maurice Duruflé e la Missa Papae Pauli di Luciano Chailly. L’evento è promosso dalla Banca di Credito Cooperativo Brianza e Laghi. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. I primi due brani saranno trasmessi in diretta da Espansione Tv.Il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala sarà diretto da Marco De Gaspari. A Como nel “Requiem” di Duruflé si esibiranno il mezzosoprano Marzia Castellini, il baritono Marco Granata e il violoncellista Simone Groppo. Ulisse Trabacchin all’organo e Gianni Massimo Arfacchia alle percussioni completano il cast musicale.

  • Il pugilato per affrontare il   Parkinson.   Sul Lario un centro di riferimento mondiale

    Il pugilato per affrontare il Parkinson. Sul Lario un centro di riferimento mondiale

    Un importante riconoscimento per i comaschi Tiberio Roda e Paola Roncareggi, che da anni promuovono sul Lario il metodo Rock Steady Boxing, pugilato senza contatto per le persone colpite da Parkinson.A Oslo un corso di formazione per nuovi coach ha rappresentato un momento di incontro con i delegati della casa madre di Indianapolis, che hanno annunciato la designazione del sodalizio comasco “Master affiliate” per l’Italia. Di fatto la struttura di Ponte Lambro diventa la guida per il nostro Paese.«Siamo molto felici di questo riconoscimento – commenta Tiberio Roda, fondatore di Rock Steady Boxing Como Lake – In quattro anni e mezzo di lavoro abbiamo cercato di trasferire il messaggio attraverso tante iniziative: la partecipazione a eventi sportivi e di sensibilizzazione, la formazione di nuovi volontari, e la diffusione attraverso i media del metodo Rock Steady Boxing, la boxe senza contatto contro il Parkinson. Con questa designazione possiamo fare ancora di più: contribuire concretamente a diffondere il metodo in tutta Italia».«È un grande balzo in avanti – sottolinea Paola Roncareggi, cofondatrice del sodalizio – Quando nel 2014 Tiberio ed io ci siamo recati negli Stati Uniti per apprendere il metodo non c’erano altre opportunità di formazione per diventare coach. Con questa storica decisione la casa madre si apre al mondo e riconosce il lavoro di chi ha creduto in questo metodo, applicandolo sul proprio territorio, e offrendo speranza e supporto ai malati di Parkinson».Tra l’altro in occasione della Giornata mondiale del Parkinson, Rock Steady Boxing Como Lake apre le porte al pubblico nella sua sede di Ponte Lambro (alla palestra New Millenium). La sessione di allenamento serale di giovedì 11 aprile (19.45 – 21.15) sarà l’occasione per incontrare i pugili che già frequentano la palestra, i coach e tutto gruppo. Chi desidera informazioni sui benefici di questo allenamento, raccolti dalla viva voce dei protagonisti, può inviare un messaggio WhatsApp al numero 348.7252279.Un evento inserito in un 2019 che si annuncia decisamente intenso per l’associazione comasca. «La nostra priorità è permettere ai nostri pugili di vivere la miglior vita possibile, grazie ai benefici dell’esercizio fisico intenso e alla boxe senza contatto – afferma ancora Tiberio Roda – Abbiamo un gruppo ormai consolidato e molto affiatato di pugili e coach che lottano insieme per una migliore qualità della vita. È molto bello condividere questa sfida con altre persone e sentirsi uniti e motivati».Accanto all’attività ordinaria in palestra sono in cantiere diverse iniziative per far conoscere il metodo in Italia. «Il secondo obiettivo dell’anno è arrivare al maggior numero di persone possibile, grazie al coinvolgimento della stampa e dei mezzi di comunicazione – aggiunge Paola Roncareggi – Abbiamo in programma iniziative speciali per raggiungere i parkinsoniani che si nascondono, e invitarli a unirsi al nostro programma, che vede tra i benefici primari il miglioramento dell’umore e dell’equilibrio».Ma perché questa disciplina è considerata efficace? Diversi studi condotti negli anni ’80 e ’90 confermano l’importanza dell’esercizio fisico intenso nei malati, con benefici in termini di equilibrio, ampiezza di movimento, forza e ritmo. Studi più recenti, condotti alla Cleveland Clinic, suggeriscono che alcuni esercizi intensi possano svolgere una funzione neuroprotettiva, rallentando la progressione della malattia. Alcune università americane stanno documentando il miglioramento di qualità della vita proprio tra i pugili.

  • Lido di viale Geno: al Comune di Como sono pervenute due offerte

    Lido di viale Geno: al Comune di Como sono pervenute due offerte

    Si apre uno spiraglio di speranza per la gestione del lido di viale Geno. Al Comune di Como sono arrivate infatti due offerte per la riqualificazione dell’area, dopo la pubblicazione del bando per la concessione che comprende la gestione del bar, del ristorante e dello stabilimento balneare. La durata della concessione è di 20 anni e la base di gara per il canone annuo del compendio di 67mila euro.Chi si aggiudicherà la concessione del lido dovrà garantirne l’apertura per la stagione estiva 2019. Manifestazioni di interesse sono arrivate da parte di Euroseta Fashion e Cafè Fleurs. Soddisfatto l’assessore al Patrimonio del Comune Francesco Pettignano. «Sono contento che siano arrivate offerte per riqualificare il lido di viale Geno. Entro martedì si formerà la commissione che dovrà esaminare le due proposte».Questa stessa commissione si riunirà poi per scegliere il progetto migliore e affidare la concessione della struttura. L’obiettivo di Palazzo Cernezzi è avviare i lavori di ristrutturazione il prima possibile e trovare un nuovo gestore per l’inizio della stagione turistica.

