Categoria: Notizie locali

  • Covid, salta la prossima sfida della Libertas

    Covid, salta la prossima sfida della Libertas

    Niente trasferta in Toscana, il prossimo fine settimana, per la Libertas Cantù di pallavolo (serie A2 maschile). La Lega Pallavolo di serie A ha infatti disposto il rinvio a data da destinarsi del match tra Kemas Lamipel Santa Croce e Pool Libertas Cantù, che era programmato per domani in Toscana. Ancora una volta la motivazione è legata al Coronavirus con più di tre atleti di casa che sono risultati positivi nell’ultimo test.

  • Cresce il numero di diplomati e laureati sul Lario, ma i giovani faticano a entrare nel mondo del lavoro

    Cresce il numero di diplomati e laureati sul Lario, ma i giovani faticano a entrare nel mondo del lavoro

    Le conseguenze dell’epidemia hanno pesato e continuano a pesare sul sistema economico lombardo, compreso quello dell’area lariana. Il Rapporto “Giovani, formazione e lavoro: dalla scuola alla professione”, realizzato dall’ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco (che comprende dati fino al gennaio 2021), offre una chiave di lettura del mondo dei giovani e del lavoro in un’ottica di medio-lungo termine.Presentato ieri al salone nazionale dell’orientamento “Young Digital”, fornisce ai giovani informazioni preziose sulle dinamiche della domanda e dell’offerta di lavoro sul territorio lariano.L’istruzioneIn generale, il mondo del lavoro esige una disponibilità al miglioramento del proprio patrimonio conoscitivo. È quindi confortante il dato che registra la crescita di diplomati e laureati residenti in provincia di Como (il periodo considerato va dal 2012 al 2020 per i diplomati e dal 2013 al 2018 per i laureati). In diminuzione invece i “qualificati”, cioè coloro che concludono i percorsi formativi nel segmento dell’Istruzione e Formazione professionale. Al termine dell’anno scolastico 2019-2020 si contano 4.150 diplomati (erano 4.000 nel 2018/19) con 7 studenti comaschi su 10 che arrivano a completare gli studi superiori. Prevalgono i liceali (45%), con un 35% che sceglie indirizzi tecnici.La scelta universitariaNel territorio lariano quasi due terzi dei diplomati si indirizza verso un percorso universitario: il dato relativo all’anno 2018-2019 evidenzia un livello di passaggio all’università pari al 66,5%. La scelta dei percorsi universitari nel Comasco si orienta principalmente verso le discipline economico-statistiche (14,4%) e quelle del gruppo di laurea ingegneristico (14,2%). Per quanto riguarda l’Università dell’Insubria, nella foto, nel 2018 si registra un incremento di laureati del 6,1%, con il doppio dei laureati in chimica e fisica rispetto al 2017.Il lavoroLa nota dolente viene dal mondo del lavoro. Il Rapporto evidenzia che i giovani comaschi non trovano opportunità di lavoro sul proprio territorio di residenza. Ma d’altro canto, le imprese segnalano difficoltà a trovare personale funzionale alle proprie esigenze. Un mancato incontro di domanda e offerta che spinge le aziende ad assumere fuori dal territorio e i giovani laureati a cercare lavoro fuori dal Comasco o all’estero. In provincia di Como sono in diminuzione i giovani in cerca di occupazione: da 3.700 nel 2018 a circa 2.900 nel 2019.Le professioni più richieste nel periodo gennaio-ottobre 2020 a Como sono state cuochi, camerieri e figure da impiegare nei servizi turistici. Nonostante il lockdown, la richiesta di queste professioni è stata alta soprattutto nel periodo estivo, anche per lo sviluppo del cosiddetto “turismo di prossimità”. Richiesti anche tecnici dei settori vendite, marketing e distribuzione e personale non qualificato nei servizi di pulizia e nei servizi alle persone.Il settore tessile, abbigliamento e moda a Como ha un peso importante: considerando i valori medi del periodo 2018-2019, il gap tra domanda e offerta per la fascia di età fino ai 24 anni appare più contenuto rispetto ad altri settori.Le 5 professioni più difficili da reperire nel periodo gennaio-ottobre 2020 nel Comasco sono state operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, di abbigliamento e calzature, oltre che operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche. Significativa la richiesta di tecnici in campo informatico dovuta alla domanda di figure di supporto alla crescente digitalizzazione dei processi produttivi.Le previsioni a livello nazionale studiate da Unioncamere, e che tengono conto degli effetti dell’epidemia, evidenziano che nel 2020-21 la domanda di lavoro si concentrerà sulle figure maggiormente qualificate (specialisti e tecnici) di cui le imprese non possono fare a meno.

