Categoria: Territorio

  • La natura torna a dare spettacolo sul Lario. Dopo le nuvole il doppio arcobaleno

    La natura torna a dare spettacolo sul Lario. Dopo le nuvole il doppio arcobaleno

    Nuovo spettacolo della natura, ieri sul Lario, con un doppio arcobaleno che è stato ammirato dalle tante persone che si trovavano in città e sul Lago di Como. Un momento che ha ricordato la serata con gli spettacolari disegni delle nuvole: anche in quell’occasione molti comaschi si ritrovarono a testa in su ad ammirare il cielo. Era il 29 ottobre del 2017.

  • Gandler a Como, prime indicazioni operative e visita alla squadra. Presto l’incontro con Landriscina

    Subito operativo. Michael Gandler, l’uomo di riferimento della nuova proprietà del Calcio Como, ieri è arrivato in città e si è messo al lavoro.Negli uffici di via Sinigaglia ha dato le prime indicazioni (compresa l’organizzazione di un incontro conviviale con i giornalisti per domenica prossima), poi è andato ad incontrare la squadra.Gandler ha seguito parte dell’allenamento degli azzurri, poi alla fine si è recato negli spogliatoi, dove ha parlato agli azzurri. Prima i complimenti per il risultato di domenica scorsa sul campo di Caravaggio, una vittoria che, con la contemporanea sconfitta del Mantova a Rezzato, ha regalato ai lariani il primato nel girone B. Poi, in vista del rush finale, le sue parole di incoraggiamento e sprone.Per Gandler, quindi, domenica sarà la “prima” a una partita degli azzurri. Alle porte un derby decisamente sentito con il Sondrio, con una serie di polemiche in occasione del match d’andata che hanno lasciato qualche strascico. Non sarà, insomma, una passerella per gli uomini di Marco Banchini che poi sono attesi dalla trasferta di Villafranca (giovedì 18 aprile), dal match casalingo con la Virtus Bergamo (28 aprile) e dall’ultima gara sul terreno della Caronnese (5 maggio).Della nuova dirigenza ha parlato ieri sera il sindaco di Como, Mario Landriscina, come ogni martedì ospite negli studi di Espansione Tv.«Presto, probabilmente la prossima settimana – ha affermato il primo cittadino – fisseremo un incontro con i proprietari del club che, da quanto ho visto, hanno manifestato l’intenzione di muoversi in maniera importante non solo nella costruzione della squadra, ma anche con la città e dell’amministrazione comunale».«Abbiamo recepito questo messaggio con piacere – ha concluso Landriscina a Espansione Tv – attendiamo ora di parlare con i nuovi referenti».

  • L’assessore Bella: «Tempio Voltiano riaperto per Pasqua»

    L’assessore Bella: «Tempio Voltiano riaperto per Pasqua»

    «L’obiettivo è riaprire il Tempio Voltiano per Pasqua» ha spiegato ieri a Etv l’assessore all’Edilizia pubblica, Vincenzo Bella.I lavori sono stati affidati e inizieranno a breve. La chiusura si era resa necessaria in seguito al forte vento delle scorse settimane che aveva rotto i vetri di alcune finestre nella parte alta dell’edificio. Per motivi di sicurezza il Comune di Como aveva così sospeso le visite.Dopo i sopralluoghi un primo problema da risolvere è stata la struttura per raggiungere il punto danneggiato, considerate la altezze del soffitto.«Si interverrà dall’esterno, cercheremo di concludere le operazioni nel più breve tempo possibile visto che con le imminenti festività entreremo nel vivo della stagione turistica», ha aggiunto Bella.Il Tempio Voltiano, prima dello stop, era già aperto parzialmente dal 3 luglio 2014, quando un pezzo di intonaco al primo piano si staccò dal soffitto.

