Imprese ticinesi più “sostenibili” dal punto di vista ambientale. E «territorio transfrontaliero» che ancora una volta si mostra «diverso per storia, cultura e contesto economico».Venerdì scorso sono stati presentati i primi risultati del progetto di ricerca condotto dall’Università Bocconi di Milano e dalla Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (Supsi) sulla “sostenibilità come fattore di competitività nel territorio transfrontaliero”. Il progetto – inserito in un più ampio lavoro di indagine e promosso anche in collaborazione con la Camera di Commercio di Como e Lecco, Confindustria Como e l’associazione svizzera per i Sistemi di Qualità e di Gestione (Sqs) – è stato finanziato dal quinto programma di cooperazione Interreg tra Italia e Svizzera.Con un campione di 525 imprese analizzate in Ticino e 354 nel comprensorio di Como e Lecco, la ricerca ha messo in evidenza come «il territorio ticinese abbia promosso con maggior efficacia», negli ultimi anni, «il tema della sostenibilità, anche grazie alla spinta delle autorità cantonali, alle scelte degli istituti di credito» che giudicano la sostenibilità un «fattore di maggior garanzia», e al «lavoro svolto dalle associazioni di categoria». Sul Lario, così come nel resto del Paese probabilmente, «la dimensione delle imprese media o piccola» ha scoraggiato l’affermarsi dello «strumento bilancio di sostenibilità», che risulta «meno diffuso». Sono invece presenti «strumenti quali i sistemi di gestione ambientale (Iso 14001)» o le «certificazioni ambientali di settore, riconosciuti nei bandi pubblici» e apprezzati dai consumatori finali. Insomma, la sostenibilità comasca è più legata alle «buone pratiche» e a qualche vantaggio competitivo sul versante della domanda, mentre quella ticinese appare più strutturale.Una sostenibilità, va detto, non soltanto ambientale in senso stretto, legata cioè a temi ormai diventati comuni quali il risparmio energetico, le emissioni di CO2, il consumo di materiali, la gestione dei rifiuti o i consumi idrici. Ma caratterizzata pure da passaggi “sociali”: valutazione del rispetto dei diritti umani lungo la catena dei fornitori, impegno anti-corruzione, economia circolare, protezione dei consumatori, formazione dei dipendenti, salute e sicurezza dei collaboratori. E persino donazioni o sponsorizzazioni a favore di eventi sportivi o culturali di carattere locale.Resta ovviamente scoperto il tema della legislazione del lavoro, molto più garantista in Italia che in Svizzera (in particolare se letta attraverso la lente del frontalierato).La domanda finale dello studio riguarda la possibile «identificazione di una strada comune da percorrere e di obiettivi da condividere». Su questo, la risposta è ancora incerta. La regione insubrica è sì una realtà “unitaria”, ma il profilo economico e giuridico dei due territorio resta al momento una barriera ancora insormontabile.
Categoria: Notizie locali
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Industria: Lombardia in ripresa (+0,2%), artigianato (-2,2%)
(ANSA) – MILANO, 13 MAG – In Lombardia il primo trimestre 2021 registra un nuovo lieve incremento congiunturale della produzione industriale (variazione congiunturale destagionalizzata +0,2%) e un rimbalzo tendenziale consistente (la variazione è del +8,7%). E’ quanto emerge dall’analisi dell’andamento economico di industria e artigianato nel primo trimestre 2021 realizzato da Unioncamere e Confindustria Lombardia. Queste dinamiche non riescono però a compensare il gap della produzione con il periodo pre-crisi, che è ancora inferiore del 2,3% rispetto alla media 2019. In contrazione la produzione delle aziende artigiane manifatturiere: -2,2% la variazione congiunturale destagionalizzata ma è più modesto il rimbalzo tendenziale (+5,5% la corrispondente variazione). In questo caso la distanza dal periodo pre-crisi è ancora più rilevante arrivando al -11,3%. “Nel primo trimestre 2021 la produzione manifatturiera lombarda recupera ancora per le imprese industriali, anche se a velocità ridotta, ma svolta in negativo per le artigiane”, affrma Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia. “In questa fase di ripartenza gli imprenditori devono affrontare ancora il trascinamento dei problemi legati alla crisi sanitaria”, afferma Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia. (ANSA).