  • Dossier Mal’aria 2021 di Legambiente bocciate Como e la Lombardia

    Dossier Mal’aria 2021 di Legambiente bocciate Como e la Lombardia

    L’emergenza smog non si placa, nemmeno nell’anno della pandemia con una drastica riduzione di spostamenti e attività produttive, segno che il problema è cronico e va affrontato con politiche strutturali e con una pianificazione adeguata. Lo dimostrano i numeri del dossier Mal’aria 2021 presentato da Legambiente. Il rapporto ogni anno analizza i dati dei superamenti dei livelli di polveri sottili nelle città capoluogo di provincia.

    A Milanola centralina di viale Marche ha segnato79 giorni di superamento del limite di pm10 imposto dalla normativa europea,attestandosi ai primi posti tra le città in Italia dopo Torino, Venezia, Padova, Rovigo e Treviso.Nel resto della regione anche aBergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Monza e Pavia tutte le centraline sforano i limiti dei 35 giorni di superamento. Solo a Lecco, Sondrio e Varese tutte le centraline rispettano i limiti (tab. 1).

    Se i giorni di superamento del Pm10 sono un campanello d’allarme dello smog, le medie annuali  rappresentano la cronicità dell’inquinamento e sono il parametro di riferimento per la tutela della salute, come indicato dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che stabilisce in 20 microgrammi per metro/cubo la media annuale per il Pm10 da non superare. In Lombardiauna media annuale superiore a quanto indicato dall’OMSsi è registrata aMilano con 34µg/mc, Cremona e Lodi con 32µg/mc(tab. 2).

    «Paghiamo ancora lo scotto dell’inadeguatezza dell’Accordo di bacino padano, stipulato ormai più di 5 anni fa – dichiaraBarbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia-. Il Piano era partito debole e poco ambizioso fin dall’origine ed è stato puntualmente disatteso a furia di deroghe da parte di Regioni e Comuni, che non sono state in grado né di pianificare e realizzare il cambiamento previsto e programmato, nè di controllare che le poche misure adottate venissero quantomeno rispettate. La pandemia, poi, è stata usata come scusante per fermare anche i processi positivi in atto».

    L’Italia si conferma in cronica emergenza da inquinamento atmosferico e i dati dei superamenti giornalieri dei limiti di legge per il Pm10 del 2020 lo evidenzia-no: sono 35, su 96 di cui si hanno i dati disponibili, le città capoluogo che vanno in almeno una centralina di monitoraggio oltre il limite giornaliero previsto per le polveri sottili (stabilito in 35 giorni in un anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo). Un-dici le città nelle quali si sono avuti più del doppio dei giorni di supera-mento dei limiti.

    A Torino la centralina (Grassi) con il valore peggiore in assoluto con 98 giorni di superamenti, quasi tre volte sopra il limite dei 35 giorni. Quindi Venezia con 88 giorni (Tagliamento), Padova (Arcella) 84, Rovigo (Largo Martiri) 83, Treviso (Via Lancieri) 80, Milano3 (Marche) 79, Avellino (scuola Alighieri) e Cremona (Via Fatebenefratelli) 78, Frosinone (scalo) 77, poi Modena (Giardini) e Vicenza (San Felice) che con 75 giorni di superamento dei limiti, chiudono le 10 peggiori città. Al di là della centralina peggiore, è la situazione generale di molte città a destare preoccupazione. Torino si conferma la città più gravata dal peso delle polveri sottili: anche la centralina “migliore” (Rubino) fa registrare 66 giorni di sforamenti. A livello regionale sono solo 4 le centraline delle città capoluogo piemontesi che fanno registrare un numero di superamenti inferiore al limite dei 35: le due presenti a Biella (Lamarmora e Sturzo), l’unica di Cuneo (Alpini) e quella di Verbania (Gabardi), che fanno dei tre capoluoghi gli unici piemontesi nei limiti di legge. Non va meglio in Lombardia dove oltre a Milano, che ha tutte e quattro le centraline disponibili molto oltre i limiti di legge, anche a Ber-gamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Monza e Pavia tutte le centraline sforano i limiti dei 35 giorni di superamento. Solo a Lecco, Sondrio e Varese tutte le centraline rispettano i limiti. In Veneto solo Belluno può dirsi “in regola”.

