Categoria: Sport

  • Giro di Lombardia sul Lario. Una giornata di festa e passione all’insegna dello sport: folla in città e lungo il percorso

    L’ultimo era stato Hennie Kuiper nel 1981. Prima di lui si era imposto Jo De Roo nel 1962 e nel 1963: per la quarta volta sul gradino più alto del podio al Giro di Lombardia è salito un corridore olandese.A trionfare sul traguardo di piazza Cavour è stato Bauke Mollema, classe 1986, di Groningen, un buon corridore, a guardare il suo curriculum, sicuramente non un favorito per la vittoria finale.«Era il mio giorno» ha commentato alla fine Mollema, ciclista che ha sempre ottenuto buoni piazzamenti nelle “classiche”, ma che mai era salito sul gradino più alto del podio. L’olandese, tradizione ormai consolidata per il “Lombardia” a Como, è giunto da solo sul traguardo. Lo scatto decisivo sulla salita di Civiglio, con i grandi favoriti della corsa che hanno indugiato e alla fine si sono lanciati vanamente al suo inseguimento. Mollema si è imposto con 16’’ sull’iridato 2018 Alejandro Valverde, sulla maglia gialla del Tour Egan Bernal Gomes e su Jacob Fuglsang, quest’anno primo alla Liegi-Bastogne-Liegi. Settimo lo sloveno Primoz Roglic, uno dei grandi favoriti della vigilia.Male gli italiani, Il primo è stato Giovanni Visconti, 17°. Delusione per Vincenzo Nibali, crollato nel finale e giunto 55° al traguardo di piazza Cavour, dove aveva trionfato nel 2015 e nel 2017, a 6’02’’ da Mollema, una posizione dietro il belga Philippe Gilbert, migliore al “Lombardia” nel 2009 e 2010.«Dopo il mio attacco il vantaggio è aumentato velocemente, forse dietro si sono guardati un po’ troppo – ha detto Bauke Mollema – Sapevo che sarei passato per primo sul Civiglio poi quando ho sentito di avere ancora 20’’ di vantaggio ho capito che avevo buone possibilità di vincere. Conoscevo bene la discesa e ho provato a spingere a tutta fino al traguardo. L’ultima salita della Valfresca non è stata troppo dura».«A un certo punto ho intravisto Roglic alle mie spalle ma era ancora lontano – ha concluso – Conquistare una Classica Monumento è un ottimo modo per finire la stagione, anche per la mia squadra, la Trek-Segafredo, che pochi giorni con Mads Pedersen ha conquistato il titolo mondiale. Inoltre i miei genitori erano qui a Como e tutto è stato ancora più speciale».Sul podio, alle spalle di Mollema, un bel confronto generazionale. Alejandro Valverde è stato l’unico atleta nella storia ad ottenere un podio al “Lombardia” a più di 39 anni d’età. Il precedente record per il podio più anziano al Lombardia apparteneva a Franco Bitossi: terzo nel 1977 a 37 anni e 37 giorni.Bernal si è invece piazzato terzo a 22 anni e 272 giorni. Per trovare un altro atleta più giovane sul podio bisogna andare indietro di undici anni, al 2008, quando il suo connazionale Rigoberto Uran chiuse al terzo posto a 21 anni e 265 giorni.Como e il suo territorio hanno come sempre accolto con grande passione i corridori in gara. Sul Muro di Sormano i protagonisti del “Lombardia” sono saliti tra due ali di folla.Pubblico delle grandi occasioni anche sul Ghisallo, dove ieri è stata una giornata di festa al Museo del Ciclismo, con il dono di una bici appartenuta a Vito Taccone e l’inaugurazione della sezione dedicata allo sport paralimpico. In mattinata al Santuario era stata celebrata una messa in ricordo dei corridori scomparsi.Folla anche in città, non soltanto nella zona dell’arrivo, ma anche sulle strade che, dopo il passaggio dalla Lariana, hanno portato al Colle di Civiglio e all’ultima ascesa della Valfresca.Una giornata chiusa con la sempre suggestiva cerimonia di consegna del Premio Vincenzo Torriani. Allo Yacht Club hanno ricevuto il riconoscimento Fausto Coppi, figlio del “Campionissimo”, la ciclista Letizia Paternoster e il giornalista Auro Bulbarelli. Premio speciale “De Martino” a Marino Vigna.