  • Corse di battelli eliminate sul Ceresio. La Navigazione: «Pochi passeggeri»

    Corse di battelli eliminate sul Ceresio. La Navigazione: «Pochi passeggeri»

    Battelli sul Ceresio, le corse Lugano-Porlezza sono state riviste. «E a breve ci sarà un incontro con i sindaci dei comuni rivieraschi per spiegare l’accaduto». Così interviene la Società Navigazione Lago di Lugano dopo le recenti polemiche scoppiate per la mancanza di comunicazione dei cambiamenti sulla linea e per l’eliminazione del battello che ogni pomeriggio attraccava poco prima delle 16 a Porlezza. Dallo scorso 6 aprile, giorno di entrata in vigore dell’orario estivo, il battello arriva a Porlezza soltanto due giorni alla settimana: il mercoledì e il sabato. Negli stessi due giorni, un’altra corsa tocca l’imbarcadero di Porlezza: quella in partenza da Paradiso alle 8 del mattino con arrivo nel comune comasco alle 8.55.«In base all’orario 2018, Società Navigazione Lago di Lugano serviva quotidianamente Porlezza con battelli di linea. Dalle verifiche effettuate è stato riscontrato un numero di passeggeri trasportati nettamente insufficiente per coprire i costi d’esercizio», si legge nella nota della società. «Abbiamo quindi provveduto a dei correttivi al modello operativo, che hanno avuto come obiettivo un miglioramento del servizio. È stata decisa la riduzione delle corse di linea, ma nel contempo vengono incrementate le corse circolari sul ramo di Porlezza, con natanti più piccoli rispetto a quelli di linea, prendendo spunto dai test effettuati con successo nella scorsa stagione – prosegue il documento – In aggiunta ai due giorni serviti dalla linea, nel periodo estivo potrà essere attivato per tre giorni a settimana un servizio circolare di navette che collegherà Porlezza, Osteno, Oria, San Mamete almeno due volte al giorno; un servizio molto potenziato rispetto allo scorso anno. Peraltro sarà determinante valutare nel dettaglio questa formula con i Comuni interessati». La Società di Navigazione svizzera ha messo a disposizione degli enti del territorio «che ne facessero richiesta, un minimo di 15 corse speciali nell’arco della stagione, a condizioni molto favorevoli. Siamo certi che quanto sopra migliori e potenzi nettamente il servizio di navigazione sul ramo di Porlezza e certamente non lo peggiori. Peraltro, l’orario attualmente in essere è stato attentamente studiato in base ai dati obiettivi rappresentati da statistiche, disponibilità di battelli, disponibilità di personale e copertura dei costi».

  • È realtà la biblioteca “Paolo Borsellino”. Ieri la cerimonia ufficiale alla presenza della figlia Fiammetta

    Biblioteca “Paolo Borsellino”. Così da ieri mattina si chiama l’edificio, luogo di cultura, di piazzetta Lucati. A svelare la targa celebrativa è stata invitata, in riva al lago, Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato. «Dedicare a un uomo di giustizia e servitore della Stato quale era mio padre una biblioteca, culla di cultura, condivisione e parola, dimostra che c’è la chiara consapevolezza di cosa significa il fenomeno mafia – ha detto Fiammetta Borsellino – E questo non può che farmi piacere così come vedere tanti giovani delle scuole». E un ringraziamento è poi andato al Cento Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco che «non conoscevo bene ma che mi ha presentato questo progetto che mi è ovviamente piaciuto e mi ha subito emozionata», ha spiegato la figlia del magistrato.Si conclude così l’iter avviato a marzo 2018 con la richiesta del Centro Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco, che ha poi preso forma con la delibera dalla giunta comunale a luglio e con il nullaosta della Prefettura a settembre.«È un giorno importante, Paolo Borsellino è stato un simbolo di dedizione fino alle estreme conseguenze», ha precisato il sindaco di Como, Mario Landriscina. «Fondamentale per noi e soprattutto per i più giovani continuare a rinnovare la memoria e raccontare quanto accaduto», ha aggiunto il primo cittadino. «È la giornata dell’orgoglio comasco, territorio che in questi mesi ha toccato con mano il fenomeno della criminalità organizzata, ma abbiamo gli anticorpi necessari per poter rispondere», ha ricordato Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno.«Si è concluso un percorso virtuoso durato un anno per portare un messaggio di legalità e giustizia», ha aggiunto Benedetto Madonia, direttore del Centro Studi Sociali contro le Mafie-Progetto San Francesco.«I ragazzi sono il futuro ed è importante rivolgersi a loro. Far capire come ormai anche il Nord sia territorio di infiltrazioni», ha detto il Procuratore capo di Como, Nicola Piacente, durante la cerimonia di intitolazione della biblioteca al magistrato vittima, insieme con la sua scorta, della strage di via d’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992.