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«La collina del San Martino è una giungla». Casati (Spina Verde) sogna il futuro dell’area
Non di soli parcheggi vive il Comasco. Da sempre gli abitanti del capoluogo sognano infatti di potere avere spazi verdi a disposizione, di poter passeggiare e correre in prati sconfinati senza muoversi troppo da casa.Ebbene, tutto ciò non rappresenterebbe un sogno ma una concretissima realtà, esistente per di più a soli pochi metri dal centro. Anche se a molti è poco noto, ciclicamente si torna infatti a discutere del futuro dell’immenso polmone verde che circonda gli edifici, in parte abbandonati e fatiscenti, dell’ex ospedale psichiatrico del San Martino. Una collina dove negli anni si sono insediati, una volta chiuso il manicomio, alcuni servizi di Asst Lariana e Ats, proprietari dell’area, e dove hanno sede associazioni di varia natura. Tutte attività che comunque rappresentano un vero granello di sabbia in un deserto verde, fatto di boschi, sentieri, piante esotiche e pozze effimere – ovvero delle zone umide dove proliferano piante, fiori e organismi particolari che tendono a prosciugarsi d’estate – che ormai il tempo sta sempre più fagocitando e rendendo inospitale perché non manutenuto. Ma che, da altrettanto tempo, a più riprese si cerca di restituire alla città. Ad oggi purtroppo tutto è fermo: oltre ai servizi citati e all’uso di parte dell’area come punto tamponi drive through durante l’emergenza pandemica.
Ma un fatto è certo: l’amministrazione capace di dare un futuro a questa prateria in larga parte incontaminata verrebbe ricordata a lungo, tanto quanto quella in grado di sistemare l’affaire Ticosa. Purtroppo però la dura realtà è ben altra cosa e anche l’ultimo tentativo di restituire alla città questo spazio si è infranto poco prima della pandemia. A fine 2018 e poi nel 2019 diversi soggetti – Parco Spina Verde, l’ex azienda ospedaliera Sant’anna, oggi Asst, l’Ats e l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste e il Comune di Como – si erano riuniti per condividere un piano di recupero e rilancio dell’area, dal nome #Ponteverde, che ambiva a intercettare fondi messi a disposizione dal bando Cariplo Capitale Naturale, che però «non siamo riusciti a ottenere – spiega il presidente del Parco Spina Verde, Giorgio Casati – Ma noi non demordiamo. Abbiamo infatti sempre il progetto pronto, la condivisione di Asst e Ats, da sempre collaborativi. Quindi siamo pronti a ripresentarci qualora ci fossero bandi ad hoc. Siamo inoltre vigili per cercare di ottenere, qualora ce ne fosse l’occasione, fondi regionali o europei dedicati. È un’area che deve essere restituita alla città, Una zona magica, con boschi, sentieri, dove sono cresciute e hanno proliferato piante esotiche. Un capitale naturalistico che va preservato, gestito e offerto alle persone».
Purtroppo però ad oggi l’incuria è presente in più parti. Alcuni punti del piano prevedevano di creare percorsi obbligati molto belli, sia sospesi su passerelle, sia a raso. Oltre alla possibilità di ammirare piante che sono dei «monumenti naturali, alte 30-40 metri. Si dovrebbe cominciare intanto con una bonifica della zona, un tracciamento di alcuni passaggi possibili e poi ovviamente andrebbe curato anche l’aspetto della sicurezza. Se infatti in accordo con i proprietari e con il Comune si studiasse l’opportunità di aprirlo in certe fasce orarie, ci vorrebbero delle persone addette alla sicurezza. Un primo intervento sarebbe realizzabile con 200mila euro di fondi e noi della Spina Verde ci metteremmo il nostro lavoro».