  • Briantea, doppio assalto alla    Supercoppa. Prima squadra e giovani in campo domani a San Marino

    Briantea, doppio assalto alla Supercoppa. Prima squadra e giovani in campo domani a San Marino

    Parte ufficialmente la stagione italiana di basket in carrozzina 2019-2020 con la Briantea84 di Cantù subito protagonista.Domani, infatti, al Multieventi SportDomus di San Marino, è in calendario il doppio appuntamento che inaugura l’annata delle squadre di club. Alle 9.30 si assegna la Supercoppa Italiana Martin Mancini tra le squadre giovanili di Studio 3A Millennium Basket di Padova (campione d’Italia in carica) e UnipolSai Briantea84 Cantù. A seguire, la Supercoppa Italiana Senior tra i campioni d’Italia del Santo Stefano Avis e la vincitrice dell’ultima Coppa Italia, ancora la Briantea.Sulla prima squadra che si prepara ad affrontare la nuova stagione il presidente Alfredo Marson dice: «Siamo consapevoli di aver costruito il miglior gruppo per poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. I nuovi arrivati daranno sicuramente un contributo alla crescita comune, ognuno nelle sue massime potenzialità».«Domenica inizierà la nostra nuova stagione, la squadra è al lavoro da tre settimane per preparare questo importante appuntamento – aggiunge Marson – Vogliamo toglierci tantissime soddisfazioni e per farlo saranno necessarie le qualità di ogni singolo componente della nostra società».Prima squadra ma non solo. Come detto, la formazione Junior ripartirà da San Marino dove si disputerà la dodicesima edizione della Supercoppa Martin Mancini.Di fronte Padova – campione d’Italia in carica – e i biancoblù, vicecampioni d’Italia e detentori delle ultime due Supercoppa, conquistate nel 2017 e nel 2018. I biancoblù andranno a caccia del terzo trofeo consecutivo dopo gli ultimi due vinti contro i Bradipi Dozza Bologna.«Ci stiamo preparando a questo appuntamento al meglio delle nostre possibilità – hanno commentato Marco Tomba e Carlo Orsi, sulla panchina della Briantea Junior coadiuvati da Anna Serra – Nonostante alcune assenze per infortuni, siamo tornati sul parquet con determinazione dopo lo stop di quattro mesi. Quella di domenica sarà la terza finale consecutiva di Supercoppa a San Marino, ma come ogni volta ci sarà da sciogliere la solita tensione per la prima partita stagionale».«Ci giocheremo il trofeo contro la squadra che ci ha battuto nella Final Four conquistando lo scudetto 2019 – aggiungono i tecnici del team canturino – Sappiamo che Padova arriverà a San Marino con grande motivazione, visto che è alla sua prima esperienza nella competizione. Sarà un bel confronto: chi vorrà conquistare la coppa dovrà mettere sul parquet il massimo delle potenzialità».

  • Cantù attende Trento e l’ex Brienza. Pancotto: «La squadra deve crescere:  serve un passo in avanti importante»

    Cantù attende Trento e l’ex Brienza. Pancotto: «La squadra deve crescere: serve un passo in avanti importante»

