Categoria: News

  • E il critico raccoglie il plauso dell’archistar Kurt Forster

    E il critico raccoglie il plauso dell’archistar Kurt Forster

    A poco più di una settimana dalla chiusura della mostra di Villa Olmo, proseguono le visite illustri. Accompagnato dal curatore Marco De Michelis e dall’assessore alla Cultura Luigi Cavadini, il celebre poker di esperti in architettura, dopo la lunga visita di ieri mattina, ha espresso unanime consenso nei confronti delle opere esposte.Il primo a mostrare la sua approvazione è stato Pippo Ciorra, capo curatore del Museo Nazionale della Arti

    del XXI Secolo, il Maxxi Architettura di Roma: «Trovo molto interessante – ha dichiarato l’architetto – l’idea di mettere in mostra la concezione del futuro. Sant’Elia è stimolante perché aveva l’occhio proiettato nel futuro. Questa concezione, che c’era all’inizio del secolo scorso, e che ha attraversato tutte le avanguardie, ha vissuto una vita molto romantica che la mostra, con la sua proiezione, racconta molto bene. Alla fine del ’900 questa visione ha poi perso la relazione con lo spazio e il suo modo di pensarlo; oggi riflettiamo sulla trasformazione del nostro modo di vivere senza tradurlo in una idea concreta. Certamente – ha concluso Ciorra – “La Città Nuova” è un bel progetto che colpisce e ci ricorda molte cose belle, anche se posso capire che la conoscenza di questo mondo aiuta la sua maggiore fruibilità».Elisabetta Terragni, nipote del celebre padre del Razionalismo Giuseppe Terragni, sottolinea pregi e difetti: «La mostra – ha affermato l’architetto – è una incredibile occasione per la città e mi piace questa proposta che concilia la visione dell’architettura con quella dell’arte; personalmente questa mostra mi ha aiutato a riflettere su un tema che già conosco. Comprendo che non sia facilissima, il titolo inganna, e forse una spiegazione e una comunicazione migliori avrebbero aiutato il grande pubblico ad avvicinarsi più numeroso. Ma approvo – ha chiosato Terragni – questo cambio di rotta rispetto al passato, la strada è quella giusta perché va nella direzione delle mostre internazionali che educano il pubblico. Il tempo insegnerà agli organizzatori come affiancarlo per proporgli una chiave di lettura».Kurt Forster, direttore del dottorato della Yale School of Architecture, è decisamente entusiasta: «Nonostante le precedenti esposizioni avessero una comunicazione roboante – ha detto il professore – questa è la prima mostra che propone un argomento che porta un’idea da discutere, che propone agganci con le esperienze di oggi. Magnifico anche l’utilizzo del teatrino di Villa Olmo con il suo incontro tra passato e futuro, nel contesto di una mostra fresca, ingegnosa e ricca di materiale, proveniente da diverse realtà, di “prima classe”. Un approccio produttivo che utilizza mezzi di comunicazione che raramente si vedono in altri musei e che esce dalla realtà per aprire crepe di riflessione, dimostrando ancora una volta che le opere di Sant’Elia non erano personali o visionarie ma assolutamente realistiche».Mirko Zardini, direttore del Canadian Center of Architecture di Montreal, è sulla stessa lunghezza d’onda: «È molto affascinante il tema da leggere nella mostra di Villa Olmo, ovvero il futuro. La sua “morte” nel ’68 illustrata qui e Pizza City sono un segno di apertura e tutto va letto anche attraverso questo magnifici progetti. Sono a favore di una politica di qualità delle mostre, il compito delle istituzioni è questo: costruire progetti educativi a lungo termine. Bisogna sostenerli, come succede a Montreal, perché questa strada a lungo termine certamente pagherà».Musica per le orecchie di Cavadini e De Michelis, che incassano i complimenti con ampi sorrisi.

    Maurizio Pratelli

  • E il super-dirigente Lorini nel momento del bisogno manca

    E il super-dirigente Lorini nel momento del bisogno manca

    In vacanza in Val Pusteria(e.c.) La nuova Ztl di Como riesce a stupire – forse non nel senso migliore del termine – anche fuori dalla Ztl stessa. Negli uffici del Comune di Como, per esempio. Dove, come noto, è attivo da anni il super-dirigente alla Mobilità, nonché “papà tecnico” della nuova zona a traffico limitato appena istituita in due “manches” (la prima, in piazza Roma, a metà febbraio; la seconda, in piazza Volta, dal 17 marzo scorso).