Anche il Comune fu parte del progetto. «Purtroppo siamo fermi ad allora. Altro non vedo di possibile all’orizzonte. Ma se il Parco Spina Verde dovesse riproporlo saremo al loro fianco come in passato. Capisco la volontà e il desiderio di potersi riappropriare dell’area ma ad oggi non ci sono, mi sembra, possibili sbocchi», ha spiegato l’assessore all’Ambiente di Palazzo Cernezzi, Marco Galli. Il futuro dunque rimane molto nebuloso. La speranza rimane sempre che qualcosa possa sedimentare al San Martino e non tramontare come ad esempio il sogno cullato per alcuni mesi di realizzare un campus universitario, poi svanito. «Oggi quella collina è una giungla – conclude Casati – Pensiamo a una riqualificazione del verde, senza però trasformarlo in un parco ma mantenendo le caratteristiche di bosco. Un primo punto di partenza su cui poi magari costruire». Nella speranza che anche il San Martino non rimanga un’eterna incompiuta come l’area della vecchia Ticosa.
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Laura Negretti torna in scena al Sociale con le sue eroine
Un ritorno e una ripartenza che emozionano. Il 7 maggio Laura Negretti è in scena al Sociale di Como in piazza Verdi a partire dalle 20 con lo spettacolo “Di sabbia e di vento” insieme con l’attore Alessandro Baito. Il tema è la discriminazione e la disparità tra i generi, quantomai attuale, raccontato attraverso esempi storici come Giovanna d’Arco, mandata al rogo come eretica nel XV secolo, perché aveva semplicemente scelto di combattere come un uomo, vestita come un uomo, per quello in cui credeva a Camille Claudel colpevole, quattro secoli dopo Giovanna, di essere una grandiosa scultrice in un’epoca in cui le donne potevano al massimo dipingere graziosi acquerelli. Per arrivare al XXI secolo dove il desiderio di maternità può costare la perdita del lavoro. «Dopo i mesi bui della chiusura dei teatri è una emozione fortissima ripartire con una lunga tournée proprio dalla mia Como – dice Laura Negretti – L’agenda arriva fino a metà settembre. La pièce racconta di donne che lottano, che non smettono di sperare. Io di certo ho sempre scelto di non distogliere mai lo sguardo dalla luce in fondo al tunnel».
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Lunedì su Espansione Tv il ricordo di Karol Wojtyla e della sua visita sul Lario
Il 18 maggio 1920 nasceva Karol Wojtyla, futuro papa Giovanni Paolo II. Per ricordare la figura di papa Wojtyla, lunedì 18 maggio, alle ore 19, la trasmissione “Angoli”, in onda su Espansione Tv e condotta da Dolores Longhi, avrà in collegamento come ospite il vescovo monsignor Oscar Cantoni, che traccerà un ricordo del pontefice.A seguire, alle ore 20, dopo il telegiornale, Espansione Tv manderà in onda il documentario “Il papa tra noi” girato in occasione della visita che Karol Wojtyla fece a Como, nella foto. Papa Giovanni Paolo II, il 4 e 5 maggio 1996, fece tappa al Don Guanella, celebrò la Santa Messa in Duomo e poi fu accolto da una folla immensa per la Messa nella grande piana di Lazzago. Una due giorni che fu ripresa e trasmessa integralmente da Espansione Tv.