    Tabella 1. Classifica dei capoluoghi di provincia che hanno superato con almeno una centralina urbana la soglia limite di polveri sottili alla data del 31 dicembre 2020; il D.lgs. 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 μg/m3.

    Tabella 2. Classifica dei capoluoghi di provincia che nel 2020 hanno superato il valore medio annuale suggerito dalle Linee guida dell’OMS per le polveri sottili (Pm10). Le Linee guida dell’OMS prevedono una media annuale di 20 μg/m3 all’anno per la tutela della salute. Fonte dati: ARPA Lombardia

  • Emendamento al “Milleproroghe”: iniziativa trasversale in aiuto di Campione

    Emendamento al “Milleproroghe”: iniziativa trasversale in aiuto di Campione

    Un’iniziativa trasversale a Montecitorio per dare ossigeno al territorio martoriato di Campione d’Italia, vittima della crisi del Casinò e trascinato nel baratro in questi due anni e mezzo di chiusura.I deputati comaschi Chiara Braga, Alessio Butti e Giovanni Currò – appartenenti a tre estrazioni politiche completamente differenti l’una dalle altre, ovvero il Partito Democratico, Fratelli d’Italia e il Movimento 5 Stelle – hanno firmato un emendamento al decreto “Milleproroghe” che consentirà alla società di gestione del Casinò di Campione d’Italia di posticipare al 31 marzo 2021 il termine entro il quale approvare e trasmettere al ministero dell’Interno la revisione del proprio statuto.«Una modifica – spiegano i tre deputati lariani – resa necessaria per consentire il corretto risanamento della società di gestione del Casinò, conseguente la cessazione del fallimento dopo il pronunciamento in merito della Corte di Cassazione, e funzionale al superamento della crisi occupazionale e sociale che duramente ha colpito gli abitanti di Campione d’Italia».Ricordiamo che l’udienza davanti ai giudici del Tribunale di Como, chiamati a valutare una istanza di fallimento – la seconda – messa nero su bianco dalla Procura lariana a firma del pm Pasquale Addesso e del procuratore capo Nicola Piacente – è fissata per la giornata di lunedì. Sul tavolo c’è anche la richiesta di ulteriori 90 giorni avanzata dai legali della casa da gioco per poter completare la documentazione a compendio della richiesta di concordato. Se il Tribunale – in composizione Collegiale – non dovesse acconsentire, potrebbe decretare la fine definitiva della casa da gioco.

  • Gli azzurri ricominciano con una    “classica”: Como-Pistoiese fu disputata in serie A negli anni ’80

    Gli azzurri ricominciano con una “classica”: Como-Pistoiese fu disputata in serie A negli anni ’80

    Una gara che in questo momento ha grande valore per il Como, primo in classifica, chiamato ad una conferma dopo aver conquistato la testa nel girone A. I lariani domenica sono attesi a Pistoia, sul campo di una formazione che è nella parte bassa della graduatoria, ma che per gli azzurri è tradizionalmente ostica.Il Como è in testa con 43 punti, con il Renate (impegnato in casa con il Grosseto) a una lunghezza.La Pistoiese è tredicesima a quota 22 alla pari con Pergolettese e Olbia, lotta per non rimanere coinvolta nei playout e nelle ultime cinque gare ha ottenuto due sconfitte, altrettanti pari e un successo. I lariani hanno una striscia di sei vittorie consecutiva.All’andata sul terreno di Meda – il Sinigaglia non era ancora pronto – il Como vinse con i toscani per 1-0, con una rete di Alessandro Gabrielloni nei minuti finali. Le due squadre nel frattempo hanno cambiato tecnico: alla guida degli azzurri c’è Giacomo Gattuso, che con ottimi risultati ha sostituito Marco Banchini. Alla Pistoiese Giancarlo Riolfo è subentrato a Nicolò Frustalupi, per anni vice di Walter Mazzarri e figlio d’arte.Suo padre Mario – scomparso nel 1990 in un incidente stradale – faceva tra l’altro parte della rosa della Pistoiese 1980-1981, nell’unica stagione in cui gli arancioni hanno giocato in serie A. E tra gli avversari dell’epoca ci fu proprio il Como. Al termine del campionato i toscani tornarono in B, con Perugia e Brescia, mentre il Como si salvò in extremis.Ma come andarono i due confronti? All’andata, il 21 dicembre a Pistoia, si imposero i padroni di casa con una doppietta di Vito Chimenti. Al ritorno al Sinigaglia, affermazione degli azzurri con un gol di un Pietro Vierchowod all’epoca in rampa di lancio.Tra i protagonisti di quella doppia sfida una serie di nomi noti, oltre a quelli già citati. Portiere della Pistoiese era Poerio Mascella, oggi 70enne, che in passato aveva giocato anche nel Como. Con gli arancioni c’erano anche Mauro Bellugi, Andrea Agostinelli, il brasiliano Luis Silvio Danuello (simbolo dei cosiddetti “bidoni” giunti in Italia) e Marcello Lippi, il futuro commissario tecnico della Nazionale campione del mondo in Germania nel 2006. Con il Como allenato da Giuseppe “Pippo” Marchioro scesero in campo personaggi cari ai tifosi come Adriano Lombardi, Giuliano Giuliani, William Vecchi, Marco Nicoletti, Ezio Cavagnetto, Giancarlo Centi, Doriano Pozzato e Massimo Mancini.