  • Gestione di Lario Tir:  Cna è per il pubblico. Incontro in Provincia

    Gestione di Lario Tir: Cna è per il pubblico. Incontro in Provincia

    «Colato ha ragione quando dice che Lario Tir deve tornare a gestione pubblica. Non è detto che a pagare debbano essere per forza gli enti locali, ma di certo la richiesta deve partire dal territorio». Alberto Bergna, segretario generale della Cna ed esperto in materia di trasporti, sposa la proposta della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) riguardo l’area di parcheggio dei mezzi pesanti di Lazzago, tornata da tempo completamente privata. A breve è previsto il rinnovo della concessione con la proprietà e, secondo la Fai, presieduta da Giorgio Colato, il pubblico dovrebbe tornare in gioco.«Si tratta di un parcheggio di confine – spiega Bergna – il 99% del traffico arriva dal resto del Paese, non è giusto che i costi siano a carico del nostro territorio. Si tratta dell’unica area utile in caso di emergenza. Se poi si parla delle festività svizzere, è assurdo che al giorno d’oggi la Svizzera chiuda ancora le dogane in settimana. Sarebbe come se noi staccassimo i telefoni o fermassimo i treni. Ma per piacere! Visto che l’autostrada si paga durante le festività svizzere, che tengano aperta anche la dogana commerciale».Il presidente della Provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca, annuncia un prossimo confronto con Colato a Villa Saporiti.«Ci siamo sentiti oggi (ieri, ndr) – spiega Bongiasca – Colato è fuori Como, siamo d’accordo di aggiornarci lunedì e nel caso di incontrarci. Per quello che è nelle mie possibilità mi pare di aver dimostrato di spendermi sempre per il territorio. Non dobbiamo dimenticare però che la legge non è cambiata, la nostra rimane una Provincia di secondo livello, non abbiamo deleghe o fondi specifici per affrontare una simile questione. Questo non significa che rinunceremo a un eventuale ruolo di coordinamento».Si tratta, questo, dell’ennesimo segnale distensivo da parte di Bongiasca verso la categoria dell’autotrasporto, che aveva denunciato il mancato coinvolgimento da parte degli enti territoriali, ovvero di Prefettura e Provincia di Como, nell’intervento sulla Novedratese. «A proposito, oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto la gettata di cemento per il ponte – dice Bongiasca – Nonostante la pioggia, siamo in linea per l’apertura del 15 aprile».

  • L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    L’archistar Joseph di Pasquale: «Ho un progetto per la Ticosa, si può realizzare in cinque anni»