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Il tesoro delle monete di Como raccontato su YouTube
I vari livelli dello scavo, venuti alla luce strato dopo strato, a ritroso: strutture di funzione pubblica di epoca romana, probabile sede dell’erario, e dopo il monastero medievale di Sant’Anna, e poi strutture residenziali, poi un teatro, il mitico Cressoni e ora un altro edificio residenziale in via di realizzazione.E in mezzo, una scoperta epocale.I piedi affondati nel fango e nell’acqua di falda che continua a risalire. Il lago non dista poi molto. E poi il paziente lavoro di documentazione, restauro e datazione, l’antica scienza dell’archeologia fatta di conoscenze storiche approfondite ma anche competenze tecniche particolari. Se qualcuno è appassionato della città fondata da Giulio Cesare 2080 anni fa e vuole diventare Indiana Jones oltre ai film con Harrison Ford può guardare YouTube (l’indirizzo è www.youtube.com/watch?v=eTQFdrfXkhA) e immergersi nell’avventura che ha portato alla scoperta del “Tesoro di Como”, ossia il patrimonio di monete d’oro romane del V secolo dopo Cristo che è da ritenersi una scoperta di primaria importanza non solo per il Nord Italia ma per il Paese. In attesa di vedere alcune delle monete esposte al Museo Giovio di piazza Medaglie d’Oro dobbiamo dire grazie al Festival della cultura classica, edizione nazionale a cura dell’Associazione Italiana Cultura Classica, la cui delegazione locale con sede al liceo Volta ha acceso i riflettori con una conferenza online, ora disponibile in rete, sull’attualità degli studi archeologici in città parlando appunto del tesoro aureo con le sue massime esperte. Ossia Barbara Grassi e Grazia Facchinetti, funzionarie della Soprintendenza Archeologica.Nel video raccontano ogni particolare dello scavo e della scoperta, le varie ipotesi interpretative e lo stato dell’arte delle ricerche sia sul fronte dell’archeologia che su quello della numismatica.Il filmIntanto oggi alle ore 11 saranno presenti nella biblioteca Borsellino di Como i ragazzi dell’Isis Paolo Carcano che hanno realizzato le immagini animate per il documentario “L’ultimo bagliore di un impero” scritto e diretto da Paolo Lipari e dedicato alla Como dell’epoca delle monete che sarà visibile dalle ore 18 di domani sul canale YouTube del Comune di Como e sulle pagine Facebook dei Musei Civici di Como e della Biblioteca Paolo Borsellino).
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Lo scrittore Casaura al consolato del Perù
La trilogia di Giovanni Casaura
Giovanni Casaura
Venerdì 26 gennaio, il Consolato Generale del Perù a Milano in via Fabio Filzi 23 alle ore 18 ospiterà lo scrittore comasco Giovanni Casaura per la presentazione diUn giorno come un altro, diIluminadaeFelicidad, ossia i romanzi della sua ultima trilogia Voci di donne. Parteciperanno all’evento Il Console Generale del Perù a Milano, l’Ambasciatore Ricardo Morote, la professoressa Marina Doria e l’autore, Giovanni Casaura. La trilogia Voci di donne, ambientata prevalentemente in Perù, ha come protagoniste donne (madre e figlia) di una famiglia peruviana che attraverso le loro esperienze di vita, spesso amare, rappresentano uno spaccato della società del Perù, Paese ricco di storia e di umanità. Nei romanzi si configura gradualmente uno straordinario affresco della condizione femminile in un ambiente difficile, a volte degradato. L’autore è nato a Ruviano e vive a S. Fermo della Battaglia. Ha insegnato a Como al Liceo Classico “Volta” e ha diretto il Liceo annesso al Conservatorio. La nuova trilogia “Voci di donne” analizzando i fatti fondanti della vita umana e le relative profonde motivazioni ha al centro le vicende di personaggi femminili di una famiglia del Perù. Proprio la centralità nell’esperienza esistenziale umana della famiglia, forse l’unico baluardo di difesa contro gli strali del destino, è uno dei temi del trittico in un contesto “di confine” come l’ex impero Inca, a sua volta territorio di sanguinosi riti di passaggio della storia e luogo in qualche modo simbolico della vita come esperienza del margine, del dialogo non sempre equanime e sereno ma necessario e dettato dal destino, tra entità diverse, tra luce e ombra, tra bene e male. L’ingresso è libero e gratuito. Per riservare un posto a sedere occorre però scrivere una mail a consulado@conpermilan.com indicando l’oggetto: “VOCI DI DONNE” e il proprio nome. Lo scorso aprile, Casaura con i suoi romanzi è stato protagonista di un incontro letterario al Consolato Generale del Perù a Roma a cura dell’associazione “Peruanos en Italia” con il patrocinio istituzionale dello stesso Consolato Generale.