    Ebbene, come molti sapranno, in questi giorni la giunta ha dovuto fronteggiare non poche polemiche in relazione ai due nuovi provvedimenti (l’intervista a destra, peraltro, ne è folgorante testimonianza). Con metodi magari discutibili, ma con indubbia coerenza, il sindaco Mario Lucini e l’assessore alla Viabilità, Daniela Gerosa, pur sfuggendo ogni contatto diretto con le decine di commercianti infuriati, hanno tirato diritto e hanno quindi vissuto giornate complicate tra piazze e stampa. Il tutto – era immaginabile almeno fino a poche ore fa – con il sostegno silenzioso ma presente, invisibile ma in prima linea, proprio del pilastro tecnico di tutta l’operazione. Appunto, il dirigente Pierantonio Lorini.

    Niente di più sbagliato.Ieri, infatti, si è appreso che mentre intorno alla nuova Ztl infuriava la battaglia, il super-dirigente era in (super) vacanza. Val Pusteria, per l’esattezza. Dal 14 marzo (tre giorni prima del via alla “fase 2” della Ztl) fino alla prossima settimana. Nel momento clou delle proteste. Nel momento clou delle difficoltà per la giunta. I dirigenti, insomma, (non) si vedono nel momento del bisogno.

  • E la “Venere” di Roman Polanski apre le danze del Gloria

    E la “Venere” di Roman Polanski apre le danze del Gloria

    StagioniRiprenderà lunedì prossimo, 13 gennaio, al cinema Gloria di via Varesina 72 a Como, il ciclo di film d’essai “I Lunedì del Cinema”, curato da Alberto Cano, con 19 titoli fino a maggio. Una carrellata che vuole dare rappresentanza alle diverse tendenze stilistiche e tematiche del cinema internazionale contemporaneo. Il primo titolo del 2014 sarà l’ultimo lavoro di Roman Polanski, l’acclamato Venere in pelliccia, storia morbosa tratta dall’omonimo romanzo di Leopold von Sacher-Masoch. Tra

    i titoli in cartellone (info su www.lunedicinema.it) da ricordare anche una pellicola di culto come The Rocky Horror Picture Show di Jim Sharman che il 3 febbraio sarà proposta al Teatro Sociale di Como.

  • E sul sentiero appare la discarica tra tv e lettini

    E sul sentiero appare la discarica tra tv e lettini

    Opera di incivili(f.bar.) I più pigri hanno percorso solo pochi metri all’interno del bosco. E dopo aver spostato alcune piante si sono limitati a buttare dove capitava i rifiuti che avevano portato con sé. Pneumatici, bottiglie di vetro e oggetti di plastica. C’è poi chi, invece, forse per le caratteristiche degli oggetti da smaltire illecitamente, si è addentrato nel fitto della vegetazione. E così, dopo un quarto d’ora di cammino, ecco comparire gli esempi più orribili di inciviltà.In rapida successione, nei boschi sopra il cimitero di Monte Olimpino, ecco televisori, mobili, sedie e vecchi computer. Fino ad arrivare all’estremo, con un lettino da neonato – ancora corredato da alcuni giochi colorati che solitamente si appendono sopra la testa del piccolo – gettato, intero, in un angolo tra piante e alberi.

    Una larga porzione del bosco che si estende verso le pendici del monte, partendo poco sopra il cimitero di Monte Olimpino si è dunque trasformata, nel corso degli anni, in una enorme e interminabile discarica a cielo aperto.Qui gli incivili hanno individuato un punto adatto dove poter scaricare ogni tipo di rifiuto senza rischiare di essere scoperti. Ma la maleducazione non ha risparmiato neanche la zona stessa del cimitero. Anche costeggiando le mura del camposanto, infatti, compaiono rifiuti di ogni tipo.