    Quarta sfida di campionato, domani, per la Pallacanestro Cantù, che alle 18.30 a Desio affronta l’Aquila Trento, formazione allenata dall’ex Nicola Brienza, nella foto, fino allo scorso anno allenatore dell’Acqua San Bernardo.Ieri la presentazione della gara con coach Cesare Pancotto, che certo non può essere completamente soddisfatto. La sua squadra è reduce da due stop consecutivi, giunti dopo l’unica vittoria finora conquistata in questa stagione, alla prima giornata in trasferta a Brindisi.«Anzitutto dobbiamo conquistarci la salvezza e per riuscire a raggiungere questo obiettivo dovremo lottare ogni singola gara – ha detto il tecnico di Cantù – Che il campionato sarebbe stato difficile lo sapevamo fin dall’inizio, ora ne siamo ancor più consapevoli. Per affrontarlo, però, dobbiamo giocare con grande durezza mentale: è necessario fare un passo importante in avanti, di livello, cambiando ritmo e acquistando più durezza fisica durante la partita, oltre che mentale».«La squadra in questo momento necessita di una crescita – ha aggiunto – che deve essere supportata dalla capacità di reagire alla prima spallata degli avversari. Per riuscirci occorre avere concentrazione e continuità. Tutto questo ci porterà sicuramente a commettere meno errori».Quindi, quali gli obiettivi della formazioni brianzola in questa fase: «Uno in difesa e uno in attacco – ha spiegato Pancotto – In difesa dovremo abbassare le percentuali al tiro di Trento, specialmente all’interno dell’area; mentre in attacco dovremo riuscire ad aumentare le nostre percentuali».Pancotto si è poi soffermato sugli avversari. «Della Dolomiti non temo nessun giocatore in particolare ma io e la mia squadra abbiamo grande rispetto per ognuno di loro». Poi su Brienza ha detto: «È un tecnico in rampa di lancio che ha fatto buone cose a Cantù. L’importante chiamata di Trento avvalora l’ottimo percorso che ha svolto nel corso della passata stagione».In conclusione Cesare Pancotto si è soffermato sul pubblico canturino: «Non ci ha mai fatto mancare la spinta e in questo Cantù sa essere davvero una piazza unica, perché è in grado di ben individuare i momenti più delicati. Adesso, però, tocca a noi: dobbiamo restituire questo entusiasmo, giocando domani a Desio una partita importante».

  • Cantù rialza la testa: superata l’Aquila Trento dell’ex Brienza

    Cantù rialza la testa: superata l’Aquila Trento dell’ex Brienza

    Cantù ritrova il sorriso. Dopo due brutte sconfitte, la squadra brianzola ieri sera si è imposta nella gara interna con Trento per 78-72. Per l’Acqua S.Bernardo è la seconda affermazione stagionale dopo quella all’esordio a Brindisi.

    Deluso l’ex Nicola Brienza, ora tecnico dei trentini: “Faccio i complimenti a Cantù, che ha giocato con grande intensità. Noi dovremo essere mentalmente più pronti e più cattivi per vincere nelle trasferte”.

    “Una affermazione meritata – sono state le parole di Cesare Pancotto (Cantù) al termine – Nel finale siamo andati in difficoltà ma ho apprezzato l’atteggiamento della squadra che, seppure sotto pressione, e commettendo qualche errore di troppo, non ha perso la testa e ha ottenuto una vittoria che segna un passo importante nella nostra crescita”.

  • Ciclismo, luoghi di culto nel territorio. Qualche suggerimento per la loro valorizzazione

    Ciclismo, luoghi di culto nel territorio. Qualche suggerimento per la loro valorizzazione