  • Allarme cinghiali,  branchi di ungulati avvistati nei pressi del centro di San Fermo

    Allarme cinghiali, branchi di ungulati avvistati nei pressi del centro di San Fermo

    Grossi cinghiali vicino al centro abitato: succede a San Fermo, nell’area del Parco Spina Verde, dove un telespettatore di Espansione Tv ha documentato con un video e alcune foto la presenza degli ungulati nei boschi, nei pressi di via delle Busacce.«Alle 5 del mattino, quando esco per andare al lavoro, mi è capitato di trovarmi un cinghiale fuori dal cancello – racconta il cittadino – Circostanza che ovviamente mi ha impedito di uscire di casa. Gli ungulati girano a volte in solitaria, ma spesso ho visto correre sulla strada davanti alla mia abitazione un branco composto da circa 40 cinghiali».Quest’anno il Parco Spina Verde ha già provveduto alla cattura di 25 esemplari nell’ambito del piano triennale di gestione dei cinghiali.Il problema non sembrerebbe creato tanto dalla popolazione di ungulati all’interno del perimetro del parco, che viene monitorata con criteri scientifici da personale adeguatamente formato, ma dai cinghiali che vi accedono liberamente da altre aree della zona di confine tra Italia e Svizzera.Dal 2016 al 2018 il parco si è dotato di 5 gabbie-trappola per cinghiali e solo nel 2018 sono state allestite 18 postazioni di sparo. Sempre lo scorso anno si è anche provveduto all’allestimento di due recinti di cattura semi-mobili. Nel triennio sono stati prelevati quasi 300 capi. Ma considerato che la situazione «rimane critica dal punto di vista della conservazione degli habitat e dal punto di vista dei danni alle colture e alle strutture umane», come si legge nel piano di gestione 2019-2021, si proseguirà con un piano di prelievi programmati: nel solo 2019, si prevede di abbattere 60 adulti e 99 giovani cinghiali. La carcassa viene poi ceduta «a fronte di un corrispettivo monetario – si legge sul sito del Parco Spina Verde – oggetto di specifica contrattazione, ad idonea struttura commerciale che effettua le necessarie analisi veterinarie».Un problema, la presenza massiccia di cinghiali sul territorio, denunciato più volte non solo dai cittadini, ma anche dalle associazioni degli agricoltori, che lamentano danni alle colture. Ora si attendono risposte efficaci a livello nazionale, che mirino a modificare e semplificare la normativa in materia.

  • Domenica al Parco delle Groane: escursione fino alla Cascina Mordina e pranzo in compagnia

    Domenica al Parco delle Groane: escursione fino alla Cascina Mordina e pranzo in compagnia

    Una domenica nella natura con passeggiate, laboratori e racconti che fanno apprezzare la bellezza del territorio vicino a noi. Domenica 7 aprile, per festeggiare la primavera, il Parco Regionale delle Groane e della Brughiera invita grandi e piccoli alla Cascina Mordina di Mariano Comense. Si potrà partecipare all’escursione della mattina in Brughiera e, nel pomeriggio, negli spazi esterni alla Cascina Mordina, partecipare a un laboratorio durante il quale si costruiranno aquiloni con materiali di recupero.Sarà una domenica piena di sorprese e di iniziative organizzate dalle associazioni che da anni sono impegnate nella tutela dei boschi.Per chi partecipa all’escursione, il ritrovo è al parcheggio di via Porta Spinola a Mariano Comense alle ore 8:45. È possibile arrivare con le Ferrovie Nord scendendo alla stazione di Mariano Comense. La stazione è a 7 minuti a piedi. L’escursione della mattina in Brughiera sarà un momento importante per scoprire luoghi inediti. Si percorreranno i sentieri tra Mariano Comense, Meda, Cabiate e Lentate sul Seveso, i quattro comuni che, dal 1984, tutelano le aree verdi del Parco Regionale Groane – Brughiera. A conclusione della passeggiata, ci si sposterà alla Cascina Mordina e ai laghetti dove ci sarà un incontro istituzionale seguito dal pranzo.Si consiglia di parcheggiare l’auto lungo la stradina indicata come Cascina Cottina. A piedi si arriva alla Cascina con una bella e breve passeggiata che parte dai vari punti di ingresso al Parco (da Meda in via Varese, da Cabiate in via Monte Grappa) seguendo i sentieri segnalati del Parco Brughiera Briantea con destinazione “Laghetti della Mordina” o “Cascina Mordina”.