  • Ecco perché la ’ndrangheta ha vinto (almeno per ora)

    Ecco perché la ’ndrangheta ha vinto (almeno per ora)

    La strategia dell’inabissamento ha permesso alle cosche di diventare più fortiStrategia dell’inabissamento. Nuotare cioè al riparo dagli sguardi e senza smuovere l’acqua in superficie. Dopo il colpo micidiale ricevuto nel 1994 dagli arresti dell’operazione Fiori della Notte di San Vito, si poteva immaginare di aver eretto un muro solido contro le mafie e le infiltrazioni delle cosche al Nord. Così non è stato.Anzi, come spiegano i magistrati, ci troviamo oggi di fronte non più all’espansione in territori diversi da quelli di origine, quanto piuttosto al «radicamento»dei boss e della loro cultura criminale al Nord.Le ragioni di questa sconfitta dello Stato sono ormai chiare. Descritte in molti libri e reportage giornalistici ma anche in documenti ufficiali: dalle sentenze dei processi alle corpose relazioni della commissione parlamentare antimafia.LA COMMISSIONE DEL 1994Il 13 gennaio 1994, nel corso dell’XI legislatura – la più breve della storia repubblicana, la legislatura di Tangentopoli – la commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia approvava la relazione sugli insediamenti e le infiltrazioni di organizzazioni di tipo mafioso in aree non tradizionali. Già allora in Lombardia la ‘ndrangheta era l’organizzazione più potente: lo dicevano le risultanze delle inchieste Wall Street e Nord-Sud (in pieno svolgimento in quei mesi) insieme alle successive, in particolare l’operazione Count Down dell’ottobre 1994 e, appunto, l’operazione Fiori della Notte di San Vito, con la quale venne disarticolato il clan Mazzaferro.Fu un errore, probabilmente, immaginare che con queste operazioni fossero state eliminate le componenti militare di imponenti organizzazioni, dai soldati fino ai generali, e riconquistati dalle forze dello Stato territori fortemente condizionati dalle cosche: i Coco Trovato nel Lecchese, i Morabito-Palamara-Bruzzaniti e i Papalia-Barbaro-Trimboli nel Comasco e nell’Alto Milanese.UNA STAGIONE SENZA EREDIDa allora – scrive nel 2008 il presidente della commissione parlamentare antimafia in carica nella seconda legislatura breve della storia repubblicana, Francesco Forgione – nessun’altra indagine approfondita di impulso parlamentare si è occupata degli insediamenti mafiosi in Lombardia nonostante il Nord del Paese e Milano siano stati investiti da grandi processi di trasformazione economici e sociali, di deindustrializzazione di intere aree e periferie urbane e, in questi cambiamenti, le mafie abbiano riguadagnato silenziosamente ma progressivamente terreno». Le ‘ndrine sono state così in grado di recuperare il terreno perduto «grazie a una strategia operativa che ha evitato manifestazioni eclatanti di violenza, tali da attirare l’attenzione e divenire controproducenti, attuando piuttosto un’infiltrazione ambientale anonima e mimetica tale da destare minor allarme sociale e da far assumere alle cosche e ai loro capi le forme rassicuranti di gestori e imprenditori di attività economiche e finanziarie del tutto lecite».La strategia di “inabissamento”, appunto, con le «cosche invisibili» che sono «riuscite a riprodursi nonostante i colpi loro inferti dalle grandi indagini degli anni ’90».IL RAMMARICO DEL MAGISTRATONel novembre 2007, parlando a un convegno milanese, Alberto Nobili – magistrato antimafia che aveva condotto gran parte delle inchieste citate prima – spiega le ragioni della “rivincita” delle cosche. «Tra il 1992 e il 1995 la Lombardia ha vissuto una stagione straordinaria di lotta alla mafia. Il bilancio di quegli anni è stato di 2.500 mafiosi catturati. Sono stati anni di grande entusiasmo ma anche di grande tristezza perché era un’energia che nasceva dal periodo delle stragi di Falcone e Borsellino».Dice ancora Nobili: «Noi ci aspettavamo di continuare a colpire ancora, avevamo in mano il bandolo della matassa, la spinta di contrasto era forte, invece poi la situazione è mutata. Il fronte mafioso ha fatto a tavolino la scelta, ancora oggi attuale, di rendersi invisibile. In realtà la mafia è sempre stata invisibile ma ora è una invisibilità silenziosa: non si uccide più, non si fanno atti clamorosi, perché il clamore può provocare il contrasto delle istituzioni. La mafia fa questa scelta e porta avanti i suoi affari. D’altra parte lo Stato, il fronte istituzionale, invece di cogliere l’occasione e utilizzare le professionalità conseguite in quegli anni, si distrae e comincia a dedicare le sue energie ad altro. Si poteva approfittare di quei momenti storici straordinari in cui avevamo davvero creduto di poter assestare dei colpi definitivi, invece c’è stata una marcia indietro straordinaria. La mafia continua a giocare la carta del silenzio e dall’altra parte si cade nella trappola», conclude amaro Nobili.LOMBARDIA TERRA DI MAFIAMa quali sono stati, in sintesi, i fattori che nel primo decennio del XXI secolo hanno giocato a vantaggio delle cosche operanti in Lombardia?Ancora una volta, è la commissione parlamentare antimafia a mettere nero su bianco un’analisi confermata poi dalle ultime inchieste della magistratura milanese. Le ’ndrine si sono “salvate” e sono riuscite a rigenerarsi grazie alla «capacità di strutturazione familistica di tipo orizzontale». Ha pesato quindi «l’entrata in gioco di figli e familiari di capi-cosca arrestati e condannati all’ergastolo o a pene elevatissime a seguito dei processi degli anni ’90. In pratica ogni ’ndrina, da quella di Coco Trovato a quella di Antonio Papalia a quella dei Sergi, ha visto il formarsi, sotto la guida dei capi detenuti, di una nuova generazione» di ’ndranghetisti. Altro elemento chiave è stato il disinteresse dello Stato. «In un distretto come quello di Milano che comprende anche città con forte presenza mafiosa come Como, Lecco, Varese e Busto Arsizio, fino a poco tempo fa poco più di 200 uomini» erano impegnati nel contrasto alla malavita organizzata. Una sottovalutazione del problema che è stata pagata a carissimo prezzo.