    Luoghi di ricordo di momenti importanti, di eventi e strade entrate nella storia del ciclismo. Il punto di riferimento può essere il Muro di Sormano, che qualche anno fa è stato oggetto di un importante restauro. Sulla strada, utilizzata sabato scorso dal Giro di Lombardia, sono stati messi una serie di riferimenti: la lunghezza del percorso, l’altitudine, le frasi dei ciclisti più famosi riferiti allo stesso Muro, i loro riscontri cronometrici. Non mancano anche le indicazioni sui monti della zona che si vedono dalla ripida strada (che ha una pendenza massima di circa il 25%).Alla conferenza stampa di presentazione del “Lombardia” a Como, il giornalista Dino Merio ha proposto di intitolare la discesa del Colle di Civiglio a Vincenzo Nibali, che su quel tratto ha costruito le sue vittorie in solitaria nella “classica” nel 2015 e nel 2017.A questa idea se ne potrebbero aggiungere altre. Per esempio un riferimento allo stadio Sinigaglia sui fasti dell’impianto quando ospitava la pista di ciclismo. Sul quel velodromo hanno vinto personaggi del calibro di Eddy Merckx, Fausto Coppi e Felice Gimondi. Perché non trovare un modo per ricordare quell’epoca? Anche una semplice targa, compatibilmente con quelli che sono i progetti del futuro che riguardano la completa ristrutturazione dello stadio.Lo stesso Como 1907 non è insensibile all’argomento. In molti ricordano che la scorsa estate, quando furono proposti ai tifosi i kit delle nuove maglie per la stagione 2019-2020, una prevedeva elementi di colore rosa, in omaggio al Giro d’Italia e alla storia ciclistica vissuta al Sinigaglia, prima che venisse dismessa negli anni ’70.C’è anche una ulteriore proposta che a più voci è stata avanzata e che presto potrebbe diventare concreta grazie all’interessamento delle istituzioni locali. L’ipotesi da portare avanti si ispira a quanto avviene sulle ascese in Francia. Verso l’Alpe d’Huez ogni tornante viene dedicato ad un campione.In altri luoghi sono state poste una serie di pietre miliari con una serie di riferimenti sia sulla strada sia dedicate corridori che lì hanno scritto imprese epiche.L’idea, dunque, è di fare la stessa cosa sulla salita che porta al Ghisallo, sia con indicazioni per gli amatori, sia nel ricordo di grandi del passato, lontano e recente, che proprio partendo da quel tratto sono poi andati a vincere il Giro di Lombardia. Due nomi su tutti, Fausto Coppi, nella foto, e, più recentemente, Paolo Bettini.

  • Bertoli, trasferta in Colombia per insegnare il calcio italiano

    Bertoli, trasferta in Colombia per insegnare il calcio italiano

    Trasferta in Colombia, a fianco dell’ex tecnico del Como Ernestino Ramella, per l’allenatore lariano Moreno Bertoli, 57 anni. Nella città di Medellin, Bertoli e Ramella hanno insegnato calcio, con metodi italiani, ai giovani atleti della Soccer Academy.Una trasferta di una settimana che il comasco ha decisamente apprezzato: «Una bella esperienza – commenta – un’occasione per fare nuove conoscenze nel mondo dello sport a livello internazionale. Ho trovato grande fame di calcio e ragazzi con cui bisognerebbe proseguire il lavoro di formazione. Positivo anche il confronto in un torneo di calcio con altre realtà del Sud America».Originario di Bizzarone, Bertoli qualche anno fa era salito agli onori delle cronache sportive per un gesto di fair play – segnalato dal nostro giornale – che poi fu premiato dal Panathlon di Como, all’epoca presieduto da Patrizio Pintus. L’allora allenatore dei Giovanissimi del Varese durante una partita a Bizzarone fece sbagliare un rigore a un suo giocatore per tutelare l’arbitro.Il direttore di gara, Alessandro Galparoli, classe 1995, era infatti al suo esordio e dopo la concessione del penalty la tensione, sugli spalti era salita alle stelle. Con quell’errore voluto gli animi si calmarono.Da sempre interista, Moreno Bertoli si tolse la soddisfazione di essere premiato assieme a Javier Zanetti, storico capitano dell’Inter, che quel giorno aveva ricevuto un riconoscimento alla carriera.

  • Como, tris di match in una settimana.  Banchini: «Penso solo al Pontedera»

    Como, tris di match in una settimana. Banchini: «Penso solo al Pontedera»