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L’ultimo saluto della mamma a Sharon: «Ti ho vissuta poco, ma mi hai cambiata»
«Ti ho vissuta poco, ma anche solo quel poco mi ha cambiata e non smetterò mai di ringraziarti, Sharon. Il nostro non sarà mai un addio. Ti voglio bene».Mamma Silvia ha dedicato un messaggio alla figlia ieri, nel giorno dell’ultimo saluto alla bimba di 18 mesi morta esattamente quattro mesi fa uccisa, secondo l’accusa, dal giovane a cui la mamma l’aveva affidata per andare al lavoro.«Non smetterò mai di pensare a quel brutto giorno – scrive Silvia – Ancora oggi non riesco a crederci. Una persona che sembrava volerti bene si è rivelato tutt’altro».Il riferimento è a Gabriel Robert Marincat, 25 anni, ex compagno della donna, arrestato per la morte di Sharon e accusato di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale.È stato questo l’unico riferimento all’uomo in un giorno di silenzio e dolore, dedicato solo al ricordo di Sharon. Tante persone si sono strette attorno a mamma Silvia e ai suoi familiari, che da quattro mesi aspettavano almeno di poter celebrare il rito funebre nella chiesa parrocchiale di Cabiate, a pochi passi dalla casa in cui Sharon viveva con la mamma, vicino ai nonni.Sul piazzale della chiesa, l’uscita della piccola bara bianca è stata accompagnata dal lancio di palloncini e da un applauso che è diventato un abbraccio a Sharon e alla sua famiglia. «La realtà mi ha crudelmente fatta precipitare in una tragedia che dovrò affrontare con tutte le forze che ho – ha concluso la madre nel suo messaggio – Ma so che non sarò mai sola perché ci sarai tu che mi guiderai in ogni mio passo. Ora che sei in cielo cerca di proteggere me, la mia famiglia e chi ti ha voluto bene veramente. Il nostro non sarà mai un addio».
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Automobili “fantasma” sequestri a Como
“Ghost cars”, macchine fantasma. Quasi quattrocento auto, per un valore di 3 milioni di euro, tutte intestate a un’unica persona, utilizzate per compiere furti, borseggi, rapine, spaccio, truffe alle assicurazioni. I carabinieri di undici province d’Italia, compresa Como, stanno effettuando il sequestro preventivo dei veicoli, come disposto dal Tribunale di Milano.
L’operazione va anche oltre i confini nazionali. È stata infatti attivata la collaborazione internazionale di Europol per il sequestro di 25 vetture in Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Bulgaria, Romania e Svizzera. L’operazione dei carabinieri sta interessando in tutto 386 veicoli.
Al momento, l’unica persona indagata è il prestanome che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, in cambio di poche decine di euro accettava di intestarsi le auto attraverso agenzie di pratiche auto della provincia di Milano. Le macchine venivano poi utilizzate soprattutto da rom o immigrati nordafricani. La testa di legno, un 28enne italiano, è stato denunciato.
L’indagine è partita da Venezia, dai controlli su alcune auto utilizzate per commettere reati.
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Blocco operatorio, interventi al Valduce ultimati
È stata conclusa la ristrutturazione del blocco operatorio al secondo piano dell’Ospedale Valduce di Como. Le nuove strutture verranno presentate alla stampa sabato prossimo: nel frattempo, sono stati anticipati i contenuti complessivi dell’intervento. Sono state completamente ristrutturate due sale operatorie (con le rispettive sale preparazione paziente), una sala risveglio, uno studio per i medici, un box office caposala, un locale relax, due spogliatoi, un locale deposito materiale e un locale tecnico.
I lavori sono iniziati ad agosto dell’anno scorso e sono durati 9 mesi, proseguendo anche durante la seconda ondata della pandemia, che non ha agevolato la gestione dell’ospedale. Durante il cantiere le attività operatorie sono state concentrate nelle due sale del terzo piano.
Il rinnovamento ha interessato sia la parte architettonica, sia il comparto impiantistico e tecnico, ed è costato un milione e mezzo di euro, interamente a carico della congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata, che gestisce l’ospedale. Il primo intervento chirurgico nei nuovi spazi si è concluso lunedì.A regime, le due sale operatorie lavoreranno 12 ore al giorno su due turni.