    Dario Campione

  • Egittologia sul Lario

    Egittologia sul Lario

    Domani, sabato 12 novembre alle 20.45, nell’aula magna del Collegio Gallio in via Gallio 1 a  Como, il Centro di Egittologia “Ballerini” proporrà la conferenza “1905-1913: scavi italiani ad Assiut. La missione archeologica di Ernesto Schiaparelli e dei suoi collaboratori”. Relatore sarà la dottoressa Elvira D’Amicone, già funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. Saranno presentati  taccuini, rilievi e fotografie realizzati dai principali collaboratori di Schiaparelli e conservati presso gli archivi di Torino. Il centro di egittologia lariano è presieduto da  Angelo Sesana, titolare della concessione di scavo presso l’area occupata dal Tempio dei Milioni di Anni di Amenhotep II a Luxor, in Egitto. L’evento ha anche il patrocinio del Comune di Como. Ingresso libero.

  • Elettrocardiogramma all’Ospedale Sant’Anna: necessaria la prenotazione telefonica

    Elettrocardiogramma all’Ospedale Sant’Anna: necessaria la prenotazione telefonica

    Nell’ambito delle misure legate all’emergenza Coronavirus, la prestazione dell’elettrocardiogramma (Ecg), nell’ambulatorio di Cardiologia all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia da oggi, 1° giugno, viene effettuata solo previa prenotazione contattando il numero verde regionale 800638638 (numero verde gratuito) e lo 02/999599 (a pagamento al costo previsto dal proprio piano tariffario). Non sarà più consentito, pertanto, l’accesso diretto.