    Un avversario tutt’altro che malleabile, al di là del nome che magari ai tradizionalisti del calcio non darà grandi emozioni.Domani alle 15 allo stadio Sinigaglia è atteso il Pontedera, formazione toscana che attualmente occupa la terza posizione in classifica alla pari con l’Alessandria e che è reduce dalla vittoria, nel posticipo di lunedì, nel derby contro la Pistoiese.I lariani, dal canto loro, domenica hanno pareggiato sul terreno dell’allora seconda in graduatoria, l’Alessandria, e arrivano carichi al match valido per il decimo turno in serie C, che apre un trittico intenso, che prevede mercoledì 23 la trasferta di Carrara e domenica 27 il derby lariano contro il Lecco allo stadio Sinigaglia, che è segnato in rosso sul calendario anche per ragioni di ordine pubblico.Ma mister Marco Banchini, che ieri ha presentato l’incontro, preferisce evitare discorsi a lungo raggio. «Non sono abituato a pensare a tre partite – ha detto – e così deve fare la squadra. Nella nostra mente c’è soltanto la gara di domani contro il Pontedera. Una squadra con molti giovani, ma che hanno buona esperienza in serie C e che sono abituati da anni a giocare insieme. Un interlocutore tutt’altro che semplice da affrontare, come dimostra la sua positiva classifica».«Il terzo posto dei toscani per quanto mi riguarda non è una sorpresa – ha aggiunto Banchini – proprio perché alle spalle di tutto c’è una società solida che ha puntato sulla programmazione».L’allenatore del Como è soddisfatto per l’atteggiamento che la sua squadra ha mostrato nella partita di Alessandria. «Per me era una prova importante perché dovevamo mostrare il nostro valore contro una squadra molto forte e su un campo caldo. La prestazione del Como mi ha sicuramente soddisfatto: alla fine avremmo anche potuto vincere».«Ovvio che dai miei continuo ad attendere di volta in volta miglioramenti – ha specificato l’allenatore del Como – Per esempio, quando le situazioni non cambiano, servirebbe più spesso uno spunto individuale per far girare la partita a nostro favore, quella qualità che può essere decisiva in determinati frangenti».Sul fronte degli infortuni ieri hanno ripreso ad allenarsi il difensore Luca Crescenzi e il centrocampista Francesco Marano, che però non partiranno nell’undici titolare, considerando le poche sedute che hanno svolto dopo il match di Alessandria. «Ma non mi va di parlare di questo argomento – ha concluso Banchini – perché non voglio scuse o alibi: chi scende in campo deve sentirsi responsabilizzato, chi c’è deve fare bene».

  • Il presidente federale  Petrucci domenica ospite al PalaDesio per Cantù-Trento

    Il presidente federale Petrucci domenica ospite al PalaDesio per Cantù-Trento

    Il presidente della Federbasket Gianni Petrucci sarà ospite della Pallacanestro Cantù domenica prossima, in occasione della gara interna contro l’Aquila Trento dell’ex Nicola Brienza, in programma alle 18 al PalaDesio. Per l’occasione la società brianzola ha deciso di invitare tutte le formazioni giovanili del territorio.I piccoli cestisti avranno tra l’altro la possibilità di scattare una foto di gruppo insieme a Petrucci, che, oltre a presenziare alla partita, dedicherà qualche momento della sua trasferta alle nuove leve della palla a spicchi.Un “Basket Day”, che vedrà coinvolte attivamente le formazioni giovanili di Cantù, che, nell’intervallo lungo di Acqua S.Bernardo -Aquila Trento, entreranno in campo per sfilare davanti al pubblico, per presentarsi e dare ufficialmente inizio alla stagione sportiva 2019-2020.«Sarò presente con piacere domenica al PalaDesio – ha commentato il presidente Petrucci, che nel corso degli anni non ha mai nascosto la sua stima per il club brianzolo – perché Cantù è da sempre un esempio nel basket, per storia e prestigio».«Sarà una giornata interamente dedicata alle squadre giovanili, un tema sul quale Cantù si è sempre espressa ad alti livelli, oltre a essere tra le primissime a investire sul vivaio – ha aggiunto – Per noi, ovviamente anche in ottica Nazionale, tutto questo è davvero importante. Sarà l’occasione, inoltre, per conoscere da vicino anche tutta la nuova dirigenza: di questo sono felice perché il club ha intrapreso un nuovo corso».