  • Il Como femminile ingaggia Beatrice Abati

    Il Como femminile ingaggia Beatrice Abati

    Beatrice Abati, 23 anni, è una nuova giocatrice del Como Women, la formazione femminile di calcio che attualmente occupa il secondo posto in B ed è in corsa per la promozione nella massima serie.Nata a Castellanza il 6 febbraio del 1997, Beatrice ha mosso i primi passi nella sua città natale per passare, nella stagione 2012-2013, all’Inter, inizialmente nella formazione Primavera e l’anno successivo in prima squadra, con cui ha debuttato in A.A dicembre il passaggio al Napoli, sempre nel massimo campionato, e ora l’ingaggio da parte della formazione biancoazzurra.Durante la sua carriera, la centrocampista lombarda ha raccolto anche 14 presenze tra Nazionale Under 17 (con cui ha conquistato un bronzo agli Europei del 2014 e la stessa medaglia ai Mondiali) e Under 19.

  • Il Covid non ferma la chirugia robotica al Sant’Anna

    Il Covid non ferma la chirugia robotica al Sant’Anna

    L’emergenza Coronavirus non ferma il robot Da Vinci in dotazione all’ospedale Sant’Anna. Complessivamente sono 105 gli interventi chirurgici eseguiti l’anno scorso ricorrendo al robot e hanno interessato i reparti di Chirurgia generale (62, di cui 52 per neoplasie coliche, rettali e gastriche), di Chirurgia maxillo-facciale ed otorino (3), di Urologia (37) e di Ginecologia (3). Il 2020, nonostante l’emergenza Coronavirus, registra quindi un trend positivo, frutto del piano di rilancio della chirurgia robotica predisposto dalla direzione generale in collaborazione con la direzione sanitaria e il gruppo di operatori dedicato.“Per rendere più efficaci e performanti le attività del robot era necessario perfezionare un piano di rilancio – osserva il direttore generale di Asst Lariana, Fabio Banfi – Abbiamo definito questa fase di riorganizzazione con l’individuazione del dottor Pasquale Misitano, chirurgo con una solida esperienza in campo robotico, come referente di questa attività. In qualità di polo universitario ospedaliero abbiamo anche avviato con l’Università dell’Insubria progettualità condivise per valorizzare ulteriormente l’utilizzo del robot e previsto con Ats Insubria la collaborazione con équipes professionali provenienti da altre strutture del territorio. Questa fase ha maggiormente subito l’emergenza Coronavirus ma confido che nei prossimi mesi potremo riprendere il discorso”.Pasquale Misitano, classe 1980, laurea a Pavia in Medicina e Chirurgia e specializzazione in Chirurgia Generale alla Statale di Milano, è stato un anno a Parigi all’Istituto Gustave Roussy, uno dei maggiori centri oncologici mondiali. Conclusa la scuola di specializzazione e con diversi anni trascorsi all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, è arrivato nel 2012 all’ospedale di Cantù dove, a fianco del primario, il dottor Marco Azzola Guicciardi, ha iniziato ad eseguire interventi in laparoscopia. Nel 2014 si è quindi trasferito come aiuto chirurgo del professor Paolo Pietro Bianchi all’Ospedale Misericordia di Grosseto, che è anche sede della International School of Robotic Surgery, polo di formazione internazionale per la chirurgia robotica e qui è rimasto per quattro anni. Nel 2018 è tornato all’ospedale di Cantù e nel 2019 è approdato al Sant’Anna.“Nei primi mesi ci siamo concentrati su interventi di chirurgia generale, urologia e ginecologia, lavorando sempre attraverso un’organizzazione multidisciplinare – spiega Misitano – Abbiamo valorizzato le competenze del personale infermieristico di sala operatoria e degli altri chirurghi coinvolti nell’utilizzo del robot Da Vinci e abbiamo deciso di dedicare delle sale alla chirurgia robotica, programmando mensilmente, insieme agli anestesisti, i vari interventi. Adesso, dopo un buon periodo di rodaggio, abbiamo iniziato ad estendere l’attività ad altre specialità come quelle dell’area testa-collo”. Tra le operazioni eseguite con il robot Da Vinci figurano, in particolare, patologie tumorali del retto, del colon, dello stomaco, della prostata e del rene; sono stati eseguiti anche interventi per tumori all’utero per pazienti obese e tumori dell’area testa-collo.