    «C’è un esempio che faccio sempre. Tutti noi, oggi, rischiamo più volte la vita, consapevolmente, usando lo smartphone in auto. Ecco, se nonostante siamo consapevoli del rischio che corriamo, lo continuiamo a fare – io, lei e tante altre persone civili, per bene, acculturate – forse vuol dire che le auto sono progettate male». Inizia così la chiacchierata con Joseph di Pasquale, comasco, 50enne, archistar internazionale.«Archistar lo dice lei – corregge subito il professionista dal suo studio milanese – fino a cinque sei anni fa, forse, era la mia ambizione. Ora sono semplicemente uno spacciatore di concept architettonici, un pusher di soluzioni dal grande potenziale emotivo per le aree urbane».Di Pasquale, architetto, è sicuramente una delle menti più brillanti e in vista del settore. Alcuni suoi lavori in Cina gli hanno dato popolarità internazionale, come la Guangzhou Circle, inaugurata nel 2013. Oggi teorizza la perdita di identità nell’architettura contemporanea globalizzata, si definisce un “architectural storyteller”, un cercatore di nuove chiavi di lettura per la città contemporanea.Alla recente Meci (il Salone dell’edilizia), dove l’argomento era la rigenerazione urbana, hanno fatto di tutto per averlo tra i relatori. Lui, con grande disponibilità, ha detto sì. E ora, con altrettanta disponibilità e semplicità, si mette a disposizione della sua Como. «Ho una soluzione per la Ticosa» annuncia.«Mi piacerebbe molto incontrare il sindaco Landriscina e l’assessore all’Urbanistica Butti per parlarne».Joseph di Pasquale, del resto, ha firmato quello che è destinato a diventare un modello di riqualificazione di un intero quartiere. “Chorus Life”, a Bergamo, nell’area ex Ote (Officine trasformatori elettrici). Quante analogie con la Ticosa: un grandissimo complesso industriale nell’area urbana, dismesso da anni, una bonifica non semplice da realizzare…Tra fine 2021 e inizio 2022 diventerà Chorus Life, più di ogni descrizione scritta di cosa sarà il nuovo quartiere, con mobilità dolce sopraelevata, senza auto, valgono i rendering di questa pagina. Quello che potrebbe stupire sono i tempi di realizzazione: 5 anni dalla firma del primo documento, ovvero un protocollo del 2017 tra Comune di Bergamo, Provincia e Regione Lombardia.Certo, a Bergamo una bella spinta l’ha data un imprenditore tosto, come il cavaliere Domenico Bosatelli, classe 1933, fondatore dell’impero Gewiss. «È stato il cavaliere il vero iniziatore e a cui va tutto il merito di questo approccio – spiega Di Pasquale – Parlo però di approccio, perché Choruslife mette in primo piano la visione della rigenerazione sociale e della ricomposizione delle relazioni di prossimità anche tra le diverse generazioni. Da questa visione viene costruita la sostenibilità economica, finanziaria e gestionale del modello di quartiere».Quindi, in parole povere, ci vuole dire che non è una speculazione edilizia? Un investimento immobiliare per vendere case, appartamenti? Anche i campi di golf vengono fatti per vendere le ville…«Chorus Life è un unico organismo urbano, e come tale va pensato e gestito. Non vengono venduti appartamenti, neppure affittati, sono in abbonamento. Si tratta di un concetto del tutto nuovo – spiega Di Pasquale – Ci sono già abbastanza case in giro, i modelli real estate sono obsoleti. Noi dobbiamo pensare a come vive la gente. Per questo la Ticosa sarebbe perfetta per un Chorus Life. Appena il cantiere sarà a buon punto, l’idea è proprio andare in giro per l’Italia e per il mondo a proporre un nuovo modello abitativo e finanziario. Un sistema che ha portato in un anno e otto mesi a mettere in fila le fasi complicatissime della burocrazia».In Chorus Life avete un grande palasport, cinema, attività commerciali, bar, ristoranti, un hotel; a Como e a Cantù manca il palasport ad esempio, da diversi anni.«Sa che dopo l’ultimo lavoro in Cina ho avuto una crisi professionale ed esistenziale. Ho chiuso lo studio e mi sono rimesso a studiare. Un dottorato di ricerca sui nuovi comportamenti abitativi. L’architetto oggi deve andare incontro alle esigenze dell’uomo. Così sono ripartito da zero – spiega l’architetto – Lei mi continua a parlare di contenuti, di palasport, ma per il nostro progetto su Bergamo, la vera novità è l’aspetto gestionale. Siamo partiti da un modello di rigenerazione sociale, prima che urbana. In Chorus Life ci sarà un direttore generale a gestire il quartiere, sa come è stato scelto? Tra chi aveva gestito grandi parchi di divertimento».«Chorus Life dovrà vivere, le persone dovranno spostarsi nel quartiere perché lì avviene qualcosa in quel momento – aggiunge – Tante operazioni oggi falliscono perché hanno una impostazione solo finanziaria, che tiene conto dei profitti della vendita al metro quadrato. Non voglio dire che Chorus Life non sia redditizio, ma la sua filosofia è all’opposto delle altre operazioni immobiliari».«Oggi ne parliamo con dei rendering – dice ancora – ma quando il quartiere sarà realizzato sarà molto più semplice convincere altre amministrazioni. Il format sarà a disposizione e non è detto che l’intervento debba essere per forza legato a un unico imprenditore illuminato. Si tratta di un progetto svincolato. Noi lo abbiamo fatto, allora si può fare. Questa sarà la filosofia futura per replicare questo progetto ovunque, a Como, a Lecco, in Lombardia, in Italia e nel resto d’Europa» conclude l’architetto comasco.