  • Lario, il distretto del ciclismo: lo sport del pedale ha un ruolo di eccellenza sotto ogni profilo

    Lario, il distretto del ciclismo: lo sport del pedale ha un ruolo di eccellenza sotto ogni profilo

    La provincia di Como come un grande impianto sportivo e come un vero distretto per il ciclismo. Lo dice la storia, recente e più lontana, dello sport del pedale. L’interrogativo è se – al di là di singoli e eventi o di luoghi che chiamano a raccolta gli appassionati e gli stessi professionisti – istituzioni locali, economiche e sportive non debbano ragionare in maniera strutturale per valorizzare un patrimonio unico.Nella vicina provincia di Varese, ad esempio, dove sono passati i Mondiali di ciclismo del 2008 vi sono monumenti all’interno delle rotatorie, cartelli che ricordano quell’evento e che fanno da riferimento a chi passa in bici su quelle strade.Sul Lario, invece, capita che transitino per ovvi motivi una lunga serie di tour turistici, con amatori che arrivano da tutto al mondo in viaggi organizzati. Basta parlare con i promoter che li accompagnano per sapere che i luoghi ciclistici comaschi vengono visti di passaggio, ma poi si tende a spostarsi per il soggiorno in Valtellina, nel Milanese, nel Varesotto o nella provincia di Monza-Brianza.Persone che bisognerebbe invece “bloccare” sul Lario, come nel caso della recente Gran Fondo “Il Lombardia”, andata in scena domenica scorsa. In molti hanno deciso di fermarsi non solo per il weekend che comprendeva anche il Giro dei Professionisti, ma anche per un periodo più lungo. Nelle ultime ore hanno infatti visitato il Museo del Ciclismo al Ghisallo reduci dalla gara provenienti da Australia, Stati Uniti e da molti Paesi europei. Proprio l’esposizione permanente voluta dal compianto Fiorenzo Magni può essere il riferimento per un distretto comasco del ciclismo.Soltanto quest’anno i visitatori sono stati in totale 14mila, giunti da una settantina di Nazioni, compresa – fatto curioso – la Corea del Nord. Un ideale percorso lariano, da sfruttare turisticamente, con strutture all’altezza e appositi servizi, meriterebbe un ulteriore salto di qualità.Numerosi i punti di riferimento, ispirati anche dai passaggi delle più importanti gare del mondo, come il Giro d’Italia e il “Lombardia”.Il Ghisallo, con il Santuario caro ai corridori e il Museo con i suoi cimeli unici. Lì vicino c’è poi il Muro di Sormano, salita-cult, che è oggetto di mail quotidiane che giungono al Comune del Triangolo Lariano – soprattutto da Belgio e Olanda – con appassionati e amatori che chiedono informazioni. Tra i personaggi che si sono concessi in tempi recenti una scalata anche il pilota di Formula 1 Robert Kubica.Stesso discorso per la città, con tratti come il colle di Civiglio che negli anni recenti è stato decisivo per il “Lombardia”, ultima edizione compresa, visto che da lì è partito lo scatto vincente dell’olandese Bauke Mollema, che si è aggiudicato l’edizione 2019 della gara.E anche se i comaschi li vedono come il “salotto della città” e l’impianto che ospita le gare del Calcio Como, non va dimenticato che in piazza Cavour e sulla pista dello stadio Sinigaglia negli anni sono state scritte pagine di storia dello sport, con i successi di grandi campioni.Lo stesso “Lombardia” in passato transitava anche dalla Valle Intelvi che oggi è abituale luogo di allenamento, con le sue impegnative salite, per campioni del calibro di Vincenzo Nibali, che spesso scala la Sighignola.La stessa Brianza – se ne sono resi conto gli Amatori che hanno partecipato alla Gran Fondo di domenica, partita e arrivata a Cantù – con i suoi saliscendi può essere un terreno ideale.Il ciclismo, dunque, come volano per un territorio che può credere di più nel turismo come settore trainante per l’economia del futuro. La riflessione è doverosa.