“Tutti i casi dei pazienti con tumore vengono discussi a livello del Goip (gruppo operativo interdipartimentale permanente) e in quella sede si valuta se è possibile un approccio mini-invasivo e quindi di chirurgia robotica – prosegue Misitano – In alcuni casi, ad esempio pazienti cardiopatici, la chirurgia robotica ci ha consentito di poter operare i pazienti grazie al mantenimento di pressioni addominali inferiori rispetto a quelle utilizzate in laparoscopia, non essendo quindi obbligati ad eseguire interventi per via open (aperta) e senza perdere i vantaggi ormai noti della chirurgia mini-invasiva. Stiamo concentrando un’attenzione particolare sui tumori del retto (soprattutto nei pazienti obesi) dove l’intervento mini-invasivo risulta difficile per gli evidenti problemi anatomici di dover lavorare in spazi stretti e non distensibili. L’utilizzo del robot Da Vinci – cui non possiamo ricorrere per tutti i casi – ci permette di eseguire interventi appropriati sotto il profilo oncologico come richiesto dalle società scientifiche e dalle linee guida nazionali ed internazionali e fa sì che i pazienti del territorio lariano possano trovare all’ospedale Sant’Anna uno standard di cura moderno e di alta qualità. Lo stesso discorso può essere fatto per i pazienti con tumori alla prostata ove l’intervento in robotica permette di ridurre le perdite ematiche e di eseguire una tecnica così detta “nerve sparing”, che permette il mantenimento delle terminazioni nervose alla scopo di ridurre le problematiche sfinteriali” (incontinenza urinaria).“La robotica è un’evoluzione tecnologica della chirurgia mini-invasiva che ti agevola su procedure difficili – conclude il chirurgo – Non dimentichiamo che noi possiamo ruotare la mano al massimo di 180 gradi, mentre il robot garantisce un movimento di 360 gradi ed oltre”.I medici attualmente impegnati sul fronte della chirurgia robotica sono Pasquale Misitano, Fabrizio Cantore per la Chirurgia generale, Emilio Cretarola e Paolo Furgoni per l’Urologia, Roberto Falconati per la Ginecologia, Luigi Colombo, Carlo Gervasoni e Stefano Valsecchi per la Chirurgia maxillo-facciale, Maurizio Bignami e Augusto Cattaneo per l’Otorino-Laringoiatria.

  • Il caso di Villa San Benedetto, da mesi Covid-Free

    Il caso di Villa San Benedetto, da mesi Covid-Free

    Villa San Benedetto Menni, ad Albese con Cassano, era stata una delle strutture più colpite, ormai un anno fa, dalla prima ondata di Covid. Circa duecento i positivi venuti alla luce grazie ai tamponi effettuati su tutti gli anziani e il personale. Vi furono anche decessi, in particolare tra i pazienti già gravemente compromessi a livello di salute, come diversi ospiti della Rsa. Da mesi ora la struttura è “Covid-free”, come evidenziano in una nota inviata ieri alle redazioni la superiora, suor Agata Villadoro e il direttore generale, Mario Sesana. «La massiccia adesione del nostro personale (sanitario e non) alla campagna di vaccinazione anti-covid, nonostante la sospensione per via dei ritardi nelle consegne delle dosi prenotate, è motivo di soddisfazione e di sollievo», si legge nella nota. I vertici di Villa San Benedetto evidenziano il senso di responsabilità dimostrato da ospiti, familiari e personale. La prima dose vaccinale è stata già somministrata a 198 persone e ora si attendono altre 160 vaccini per le seconde dosi. «Chi non potrà beneficiarne per oggettivi motivi di salute, potrà godere della tutela offerta da tutti gli altri membri della nostra comunità ospedaliera che si sono vaccinati o si vaccineranno non appena possibile. Prosegue inoltre l’intervento preventivo attraverso i tamponi sia agli ospiti sia a tutto il personale».