  • Allo Spazio Natta, il successo di “Verso Casa”

    Allo Spazio Natta, il successo di “Verso Casa”

    In tanti si sono trovati oggi allo Spazio Natta di Como per la mostra “Verso Casa” (foto Nassa) ovvero l’abitare declinato in arte, organizzata dalla Fondazione Scalabrini Onlus.

    Cinquecento opere esposte, disegni, installazioni, dipinti di artisti famosi e non, di tutte le età, ispirate da parole e idee legate alla casa e che hanno generato mondi e universi commoventi e originali. L’acquisto delle opere con una donazione a partire da 5 euro ha sostenuto il progetto “La casadei bambini”: un appartamento a Como per famiglie con bambini in difficoltà, in memoria dei quattro bimbi che persero la vita nel rogo di via per San Fermo il 20 ottobre 2017.

    Per informazioni sul progetto 031.33.70.535 o www.fondazionescalabrini.it

  • Calcio Como, la squadra ceduta per meno di 2 milioni. La decisione di vendere presa l’estate scorsa

    Calcio Como, la squadra ceduta per meno di 2 milioni. La decisione di vendere presa l’estate scorsa

    «L’ho sempre detto: io, il Como, non l’avrei lasciato. Il nostro percorso era fluido, stavamo raggiungendo i nostri obiettivi». La voce di Roberto Felleca è segnata, come sempre, da un sottofondo ventoso e da un vociare tipico del pallone. Un campo di calcio in Sardegna.Il giorno dopo la cessione del Como alla Sent Entertainment Limited di Robert Budi Hartono, i sentimenti di Felleca sono constrastanti. Da un lato, dice, «so di aver agito per il bene della squadra, perché abbiamo venduto a un gruppo che tutti indicano come solidissimo». Dall’altro lato non nasconde la delusione. Soltanto in parte mitigata dal fatto che «sino alla fine della stagione la direzione tecnica resta nelle nostre mani. È l’unica condizione che ho posto».È durata meno di due anni l’avventura comasca di Felleca e soci. Il 26 luglio 2017, nella sede della Canottieri Lario, a dieci metri dallo stadio, la grande promessa di rilancio del Como, appena uscito da un altro dolorosissimo fallimento. Oggi l’addio, dopo due campionati tra i dilettanti giocati comunque nelle posizioni di vertice.Dopo i primi mesi vissuti con entusiasmo, l’intesa tra Felleca e Massimo Nicastro, l’altro proprietario della squadra, si è incrinata. Sino a rendere impossibile la gestione della società.«Le vicissitudini di questa estate – ammette ora Felleca – mi hanno spinto a cedere. Se non avessi avuto a cuore il destino del Como non avrei mai venduto». Ma andare avanti così, fa capire, non era più cosa.I nuovi acquirenti? «Mi dicono che questo gruppo sia forte e solido», conferma l’ormai ex amministratore delegato azzurro. «Ma non chiedetemi che cosa farà. Non lo so». Di certo c’è che il bonifico per l’acquisto delle quote societarie è già arrivato in banca e che il prezzo finale del Como è stato di poco inferiore ai 2 milioni, debiti compresi.In sostanza, Felleca e Nicastro si sono ripresi quanto hanno speso in questi 20 mesi. «Non è stata sicuramente un’operazione lucrosa, abbiamo pensato al bene del Como».Ma prima di vendere, vi siete chiesti perché i nuovi padroni hanno voluto comprare? «Dalle informazioni che ho – dice il dirigente sardo – chi ha comprato non fa soltanto calcio ma anche Tv e altro nel mondo della comunicazione. Sono ricchi, e i soldi fanno sempre la differenza. Bisogna però attendere e capire». Per avere successo, si lascia andare Felleca, servono molte cose: «il supporto delle istituzioni, uno stadio nuovo o rinnovato, molti investimenti. Se si guarda la sola parte sportiva, Como non è una piazza adatta per chi vuole investire poco. Bisogna risalire le categorie molto rapidamente, creare una rete di merchandising, risollevare il settore giovanile. Servono capitali».I biglietti delle «mille persone al campo» o i piccoli sponsor, pure fondamentali, non bastano. «Tra i dilettanti, solo ogni mese si devono pagare 80mila euro di stipendi. E poi provvedere a tutto il resto». Il calcio non è un affare se non riesci a entrare nel giro dei diritti Tv. Se non riesci, cioè, ad arrivare almeno in B. Era questo l’obiettivo di Felleca, naufragato però per le incomprensioni con il socio. E per i costi troppo alti di un calcio senza più anima.