  • Arrivo del Lombardia 2020,  Frigerio rilancia: «Como è pronta   a giocare le sue carte»

    Arrivo del Lombardia 2020, Frigerio rilancia: «Como è pronta a giocare le sue carte»

    Bergamo chiama, Como risponde. Non si è ancora spento l’eco del successo di Giro di Lombardia e Gran Fondo sulle strade del Lario e già si parla dell’edizione 2020.La città orobica, appunto, ha già avanzato con decisione la sua candidatura ad ospitare l’arrivo dell’edizione del prossimo anno con Como che, nel caso, diventerebbe sede delle operazioni preliminari e della partenza. Ma dal Lario arrivano le parole ferme di Paolo Frigerio, il coordinatore del comitato locale. Lo spirito è quello di sempre, improntato alla collaborazione ed al dialogo con tutti gli attori, a partire da Rcs Sport. Ma l’intenzione è di continuare a proporre il traguardo in piazza Cavour per il quarto anno consecutivo. «Como è pronta a giocare le sue carte» spiega Frigerio. «Alla conferenza stampa a Bergamo – aggiunge – la stampa locale aveva chiesto al direttore ciclismo di Rcs Sport, Mauro Vegni, notizie sul futuro della corsa e la risposta era stata “ci ritroveremo presto dopo l’edizione 2010”».«Io sono ben disponibile e sedermi subito al tavolo e a pianificare il futuro anche con l’appoggio delle forze economiche locali che da sempre ci sono vicine – spiega ancora Paolo Frigerio – Dalla nostra abbiamo il successo dello scorso weekend, che riguarda sia il Giro di Lombardia dei Professionisti, sia la Gran Fondo».L’organizzatore comasco si sofferma sui singoli eventi. «Como e il suo territorio sono stati uno scenario magnifico per ospitare la gara di sabato, come hanno testimoniato le immagini televisive che hanno fatto il giro del mondo. Il finale con Ghisallo, Muro di Sormano, Valfresca e l’arrivo in piazza Cavour è unico. E non è una frase mia, ma del direttore di gara Stefano Allocchio in occasione della conferenza stampa che si è svolta al Ghisallo».«In città c’era una folla di appassionati e lo stesso sul Ghisallo e sul Muro di Sormano, dove sono stati gli stessi tifosi di ciclismo a pulire volontariamente la strada dalle foglie per evitare che i corridori scivolassero o si trovassero in difficoltà: un segno importante del cuore delle persone che amano lo sport del ciclismo».Frigerio parla anche del risultato della classica, conquistata dall’olandese Bauke Mollema. «La sua è stata una grande azione – dice -È partito sul colle di Civiglio e non è stato più raggiunto. Segno che Como premia sempre una impresa di rilievo; sul gradino più alto del podio nella nostra città non c’è mai un vincitore casuale».Anche la Gran Fondo “Il Lombardia” (che aveva come base Cantù), si è rivelata un successo. «Si è registrato il “tutto esaurito” di partecipanti – afferma Frigerio – e il percorso innovativo è stato apprezzato. Oltre a Muro di Sormano e Ghisallo, anche le strade delle Brianza sono state impegnative per tutti i concorrenti; posso citare ad esempio il tratto tra Alzate Brianza e Brenna, una pendenza che poteva erroneamente essere considerata semplice. Anche l’arrivo è stato spettacolare, con l’ascesa da via Manzoni e la conclusione in centro in piazza Garibaldi».Il promoter dell’organizzazione locale in conclusione fa un ragionamento più generale. «La considerazione è che tutta la provincia di Como ha risposto alla grande per l’evento nella sua totalità – sono le parole di Frigerio – Più che ragionare sulle singole località a me piace pensare a un distretto territoriale sportivo come il nostro che nel fine settimana è stato il palcoscenico ideale per ospitare manifestazioni di livello mondiale. Eventi che, dal canto loro, hanno portato enormi benefici ad esercenti, alberghi e ristoratori e, più in generale, a tutto il tessuto economico. Sono davvero contento perché è stata una vittoria di tutti».