  • Il Coronavirus ha colpito sinora quasi un comasco su 20

    Il Coronavirus ha colpito sinora quasi un comasco su 20

    Quasi un comasco su 20 si è ammalato di Covid-19. Lo dicono le ultime cifre diffuse ieri con il bollettino quotidiano della Regione.

    Dall’inizio della pandemia sono stati 27.407 i residenti in provincia risultati positivi al Coronavirus: il 4,57% del totale. Numeri schizzati in altro soprattutto nella seconda ondata, durante la quale il Lario – assieme al Varesotto, alla Brianza e all’area metropolitana – è stato letteralmente travolto dal Covid. Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi nel Comasco sono stati 448, i morti invece 15. Purtroppo, l’incremento dei decessi rimane costante. Com’è noto, e come spiegano sempre gli esperti, si tratta dell’ultimo parametro a diminuire quando la curva dei contagi incomincia la discesa.

    In regione, nel complesso, le cifre mostrano lievi ma costanti miglioramenti, gli stessi che hanno giustificato il passaggio da zona rossa ad arancione a partire da oggi. I ricoveri ospedalieri sono ancora in calo e i nuovi casi accertati sotto quota 5mila, a fronte di 37.286 tamponi processati. Scende al 12,3% il tasso di positività, mentre rimane drammatico il numero delle vittime che nel bollettino di ieri è stato di 119 (dopo i 181 di venerdì).

    Come detto, è diminuita ulteriormente la pressione sugli ospedali. I pazienti più gravi, quelli cioè portati in terapia intensiva, sono al momento 919, vale a dire 6 in meno rispetto al giorno precedente. Nei reparti Covid non intensivi i degenti sono invece 7.616: in questo caso il calo è stato più consistente (-253). Guariti e dimessi sono stati infine 4.736.

    La riduzione dei contagi riguarda tutte le province: da Milano, dove si sono comunque registrati 1.748 nuovi casi, a Varese (585), Brescia (360) e Pavia (269), Scendono molto i contagi a Monza e Brianza (201), uno dei territori sin qui più colpiti dalla pandemia.

  • Abusava di una bimba e riprendeva le violenze: chiuse le indagini sul 30enne comasco

    Abusava di una bimba e riprendeva le violenze: chiuse le indagini sul 30enne comasco

    La Procura di Milano ha chiuso le indagini sul 30enne comasco arrestato nel maggio scorso con l’accusa di violenza sessuale aggravata su una minore e detenzione di materiale pedopornografico. Avrebbe ripetutamente abusato di una bambina di pochi anni dopo averla drogata con un sedativo e filmato tutto con una videocamera. Avrebbe poi messo in vendita online i video nel deep web. L’inchiesta della polizia postale, sezione reati contro le fasce deboli, era scattata dopo la segnalazione dei video dagli Stati Uniti. Le autorità americane si erano rivolte a quelle italiane perché, nelle immagini delle violenze, avrebbero riconosciuto alcuni dettagli, come un sacchetto della spesa, riconducibili all’Italia. Gli agenti della polizia postale di Milano sono poi risaliti al comasco che avrebbe girato i video nel suo appartamento. Al vaglio anche la posizione della compagna, accusata di condotte omissive per aver coperto e non denunciato le violenze sulla bimba. Il comasco, disoccupato, è accusato di detenzione di un’ingente quantità di materiale pedopornografico, violenza sessuale, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e di tentativo di istigazione perché avrebbe creato dei video con scritti e immagini sugli abusi ai danni di minori che avrebbe tentato di vendere online. Dopo l’arresto il 30enne avrebbe ammesso le sue responsabilità. Sembra che l’uomo conoscesse la vittima e che in più occasioni la piccola sarebbe rimasta da sola in casa sua.