  • Colato: «Il pubblico torni a investire su Lario Tir. L’area non è più in grado di gestire le emergenze»

    Colato: «Il pubblico torni a investire su Lario Tir. L’area non è più in grado di gestire le emergenze»

    «LarioTir torni a rivestire il ruolo per cui era stato creato, con l’aiuto di tutti: enti territoriali e Società Autostrade». A lanciare l’appello è Giorgio Colato, presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) interprovinciale di Como e Lecco che interviene dopo l’ennesima mattina di passione sul fronte traffico con lunghe code per chi utilizza l’autostrada A9, ma a cascata anche in città. Sono le conseguenze della chiusura della dogana commerciale in Svizzera a causa delle nevicate oltre il Gottardo.I camion sono stati bloccati e alla riapertura di ieri mattina la circolazione era ancora in tilt con numerosi mezzi pesanti incolonnati per le operazioni doganali.Un’emergenza che soltanto in parte è stata gestita da Lario Tir, l’area di sosta realizzata nel 1994 a Lazzago, fortemente voluta da Camera di Commercio, Comune di Como e Provincia. Per anni, attraverso una convenzione questi stessi enti hanno contribuito alla gestione dell’area di sosta, poi c’è stato un progressivo ridimensionamento dell’intervento pubblico. Oggi la gestione è in mano ai privati.«Questa struttura oggi non è più in grado di rispondere alle emergenze perché la proprietà ha deciso di ridurre, legittimamente, la superficie destinata ai tir» dice Colato. «Negli anni – aggiunge – gli autisti sono cambiati e molti non sono disposti a pagare per la sosta e si fermano con i mezzi dove capita. Per fare quadrare i conti chi gestisce la struttura ha fatto altre scelte». Quindi Colato torna a chiedere una partecipazione maggiore da parte del pubblico in vista della firma, a giorni, della nuova convenzione. «Lario Tir è uno spazio fondamentale per gli autotrasportatori che possono sostare e riposarsi e, in caso di emergenza, per non intasare la viabilità – ha chiarito – dovrebbe tornare a offrire più servizi, per esempio con personale multilingue, ma soprattutto dovrebbe offrire prezzi calmierati o addirittura la sosta gratuita. La stessa Società autostradale dovrebbe farsene carico visto che i camion viaggiano sulla rete e l’area che sorge a ridosso del confine è a servizio della fluidità del traffico».«A breve ci sarà la firma della nuova convenzione di cui noi, come associazioni di categoria non conosciamo ancora il contenuto – conclude Colato – La nostra proposta è di tornare all’origine garantendo più aiuto alla città e a chi lavora».Una proposta che arriva, come detto, all’indomani dell’ennesima giornata di caos per gli automobilisti comaschi. Numerosi i mezzi pesanti incolonnati per le operazioni doganali. Molti automobilisti hanno quindi scelto di riversarsi sulla viabilità ordinaria con conseguenti rallentamenti tra Lazzago, Montano Lucino e poi in città e a Monte Olimpino.