  • False fatture per l’hotel. I presunti reati sono prescritti

    False fatture per l’hotel. I presunti reati sono prescritti

    Montano LucinoUdienza rinviata al 29 aprile 2013. Peccato però che a quella data tutti i reati saranno prescritti da due giorni. Suona tanto di beffa la vicenda degli imprenditori finiti a processo per i lavori legati alla costruzione dell’Hotel Cruise di Montano Lucino. Secondo l’accusa, nomi noti del panorama edilizio cittadino si sarebbero macchiati, in quella vicenda, di reati fiscali di vario tipo tra cui le false fatturazioni. Tesi sempre respinte dagli avvocati della difesa – Anna Maria Restuccia, Fabio Gualdi, Massimo Ambrosetti, Michele Parravicini e Marco Fugazza – che hanno sostenuto la regolarità di tutto il giro di fatture. Fiato sprecato, verrebbe da dire, sia per accusa sia per difesa, in quanto dal 27 aprile – due giorni prima della data dell’udienza – tutto sarà prescritto. Una vicenda che fa riferimento al periodo tra il 2002 e il 2004, con fatti accertati dalla polizia giudiziaria nel 2008 e confluiti nel 2009 nell’avviso di conclusione delle indagini. Nel novembre del 2009 il rinvio a giudizio degli imprenditori, con prima udienza in dibattimento pubblico fissata per il febbraio 2011. E a due anni di distanza, con la chiusura del primo grado ancora lontana, ecco la prescrizione. Una sconfitta per tutti.

    Mauro Peverelli

  • Folgorati mentre lavorano: un morto e un ferito

    Pare che stessero lavorando alla realizzazione di un muretto di terrazzamento per una vigna, in località Gaggio, nei monti spora Domaso. Un balcone sul Lario, raggiungibile solo a piedi dopo una ventina di minuti di cammino. Per motivi che ora toccherà all’inchiesta della Procura della Repubblica appurare, da una delle attrezzature che stavano utilizzando (ma non è nemmeno escluso, al momento, che tutto possa essere nato da una linea dell’alta tensione che corre più in alto) sarebbe partita una violenta scarica elettrica che ha ucciso un 68enne di Vercana e ferito agli arti inferiori un 28enne di Gera Lario che era con lui.I due erano amici e pare che si stessero accingendo al pranzo insieme quando è avvenuta la tragedia.L’allarme è stato lanciato quanto erano le 11.20 della mattina. I soccorsi – che hanno portato sul posto il 118, con anche l’elicottero in volo oltre all’ambulanza partita da Dongo, il soccorso alpino, i vigili del fuoco di Dongo e i carabinieri della stazione di Gravedona – non sono però riusciti a evitare l’epilogo drammatico della giornata. Per il 68enne, Silvio Bizzanelli, residente come detto a Vercana, non c’era già più nulla da fare, folgorato da una scossa potentissima.Il terreno su cui lui e il 28enne stavano lavorando pare non fosse di nessuno dei due, bensì di una società che ora verrà sentita per cercare di ricostruire mansioni e attività che i due stavano compiendo. Il 28enne di Gera Lario, trasportato in codice giallo all’ospedale di Gravedona, sarebbe sempre rimasto cosciente e avrebbe riportato delle importanti ustioni agli arti inferiori.A Domaso sono arrivati, appresa la notizia, anche i tecnici dell’Ats Montagna e gli uomini del Nucleo Ispettorato del Lavoro dei carabinieri di Como.La segnalazione dell’incidente mortale è stata girata anche al pubblico ministero di turno in Procura, il dottor Simone Pizzotti.Le operazioni di soccorso e recupero della salma del 68enne sono state complesse, proprio a causa del punto isolato in cui è avvenuta la tragedia.

  • Giardini creativi in gara a “Orticolario”

    Giardini creativi in gara a “Orticolario”

    Villa Erba dove saranno realizzati i giardini a tema che vinceranno il concorso durante la manifestazione (nella foto Fkd, uno stand della scorsa edizione). L’iscrizione è gratuita. Il bando completo e tutte le informazioni relative sono disponibili sul sito web www.orticolario.it. I progetti selezionati saranno in tutto nove e potranno occupare una superficie fino a 200 metri quadrati ciascuno. Ideato e realizzato in esclusiva per Orticolario da Gino Seguso della Vetreria Artistica Archimede Seguso, il premio è un sinuoso vaso creato sull’isola di Murano (Venezia) sul quale “ondeggia” una grande foglia al cui interno brillano “accenni” d’oro zecchino a 24 carati. Il premio “La foglia d’oro del Lago di Como” dell’edizione 2013 è stato assegnato a Barbara Negretti e Archiverde con il giardino “Tutti giù per terra!”.